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GAMESAdrenalina, caos e (tanto) piombo: “Far Cry 6” è... un “Far Cry”

02.11.21 - 12:00
Il nuovo capitolo di Ubisoft mantiene l'asticella alla sua solita quota di crociera. Una garanzia o un'occasione persa?
Ubisoft
Adrenalina, caos e (tanto) piombo: “Far Cry 6” è... un “Far Cry”
Il nuovo capitolo di Ubisoft mantiene l'asticella alla sua solita quota di crociera. Una garanzia o un'occasione persa?

LUGANO - Abbiamo l'immancabile despota, del tutto folle, a capo di un qualche tipo di regime dittatoriale. Abbiamo un vastissimo "open world", situato in una località paradisiaca di fantasia - questa volta è l'Isola di Yara, nei Caraibi - che alterna scorci suggestivi (e invoglia a trascorrere ore di esplorazione) e momenti infernali. E abbiamo lui, ossia noi; un o una protagonista (che finalmente ha un volto) che si ritrova catapultato/a nel bel mezzo del caos e nel giro un paio di missioni si trasforma in un tank umano, programmato per terminare ogni entità che entra nel suo campo visivo.

Chi ha bazzicato in passato la saga di “Far Cry” avrà letto in queste righe uno scenario di certo familiare. E il sesto capitolo della serie targata Ubisoft (restando nel canone) non rinuncia a nessuno dei suoi storici pilastri. “Far Cry 6” però segna anche un passo - che gli amanti dell'action puro difficilmente potranno considerare in avanti - verso un gameplay in cui la componente GDR occupa uno spazio sempre maggiore.

Le aree dell'isola - suddivisa in tre tronconi principali legati ad altrettante fazioni di ribelli, che precedono lo scontro con l'antagonista della vicenda, ovvero quell'Anton Castillo a cui Giancarlo Esposito (il cattivissimo e glaciale Gus Fring di “Breaking Bad”) ha prestato il proprio volto - sono caratterizzate da un crescente livello di difficoltà e starà al giocatore, consapevole del grado di esperienza maturato tra sparatorie e battute di caccia varie, decidere se una zona è già alla nostra portata o se è il caso di rimandarne l'esplorazione di qualche ora e dopo aver acquisito (ma scordatevi i vecchi "skill tree") modifiche, potenziamenti e innesti vari per il proprio arsenale. E questo perché il gioco di suo non impone limiti, lasciandoci da subito a piedi e "ali" quasi del tutto libere.

Archiviati gli "spippolamenti" da gioco di ruolo, passiamo però al vero cuore di “Far Cry”: l'azione. E anch'essa vive i suoi alti e bassi. Le sequenze stealth, in particolare agli inizi, si rivelano meno coinvolgenti di quanto non fosse ripulire gli avamposti nel Kyrat di “Far Cry 4”. Anche gli scontri a fuoco soffrono in alcuni frangenti di una "grammatica" incerta, con i nemici (va detto, non intelligentissimi) che sembrano quasi materializzarsi all'improvviso dal nulla. Per fortuna nei momenti di estrema difficoltà ci pensa il nuovissimo Supremo - uno zaino multi-tasking armato di razzi terra aria e non solo - a levarci dagli impicci. Ma abbiamo anche tutta la dinamica di gestione dell'inventario, che ha una curva tutta sua e sottrae agilità al mix.

L'esperienza fortunatamente tende a bilanciarsi con il passare delle ore e la varietà tra missioni principali, secondarie e sfide (che andranno ad arricchirsi con l'entrata in scena degli iconici villain del passato per chi ha sborsato un paio di biglietti in più per accaparrarsi il season pass) assicura parecchie decine di ore di spensierate carneficine digitali. Non ci pronunciamo invece sulla storia di “Far Cry 6”. Un po' per evitare di scivolare in qualsiasi forma di spoiler e poi... ma c'è veramente qualcuno che gioca a “Far Cry” per la storia? Dai, non scherziamo.

VOTO: 8-

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