I pochi dati disponibili indicano che: il 15% della popolazione generale va incontro a reazioni indesiderate, i decessi legati alle allergie da farmaci sono stimati intorno allo 0.01% in ambito chirurgico e allo 0.1% in ambito medico. Rischiano di più reazioni allergiche o anafilattiche le persone di età compresa tra i 15 e i 40 anni, mentre i casi sono più rari nei bambini. Quelle ai farmaci si distinguono dagli altri tipi di allergia unicamente perché compaiono in seguito all’assunzione di una data molecola e si manifestano solo in questo caso. La reazione, inoltre, non si manifesta la prima volta che si prende la medicina in questione, ma a un secondo 'contatto'. Condizione necessaria per tutte le forme allergiche, ma che non sempre è facile mettere in evidenza. La prima assunzione ha infatti la capacità di sensibilizzare l’organismo, che si “prepara” così alla reazione avversa che verrà scatenata dalla seconda. Perché l’organismo metta in atto i meccanismi immunologici su cui si basa la risposta, infatti, è necessario un certo lasso di tempo. Le allergie da farmaco non riconosciute possono essere molto pericolose, e avere manifestazioni di intensità variabile in rapporto al livello di interessamento del sistema immunitario. Si manifestano con: eruzione cutanea, orticaria e asma, soprattutto se l’assunzione del farmaco avviene per via sistemica (bocca o via endovenosa), con una serie di reazioni molto più evidenti, importanti e immediate rispetto a quelle provocate dai farmaci per uso topico (come per esempio le pomate), che causano più facilmente allergie da contatto localizzate. Alcune possono essere gravi e portano allo shock anafilattico. Le allergie ai medicinali, inoltre, possono essere controllate con altri farmaci, per esempio con il cortisone, e hanno la caratteristica di scomparire dopo la sospensione del farmaco che le ha provocate.
Red-Ram/Adnkronos Salute