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STATI UNITIHalsey, la popstar che non pensava di diventare una popstar

04.08.20 - 20:00
La ricerca della felicità è fondamentale per la cantautrice, che non dimentica però l'impegno sociale
KEYSTONE
Halsey, popstar che unisce l'impegno civile alla ricerca della felicità.
Halsey, popstar che unisce l'impegno civile alla ricerca della felicità.
Halsey, la popstar che non pensava di diventare una popstar
La ricerca della felicità è fondamentale per la cantautrice, che non dimentica però l'impegno sociale

LOS ANGELES - Diventare popstar non era nei piani di Halsey. «Ho sempre scritto, storie brevi, poesie, la letteratura ha sempre avuto un ruolo importante nella mia crescita, è il modo attraverso il quale ho imparato alcune delle lezioni importanti della mia vita, attraverso i miei personaggi preferiti, vivendo attraverso di loro e facendoli vivere dentro di me. Così quando ho iniziato a scrivere canzoni quello che per me era importante era poter raccontare delle storie forti, dei sentimenti veri, cose nelle quali la gente potesse riconoscersi».

La ricerca della felicità è al centro di molti brani della 25enne: «Mettevo il massimo della mia energia, mentale, di donna, verso la ricerca della felicità e del piacere. Che è quello che mi fa sentire viva, mi fa stare bene, mi fa essere fiera di me stessa e connessa con le persone che ho attorno. È questo che mi ha spinto a fare musica ed è iniziato tutto con la mia prima canzone, "Ghost", che è davvero la prima che ho mai scritto ed è diventata un successo immediato, di culto. Sono salita sull’ottovolante da quel momento e non sono mai scesa, non mi sono più guardata indietro».

In un'intervista a Repubblica la popstar ha parlato delle sue origini italiane (all'anagrafe si chiama Ashley Nicolette Frangipane), della musica che può cambiare il mondo («Mette in connessione le persone, fa in modo che si sentano partecipi, le canzoni sono uno strumento potente») e di pregi e svantaggi dello stop forzato delle tournée causa pandemia. «Mi ha permesso di pensare, di riconnettermi con me stessa, cosa che non ho avuto il piacere di fare per molto tempo. E di badare all’orto e cucinare, cose che non si possono fare su un tour bus». Al contempo «mi mancano moltissimo i miei fan, la mia band, andare in scena. Non so davvero come torneremo in scena, non lo sa nessuno. Ma di certo, con tutte le precauzioni necessarie per la sicurezza, sarà speciale, come tutte le altre volte».

Halsey è una persona molto attenta ai cambiamenti sociali e attiva in forme di protesta dalle forme eterogenee. «I miei fan sono di ogni tipo e sono tutti egualmente importanti per me, così mi trovo a sostenere molte battaglie diverse perché mi piace essere al loro fianco, sento la responsabilità e l’obbligo di essere coinvolta e attirare l’attenzione. La più recente è stata il lancio della ‘Black Creators Funding Initiative’, un’idea che avevo da molto tempo e che è arrivata quando ce n’era più bisogno. È fatta per illuminare l’attività di giovani creatori neri che non hanno le stesse opportunità di altri per gli ostacoli socio economici e per i pregiudizi che ancora esistono. Sono straordinariamente talentuosi e il fatto che abbiano bisogno del mio aiuto per emergere è demoralizzante. Ci sono passata anche io, mi ricordo di quando avevo tante idee e nessuna risorsa per realizzarle».

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