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ITALIADario Argento: «Maiali anche in Italia, giusto fare i nomi»

12.11.17 - 15:00
«Alcuni sono registi noti: io ancora non me la sento, se Asia mi dovesse dire 'diciamolo', anch'io dirò quello che ho saputo» spiega
Keystone / EPA EFE
Dario Argento: «Maiali anche in Italia, giusto fare i nomi»
«Alcuni sono registi noti: io ancora non me la sento, se Asia mi dovesse dire 'diciamolo', anch'io dirò quello che ho saputo» spiega

ROMA - «Non possiamo immaginare che i maiali esistano solo negli Stati Uniti e noi siamo tutti santarellini: chiaramente anche in Italia ci sono persone che si sono comportate in modo sconveniente, schifoso, più d'uno: lo dico perché lo so, faccio il cinema, ho fatto anche il produttore». È la testimonianza di Dario Argento, intervistato oggi dal canale televisivo italiano Rai1, sul caso molestie che Asia Argento, figlia del regista, è stata tra le prime attrici a sollevare.

Dario Argento, che si è detto «molto orgoglioso» della figlia, ha spiegato di «sapere chi è» il regista italiano che Asia ha accusato di molestie, subite quando aveva 16 anni, senza rivelarne il nome. E, più in generale ha sottolineato che «è giusto fare i nomi» dei responsabili, «alcuni sono registi noti: io ancora non me la sento, se Asia mi dovesse dire 'diciamolo', anch'io dirò quello che ho saputo, da altre attrici che sono venute a fare il provino con me e molte volte mi hanno raccontato episodi di questo genere».

Dario Argento ha raccontato di aver saputo delle violenze subite dalla figlia Asia «solo recentemente: ero a Barcellona, mi ha fatto una lunga telefonata in cui mi ha annunciato l'intervista che sarebbe uscita sul New Yorker. Tutte queste cose non le avevo capite, forse ero un cretino, accecato dall'affetto per mia figlia». Quanto al regista italiano che l'attrice ha accusato di molestie, «lasciamo stare... non l'ho più incontrato, se lo incontrerò, non finirà come nei western con una scazzottata, ma gli dirò qualcosa, sicuramente», ha sottolineato.

Oggi Asia «ha paura, non esce più di casa per timore degli agenti del Mossad (assoldati da Weinstein, ndr): questa è gente che spara, che minaccia. Asia teme per la vita sua e dei suoi figli. Ma non si è pentita, anzi è sempre più convinta».

Rispondendo alle domande Argento si è soffermato anche sulla scelta di tante attrici di denunciare le violenze subite dolo dopo 15, 20 anni: «Lì per lì sei così sconvolto che pensi che il mondo ti cada addosso, l'unica cosa che vuoi fare è dimenticare. Le capisco. E poi molte di loro hanno subito l'ostracismo di Weinstein e no hanno più lavorato».

La vicenda, comunque, ha detto ancora Argento, «non ha tolto completamente ad Asia i suoi sogni. Fa ancora sogni belli e importanti, è una sognatrice che ancora non ha dato tutto quello che può dare».

Convinto che Weinstein «andrà in galera», il regista ha rivolto un messaggio alla gente di cinema: «Chi ha molestato dovrebbe ammetterlo e basta. Chi ha intenzione di farlo, ora non può più, perché queste ragazze li tengono sott'occhio: se vi comportate male, vi denunciano».

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