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Diamanti e Pietre PrezioseLo smeraldo: la gemma degli dei

18.05.21 - 16:29
Il fascino senza tempo della pietra verde il cui mito attraversa la storia
Smeraldi
Lo smeraldo: la gemma degli dei
Il fascino senza tempo della pietra verde il cui mito attraversa la storia

Etimologia
Il termine smeraldo proviene dal termine latino smaragdus ripreso, a sua volta, dal greco smaragdos. Alcuni studi, però, fanno risalire l’origine del nome di questa pietra al sanscrito maragata il cui significato è “pietra verde”.

Caratteristiche chimiche
Lo smeraldo è un silicato di berillio e alluminio che cristallizza nel sistema esagonale, colorato da sostanze in forma di cromo, ferro e vanadio. Come gemma del tipo III lo smeraldo presenta inclusioni visibili che sono dovute alla stessa formazione della gemma all’interno di rocce metamorfiche - rocce che sono state sottoposte a variazioni estreme di calore e di pressione.
Le inclusioni e le sottili fratture sono chiamate dagli esperti “jardin” (dal francese, “giardino”). Un’ulteriore caratteristica di questa pietra preziosa è la sua brillantezza unica. La lucentezza di uno smeraldo viene spesso descritta come setosa, calda, splendente e dipende in modo determinante da colore, purezza e taglio. La qualità del taglio svolge un ruolo primario: un tagliatore esperto è infatti in grado di collocare le inclusioni visibili lì dove non rovinino la bellezza della gemma. Attraverso il tipico “taglio smeraldo”, i famosi gradini equidistanti sono diretti a ridurre la pressione del taglio e della forma e ad accentuare così la brillantezza serica della gemma. Altre varianti di taglio sono quelli a tavola, a brillante, a rosetta o a superficie curva (cabochon).
Lo smeraldo presenta il fenomeno del pleicroismo; la trasparenza è raramente perfetta. Il peso specifico è piuttosto basso e lo stesso si può dire della durezza. Sottoposta ad alte temperature, questa pietra fonde.
Smeraldo viene chiamata impropriamente anche la varietà verde dello zaffiro ed il comune berillo.
Sono rari gli smeraldi grossi e perfetti; piuttosto comuni invece quelli imperfetti, anche di notevoli dimensioni. Si pensi che, anticamente, si usava intagliare nello smeraldo intere statue con l’effige degli dei egizi. Ecco alcuni esempi di smeraldi famosi per l’imponenza delle loro dimensioni, unita a una notevole bellezza: quello del catino del Duomo di Genova (da alcuni identificato come il Santo Graal), quello della
Corona Ferrea di Monza, ancora quello di 1350 carati appartenente al duca di Devonshire, quello dello zar di Russia di cm 12 x 15 e quello della Corona d’Austria.

Giacimenti
Poiché gli smeraldi dell’Egitto sono svaniti da tempo, a partire dal XVI secolo, con le imprese dei conquistatori Hernando Cortes (che condusse una campagna di sterminio contro gli Aztechi a partire dal 1519) e Francisco Pizzarro, l’origine colombiana dello smeraldo è diventata sinonimo di qualità eccezionale.
Scoperto nel 1931, lo Zambia possiede il secondo più grande giacimento mondiale di smeraldi, noto anche per l’elevata qualità delle sue gemme. Altre fonti di smeraldi sono Afghanistan, Brasile, Pakistan, Russia (Monti Urali) e Zimbabwe.

Lo smeraldo nella storia
La storia di questa gemma inizia in Egitto: le miniere di smeraldi nella regione sudorientale, attive probabilmente dal 3500 a. C., furono riscoperte nel 1816 da Frederic Cailliaud, mineralogista francese ed esploratore. Già ai tempi di Alessandro il Grande i minatori greci estraevano smeraldi. Anche se l´Egitto ai tempi deteneva quasi il monopolio, in realtà esistevano anche altre fonti estrattive. La regione di Habachtal nei dintorni di Salisburgo ha fornito una modesta produzione di smeraldi, inoltre orecchini di fabbricazione romana con gemme provenienti dalla miniera di Mingora, nella Swat Valley, in Pakistan. Secondo una leggenda, gli smeraldi degli Sciti, menzionati da Plinio nella “Historia Naturalis”, sarebbero venuti originariamente dagli Urali. Cleopatra, ultima regina d'Egitto, era famosa per i suoi smeraldi. Indossava meravigliosi gioielli e offriva in omaggio ai suoi dignitari smeraldi incisi con la sua immagine. Essi erano per gli Egizi più di semplici gemme, erano potenti simboli patriottici. Cleopatra ne era consapevole e per questo, quando riuscì a consolidare il potere nel 47 a. C., rivendicò immediatamente la ricchezza mineralogica del paese. Sin dall'antico Egitto, lo smeraldo è stato collegato con la fertilità, l’immortalità, il ringiovanimento e la primavera. Plinio attribuiva agli smeraldi il potere di riposare e dare sollievo agli occhi stanchi.

La leggenda del Santo Graal
La tradizione cristiana racconta che lo smeraldo cadde dal casco di Lucifero, durante il combattimento con l’Arcangelo Gabriele; in esso venne intagliato il Graal, mitico vaso dotato di ben 144 angoli (somma teosofica: 9 che è il numero della conoscenza) che contenne il sangue di Cristo, ambito da cavalieri e sapienti in ogni angolo della terra. Tutti quelli che si accinsero alla ricerca, per quanto nobili e valorosi, racconta l’epopea di re Artù, fallirono; solo Gaalad, candido e puro di cuore, riuscì nell’intento e ritrovò il mitico vaso, ma, compresa l’essenza di tutte le cose, sentì di non avere più alcuna ragione di vita e chiese la grazia di trapassare nell’altra dimensione.

 

A cura di Dario Cominotti

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