Le industrie farmaceutiche spesso operano con logiche di mercato dimenticando l’etica, ma questo sistema rischia di spezzarsi
Dei 157 miliardi di dollari spesi dal settore privato per ricerca e sviluppo nel settore della salute nel 2016, solo 505 milioni sono per malattie come la malaria e la tubercolosi che colpiscono miliardi di persone più povere in tutto il mondo.
L'obiettivo dell'industria farmaceutica è quello di massimizzare il ritorno finanziario sugli investimenti attraverso vendite, prezzi elevati e qualsiasi cosa che possa fornire molto profitto per cui le cosiddette “malattie dei poveri” vengono trascurate.
Tuttavia, esiste un modo che evita gli incentivi di mercato che impediscono alle aziende farmaceutiche di sviluppare farmaci per le malattie della povertà eliminando la segretezza che avvolge lo sviluppo di farmaci.
Ispirati dal movimento open source nel software, i progetti “open drug discovery” mettono a disposizione di chiunque i propri dati su Internet.
Matthew Todd, professore presso l'University College di Londra e uno dei fondatori del movimento farmaceutico open source, ritiene che l'open source possa potenzialmente trasformare queste logiche in quanto si può lavorare con le persone migliori ovunque e lo sviluppo delle idee è molto rapido grazie proprio alla condivisione.
Un po’ come Wikipedia, chiunque può prendere qualsiasi cosa che viene fatta e fare tutto ciò che si vuole.
Uno di questi progetti è Open Source Malaria, che attualmente sta lavorando a due molecole per sconfiggere la malattia.
In pratica l’utilizzo di licenze open sulla ricerca farmaceutica produce un enorme impatto perché esiste più scambio di informazioni e maggiore capacità di innovazione ma anche una riduzione consistente del costo dei farmaci proprio laddove le industrie farmaceutiche non hanno interesse ad investire.
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