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SVIZZERAVolare, volare, oh, oh! Low cost al capolinea?

23.03.19 - 08:00
Il settore turistico toccato da possibili conseguenze della lotta contro i cambiamenti climatici
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L'aviazione in bianco e nero
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Volare, volare, oh, oh! Low cost al capolinea?

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Il settore turistico toccato da possibili conseguenze della lotta contro i cambiamenti climatici

ZURIGO – I venerdì sono ormai caratterizzati dalle grandi manifestazioni nelle principali piazze d’Europa a favore del clima. Un campanello che i giovani suonano alle porte dei politici poco intrapprendenti (un eufemismo) sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici.

Il turismo, in particolare quello aereo gioca ovviamente un ruolo importante. Gli studi confermano che questi vettori causano almeno il 15 percento dell’inquinamento globale.
L’avvento dei prezzi dinamici ha accentuato la problematica facendo esplodere il numero dei passeggeri trasportati in modo esponenziale. Tutti avranno potuto osservare la calca negli aeroporti di tutta Europa. Una frenesia! E non sono prevalentemente i giovani che volano non stop. Proprio in questi giorni una vicina mi ha confidato: i genitori partono per tre giorni a Abu Dhabi, mentre la zia per il fine settimana ad Madrid… E i terminal degli aeroporti sono pieni di passeggeri di mezza età che discutono sulle prossime scampagnate, un po’ come da bambino si faceva con le figurine.

Possiamo tornare indietro? Quello che è acquisito è difficile toglierlo. Se oggi guidate un SUV, tornereste ad una Smart? Non penso. Siamo tutti d’accordo che i prezzi degli aerei non corrispondono né al loro valore (andare a New York per pochi soldi è intrigante ma non è assolutamente in relazione con il prezzo del trasporto assicurato) e ai costi (in particolare ambienti creati). Tassare il cherosene sarebbe il minimo.

Gli esperti avvertono che potrebbe insorgere in futuro un nuovo atteggiamento dei turisti: la vergogna di volare. Uno spauracchio, molto concreto, che preoccupa seriamente le compagnie aeree. Il concetto attuale di business è basato su margini piccoli, moltiplicati per volumi enormi, è destinato alla crisi. Probabilmente qualcosa dovrà cambiare.

Personalmente ritengo che la mobilità rappresenti una conquista per la nostra società permettendo a noi tutti di scoprire nuovi orizzonti, incontrare altre culture, incrementare lo scambio. Mia nonna ha vissuto in Via Lucomagno a Biasca: nel corso della sua vita ha fatto un solo viaggio, quello delle sue nozze, a Venezia. Le grandi opportunità di oggi vanno mantenute, ma con un po’ di buon senso: viaggiare meno volte, ma per un periodo più lungo.

Vi è inoltre la possibilità di compensare il proprio inquinamento tramite dei contributi di compensazione. Myclimate, azienda svizzera attiva da anni in questo campo, ha notato un incremento importante delle richieste di privati e agenzie di viaggio. Questa fondazione offre la possibilità di compensare le emissioni di CO 2  con azioni a favore del clima in un altro posto del mondo. Con il suo contributo di compensazione sostiene direttamente progetti che hanno come obiettivo la sostituzione di energie fossili con fonti di energia rinnovabili e la riduzione del disboscamento della foresta pluviale.

Mi sembra che i progetti concreti ci siano e vadano nella giusta direzione. La protesta ci vuole come segnale, ma anche le soluzioni concrete condivise vanno promosse. Il turismo deve riflettere se proseguire con offerte di massa, poco redditizie, oppure valorizzare il viaggio come scoperta e arricchimento.

Testo a cura di Claudio Rossetti


Questo articolo è stato realizzato da Progetti Rossetti, non fa parte del contenuto redazionale.
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