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LUGANO"Non chiamatemi rockstar: sono solo un artigiano della musica"

24.07.14 - 06:03
Intervista esclusiva con il dj Bob Sinclar, stasera in piazza Riforma
"Non chiamatemi rockstar: sono solo un artigiano della musica"
Intervista esclusiva con il dj Bob Sinclar, stasera in piazza Riforma

LUGANO - Quando cominciò, era il 1987, aveva appena 17 anni e si faceva chiamare Chris The Franch Kiss.  Da allora non ha smesso di far ballare il mondo. A lui il primato del primo dj capace di trasformarsi in una star: anche se Bob Sinclar preferisce definirsi un 'artigiano' della musica. “Il mio sogno? Sempre lo stesso: farvi ballare”.

Dall’epoca di Chris The French Kiss ne è passata di acqua sotto i ponti. Anche la musica è cambiata. In che direzione si sta muovendo il mondo della disco?
"Quello che è cambiato è la figura del dj. Un tempo aveva il compito di fare scoprire della musica,  metteva dei dischi che la gente non conosceva. Oggi, invece, il dj è diventato un musicista, un artista, produce la propria musica. La dance viene suonata anche in radio, quindi è diventata un genere molto popolare. E la gente arriva per vedere il dj. All’epoca, invece, la disco rappresentava uno stato d’animo, le persone venivano per ballare con spirito glamour, non c’erano dei dj superstar".

Il dj è la nuova rockstar?
"Non amo essere paragonato a una rockstar. Rockstar è Mick Jagger, era Michael Jackson. Il dj è più un produttore, un remixatore di dischi, un artigiano che ha portato la produzione musicale ad altro livello. La rockstar ha un’immagine pubblica, fa grandi performance live. Ci sono dei dj/star, questo è vero, dei quali penso di far parte: una sorta di locomotiva per tutta una generazione che li prende a modello. Veniamo coinvolti nelle colonne sonore dei film, nelle pubblicità, associati a delle grandi marche. Il mestiere di dj è molto cambiato, è cresciuto il potenziale di guadagno".

Fra poco saranno 30 anni di carriera. Hai fatto anche cinema, televisione, sei stato in passerella. Cos’altro ti resta da provare?
"Sono sempre animato dallo stesso fuoco sacro: far ballare la gente, ricevere in cambio gioia ed energia. È straordinario quello che le persone mi danno ogni sera, quando metto la mia musica: è qualcosa di cui ho bisogno, come una droga. Sono solo 15 anni in realtà che giro per il mondo: e la passione rimane sempre la stessa".

Ma da grande che cosa vuoi fare?
"È vero che non sono mai davvero cresciuto. Anche se ho acquisito una certa maturità, nelle produzioni e nella vita, cerco sempre di conservare uno spirito da bambino, innocente e capace di emozionarsi. Non amo il mondo degli adulti, logorati dalla vita, privi di freschezza".

Che cosa temi?
"Io adoro la mia vita. Vivo la mia passione tutti i giorni. È qualcosa a cui bisogna fare anche attenzione, però. Bisogna tenere la testa sulle spalle, non bisogna lasciarsi esaltare dalle paillettes, dal mondo della notte, dai club. Bisogna restare imprenditori di se stessi, niente più. L’igiene di vita è molto importante".

In questo momento il dj è un lavoro molto ambito.
"Per me è una bellissima opportunità che ci siano dei programmi come Top Top Dj, che ci siano dei documentari, dei reportage sui dj. Dà molta credibilità alla mia professione. Solo 15 anni fa, il dj era considerato qualcuno che nei club metteva i dischi che riceveva dalle etichette. Non cercava, non faceva niente, non creava. Oggi, invece, ha acquisito lo statuto di artista: qualcosa di molto più importante della definizione di “star”. Quando adesso un ragazzo dice ai propri genitori “Mi piacerebbe provare a diventare un dj, posso comprarmi dell’attrezzatura a Natale?”, i genitori hanno un’immagine molto positiva degli artisti francesi e internazionali, che ce l’hanno fatta e che non sono associati alla notte, all’alcol o alla droga".

Nel 2011 hai remixato “A far l’amore comincia tu” di Raffaella Carrà. Come nacque l’idea e la collaborazione?
"Ho una grossa collezione di dischi italiani, compreso questo 45 giri con una versione francese sul lato B che adoravo. Mi piace riciclare i suoni: ne ho fatto una sorta di bootleg, l’ho messo nei club e ho visto la reazione, che in Italia era pazzesca. Quindi mi sono detto: Perché no.  Ma l’importante per me era farlo con Raffaella. Avevo voglia di uno scontro fra due generazioni: quella dei dj e quella di una star degli anni ’70 e ’80. Non solo una star, ma un’icona. In studio a Roma è andata benissimo, ovviamente era una canzone che lei conosceva a memoria. Mi ha invitato in televisione, mi ha fatto un sacco di promozione. “Far l’amore” è stata fra l’altro premiata quest’anno con il film “La grande bellezza”. Piace a tutte le generazioni: fantastico".

Jennifer Lopez ha assicurato il proprio fondoschiena per una cifra incredibile: tu assicureresti i tuoi addominali?
"Come Jennifer Lopez, ho un bel fondoschiena e begli addominali. Quindi non so, bisognerà che ci pensi. Farò un colpo di telefono a Jennifer per sapere per quale cifra ha assicurato il suo fondoschiena, così potrò anch’io guadagnare un po’ di soldi nel caso in cui mi succeda qualcosa. Puoi aggiungere uno “smile” a questa risposta?"

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