“Sauna” è il nuovo album di Leyya, giovane duo austriaco condiviso da Sophie Lindinger (voce, synth) e Marco Kleebauer (synth, chitarra)
VIENNA - A tre anni dalla realizzazione di “Spanish Disco” (Las Vegas Records, 2015), il primo album, e a quattro dal primo ep - di cinque tracce (di cui due remix) - “Drowning In Youth” (Las Vegas Records, 2014), Marco e Sophie, il prossimo 26 gennaio, tuttora tramite Las Vegas Records, daranno alle stampe il secondo album, “Sauna”.
Dodici tracce in cui il combo recupera le sonorità ammalianti, di matrice electro-pop, delle prime produzioni e le trasporta per di più - con un maggiore utilizzo di strumentazione analogica - al livello superiore. A documentare l’evoluzione, del resto, già i primi quattro singoli portati alla luce nel corso del 2017: “Zoo”, “Oh Wow”, “Heat” e “Drumsolo”.
Sophie, Marco, raccontatemi la nascita del duo…
Sophie: «Ci conosciamo da una quindicina d’anni, da quando eravamo bambini e vivevamo ad Eferding, un piccolo comune dell’Alta Austria. I primi passi di Leyya, in ogni caso, risalgono al 2012, nel momento in cui entrambi decidemmo di spostarci a Vienna per dare una forma più definita al prototipo, all’embrione musicale, su cui avevamo incominciato a lavorare...».
Il termine Leyya, a quanto pare, non ha alcun significato...
Marco: «È un nome che abbiamo elaborato proprio per questo motivo, perché non può essere associato a nulla…».
Nel 2014 avete pubblicato “Drowning In Youth”...
Marco: «Durante il concepimento dell’ep abbiamo lavorato su decine di canzoni, tentando di dare un’identità al nostro sound. Dopodiché, la selezione è caduta su “Wolves”, “Drowning In Youth” e “I’m Not There”: brani, questi, finiti successivamente anche all’interno di “Spanish Disco”...».
Le versioni sono le medesime, giusto?
Marco: «Direi di sì. Eccetto qualche modifica nel missaggio...».
Quali i vostri ascolti in quel periodo?
Marco: «Tonnellate di musica sperimentale…».
Vuoi fare qualche nome?
«Citerei Oneohtrix Point Never, così come Flying Lotus e un sacco di gente della sua etichetta, la Brainfeeder, di base a Los Angeles…».
Che volete dirmi dei testi di “Spanish Disco”?
Sophie: «Raccontano la nostra generazione, la “Generazione Y”, con una certa inquietudine… “Spanish Disco” è un concept costruito da riflessioni, impressioni e quesiti sul futuro...».
Eppure il titolo sembra ci introduca all’interno di un contesto spensierato…
Marco: «L’intento era quello di cercare una metafora in grado di dirottare l’ascoltatore proprio verso l’opposto per poi sorprenderlo...».
Anche “Sauna” è un concept?
Marco: «Tra le canzoni c’è un fil rouge, e direi che anche “Sauna” va ascoltato a livello integrale. Ma non lo definirei un concept, almeno non a livello di testi…».
Volete approfondire?
Sophie: «I versi narrano la vita, l’esistenza, ad ampio raggio, questa volta. Tuttora con delle paure, ma con più positività, con più speranza, direi…».
Perché “Sauna”?
Marco: «Come in passato, per le sessioni di registrazione abbiamo affittato una piccola baita a Eferding: era estate e le temperature, come puoi immaginare, non erano delle più basse… (ride). Inoltre, ci piace pensare che nel momento in cui ti ritrovi in sauna, sei seduto accanto a persone sconosciute. Se ci pensi bene, in quegli istanti, torniamo a essere tutti uguali: nudi, con addosso soltanto un asciugamano...».
Info: leyya-music.com