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STATI UNITILo scandalo molestie travolge il timoniere della USS Enterprise

11.11.17 - 21:19
George Takei, iconica star della serie Star Trek, è stato accusato da un ex modello, ma ha respinto le affermazioni: «Accuse davvero dolorose»
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Lo scandalo molestie travolge il timoniere della USS Enterprise
George Takei, iconica star della serie Star Trek, è stato accusato da un ex modello, ma ha respinto le affermazioni: «Accuse davvero dolorose»

LOS ANGELES - Oramai le denunce per molestie sessuali a Hollywood non si contano più. Gli ultimi due casi più clamorosi riguardano il premio Oscar Richard Dreyfuss e una delle leggende di Star Trek, George Takei. Il primo è stato accusato di aggressioni a sfondo sessuale dalla scrittrice Jessica Teich, il secondo da un ex modello.

Il caso Dreyfuss - che giorni fa si era detto orgoglioso del figlio, che aveva denunciato di essere stato molestato da Kevin Spacey - risale agli anni '80. Teich racconta che stava lavorando con l'attore a uno show televisivo e che in più riprese subì pesanti avances sessuali. Dreyfuss in una nota ha ammesso di avere compiuto degli errori in passato, ma ha negato di essere stato protagonista di vere e proprie molestie.

Si tratta comunque di una vicenda che rischia di gettare una pesantissima ombra sulla brillante carriera dell'attore, che esordì con Lucas nel 1973 nel film American Graffiti e che divenne famoso con Lo Squalo e Incontri ravvicinati del terzo tipo, fino ad arrivare all'Oscar nel 1977 con Goodbye amore mio!.

Takei - attivista nel movimento per i diritti Lgbt (acronimo per lesbiche, gay, bisessuali e transgender) e diventato famoso con Star Trek nel ruolo del timoniere Hikaru Sulu sulla USS Enterprise - è stato invece costretto a rispondere su Twitter alle accuse di Scott Brunton, un ex modello che sostiene di essere stato aggredito sessualmente dall'attore di origine giapponese sempre negli anni '80. «Sono scioccato da queste affermazioni. Gli atti non consensuali sono così antitetici ai miei valori - scrive Takei - che queste accuse personali sono davvero dolorose». Ma Brunton insiste: «Voglio delle scuse».

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