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CANTONEKolumbia: convinzioni, realtà e fantasia

23.01.17 - 06:00
È stato dato alle stampe poche settimane fa il primo ep - omonimo - dei Kolumbia.
Kolumbia: convinzioni, realtà e fantasia
È stato dato alle stampe poche settimane fa il primo ep - omonimo - dei Kolumbia.

LUGANO - Era un po’ di tempo che era in gestazione, e ora, finalmente, possiamo tenerlo tra le mani. Già, perché - per il momento - l’ep del giovane gruppo luganese è disponibile esclusivamente su supporto fisico, in cd (in sole 300 copie). «A breve», in ogni caso, «verrà messo in vendita anche nei vari digital store», anticipa Nicolò Martire (voce, chitarra), che condivide la line-up del quartetto con Patrick Giraudeau (chitarra solista), Marco Saltamacchia (basso, voce) e Dario Gasparini (batteria).

Cinque tracce, cinque gemme, che il combo ha messo a punto muovendosi con facilità all’interno di un contesto pop-rock, ritagliando e modulando le sonorità con cui, nel corso del tempo, si è nutrito costantemente...

Nico, raccontami lo sviluppo dell’ep…

«Ha iniziato a prendere forma circa un anno fa, quando ci siamo resi conto che qualcosa mancava. Mancava soprattutto a coloro che ci hanno sempre seguito in dimensione live. Quindi, abbiamo messo mano ai nostri risparmi (l’ep è autoprodotto), “dirigendoci” alla Smart Academy di Balerna, dove, con la supervisione finale di Filippo Giomo, abbiamo registrato le cinque canzoni».

Vuoi analizzare i testi?

«“I’m On My Way” è vita e liberazione. Rappresenta ciò che accade quando una persona capisce che sbattere ripetutamente contro i muri non è altro che autolesionismo fine a sé stesso… Soffrire può far bene, ma fino a un certo punto».

«“Supernight” è il pezzo a cui sono più legato. Rappresenta la convinzione, spesso più coscienziosa che reale, di un uomo che dimentica ogni pensiero passato (e futuro), per vivere interamente il presente, o meglio ciò che ritiene “vero”...».

«“Switch” racconta l’incontro tra un uomo e una donna in un bar, durante il quale lui - tra fantasia e approcci reali - alterna romanticismo a una sorta di “brutalità animale”.

«“Sad Woman” narra di un ragazzo che, dopo essere stato abbandonato, si prende gioco della sua nuova fiamma...».

«“Running In The Dreams”: da qualche notte sogno di poterla cantare in uno stadio pieno, ma, inizialmente, con le luci spente. È la voce di uomo che canta il proprio amore platonico a una donna. Un amore talmente romantico che la preoccupazione principale è sapere se «correndo nei suoi sogni, sarebbe comunque in grado di respirare». Sì, questa è romantica, e ne vado fiero. Sono un romanticone».

Quali le maggiori influenze musicali del gruppo?

«La band è influenzata soprattutto da una serie di rockband - dai Led Zeppelin agli U2, dagli Oasis ai Kings Of Leon... -, ma anche da altri generi: in particolare, dal soul, dal funky, così come dal pop più “classico”. C’è un po’ di tutto, e non è una frase fatta. Siamo pronti a giurarlo».

 

 

 

 

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