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SAMUEL IEMBOLa mancanza di farmaci è colpa delle privatizzazioni

24.03.23 - 14:47
Samuel Iembo Candidato al Gran Consiglio PC-POP
Samuel Iembo
La mancanza di farmaci è colpa delle privatizzazioni
Samuel Iembo Candidato al Gran Consiglio PC-POP

Recentemente la Task Force per gli agenti terapeutici, voluta dall’ufficio federale per l’Approvvigionamento economico del Paese (AEP) ha dato indicazione agli studi medici di prescrivere farmaci sfusi e non più scatole a seguito della crescente penuria di medicamenti. In sé, evitare lo spreco di farmaci è una cosa positiva, tuttavia questo non dovrebbe succedere per una situazione d’emergenza, ma per un piano ben programmato di risparmio. Difatti, questo provvedimento dovrebbe rimanere “finché la situazione non si stabilizza”. Risulta preoccupante dover ricorrere a questi mezzi senza ricorrere a un piano, anche perché oltre a questi interventi pagliativi non sembrano esserci proposte di soluzione a lungo termine a una situazione che non tocca solo la Svizzera.

Non è la prima volta che ci troviamo in situazioni simili, come ha dimostrato la pandemia. La carenza generale di mascherine l’abbiamo vissuto all’inizio dell’era del covid è stato uno degli esempi più lampanti. L’impossibilità di reperire materiale sanitario per proteggersi ha colpito tutta la popolazione, in particolare i lavoratori e le lavoratrici – come nel settore della vendita al dettaglio, del settore sanitario, dei fattorini e così via – che hanno vissuto un concreto pericolo esponendosi a un rischio di fronte a una situazione di epidemia globale per nulla chiara.

Inoltre, la claudicante gestione della situazione ha creato molta confusione fra la popolazione e generando un forte senso di sfiducia verso le istituzioni viste le informazioni contrastanti che cambiavano quotidianamente: le mascherine erano indispensabili e inutili a dipendenza del momento e del fatto che ce ne fossero oppure no, lo Stato però non ne produceva e non aveva piani d’emergenza in merito, il che ci ha obbligati ad aspettare mesi prima di poter equilibrare la situazione.

Oltre alla carenza di mascherine, anche i disinfettanti non erano più reperibili. Questo perché l’alcol è venuto a mancare dopo la privatizzazione di Alcosuisse (un tempo regia federale degli alcolici) e conseguente liquidazione di 10'000 tonnellate di etanolo, un quantitativo che sarebbe stato sufficiente per i bisogni di produzione di disinfettanti del momento.

Già a febbraio 2021 il Partito Comunista aveva interrogato il governo chiedendo al governo come s’intendesse procedere per la carenza di farmaci e di materiale sanitario, ponendo anche il dubbio che fossero la gestione delle aziende farmaceutiche e la privatizzazione a creare e alimentare queste situazioni, lasciandoci in ballo delle fluttuazioni del mercato e delle scelte dei colossi farmaceutici nel produrre solo quello che può creare un certo profitto.

Se questi erano problemi che potevamo trovare anche altrove nel mondo, come l’attuale carenza di farmaci, la soluzione risulta decisamente quella di guardare in patria e avviarsi a un ritorno al primato dello stato nel settore sanitario. Basta alle privatizzazioni e alle esternalizzazioni, Confederazione e Cantoni dove, tramite il Farmacista Cantonale, deve provvedere ad avere sufficienti risorse “in stock” di materiale sanitario per evitare di far dipendere il Ticino – e la Svizzera – dall’estero e rimanere vittima delle fluttuazioni del mercato, delle grandi industrie farmaceutiche e delle situazioni geopolitiche che possono influenzare l’approvvigionamento di beni essenziali come quelli riguardanti la sanità, attraverso una nazionalizzazione dell’industria farmaceutica di base.

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