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USI"Debuggare" viaggiando nel tempo

08.11.13 - 07:00
A bordo di una Delorean guidata dal professore Matthias Hauswirth.
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"Debuggare" viaggiando nel tempo
A bordo di una Delorean guidata dal professore Matthias Hauswirth.

Il viaggio nel tempo è – al momento – un’utopia, così come l’esistenza di universi paralleli. Questo almeno per la fisica. Non per l’informatica, come mostrano le ricerche di Matthias Hauswirth, professore straordinario presso la Facoltà di scienze informatiche, che usa una particolare Delorean (per chi non conoscesse Marty McFly: la celebre macchina de Ritorno al futuro) per “debuggare”, ovvero per risolvere il problema di quelle istruzioni logiche difettose (“bug”, appunto) che causano un comportamento anomalo del computer e quegli odiati crash del sistema che ci fanno maledire PC, programmi e programmatori.

Come ci spiega Matthias Hauswirth, però, non è possibile pretendere dai programmatori l’infallibilità: un software è come un complesso libro di milioni e milioni di righe e qualche “refuso” è inevitabile. L’importante è saper intervenire per correggerlo. Ma da cosa è stato generato l’errore? Quando, dove, come risolverlo? Qui entrano in gioco viaggio nel tempo e universi paralleli, come tecnica particolarmente efficace per porre rimedio ai problemi informatici di sistemi molto complessi e spesso critici, come quelli di una banca o di un ospedale: in quello che in gergo si chiama “on-demand back-in-time debugging”, viene creato un “clone” del programma stesso e lo si fa agire in universo informatico parallelo, in modo da registrare tutte le “azioni” svolte fino alla comparsa dell’errore.

In questo modo, si può scoprirne la sorgente, andando a ritroso nel tempo, risalendo dall’effetto fino alla causa. Come disse Edsger W. Dijkstra, vincitore del premio Turing (il “Nobel” dell’informatica), “l’informatica non riguarda i computer più di quanto l’astronomia riguardi i telescopi”. Il vero obiettivo restano le stelle.

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