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CANTONECon Schneebeli tornano i “Suoni al buio”

13.11.17 - 06:01
In arrivo a Lugano e a Locarno la quinta edizione della rassegna ideata dal chitarrista e compositore ticinese Sandro Schneebeli
FOTO MARCO D'ANNA
Sandro Schneebeli (a sinistra) e Max Pizio.
Sandro Schneebeli (a sinistra) e Max Pizio.
Con Schneebeli tornano i “Suoni al buio”
In arrivo a Lugano e a Locarno la quinta edizione della rassegna ideata dal chitarrista e compositore ticinese Sandro Schneebeli

LUGANO/LOCARNO - Un appuntamento a cui non possiamo assolutamente mancare, durante il quale Schneebeli sarà di nuovo accompagnato dal polistrumentista Max Pizio.

Quattro le performance in cartellone al Foce di Lugano: il 25 novembre i due musicisti si esibiranno alle 18 e alle 21, mentre il 26 alle 14 (con una formula dedicata a tutta la famiglia) e alle 17. A Locarno, nei giorni 9 e 10 dicembre, tra le mura del Teatro Paravento, si replicherà - agli stessi orari - l’intero programma.

Sandro, ho l’impressione che già nel nome della rassegna ci sia qualcosa di diverso…

«Praticamente tutti i progetti europei realizzati attraverso questa modalità vengono intitolati “Concerti al buio”. A partire da questa quinta edizione ho preferito scegliere una nuova identità, per evitare che si faccia confusione...».

Vuoi spiegare esattamente di cosa si tratta a chi ancora non conosce la tua rassegna?

«Quello a cui assisterà il pubblico sarà un viaggio fatto di suoni, messi a punto con una moltitudine di strumenti recuperati in giro per il mondo. Come evoca il titolo, coloro che intendono raggiungerci si ritroveranno immersi nel buio più totale: di conseguenza, non avranno modo di orientarsi, e ad accompagnarli in sala saranno delle guide cieche. Un contesto in cui non vi saranno distrazioni, e il pubblico, nella massima tranquillità, si concentrerà sui suoni, sulle sonorità, tentando di riconoscere, a poco a poco, ogni strumento...».

Quanti ne utilizzerete in totale?

«Una dozzina…».

So che tu e Max avete lavorato a un nuovo programma…

«Dopo “Blunotte”, che abbiamo proposto nelle due edizioni precedenti, da quest’anno si partirà con “Frequenza 432”».

In cosa consiste esattamente?

«Oggi la frequenza di riferimento internazionale attraverso cui si accordano gli strumenti è 440. 432 è la frequenza del battito cardiaco. È molto più calda ed è considerata l’accordatura aurea: all’ascoltatore porta un senso di massima tranquillità… Una formula, questa, che, in alcune occasioni, è stata sperimentata anche dai Pink Floyd…».

Tu avevi già suonato a 432?

«Sì, tempo fa al Foce...».

E Max, invece?

«Per lui è la prima volta...».

“Blunotte” (Nevemusic, 2016) è diventato anche un album. Sarà un disco anche “Frequenza 432”?

«Devo ancora pensarci… Perché no...».

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