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Diamanti e Pietre PrezioseI riferimenti normativi del settore preziosi

23.03.21 - 08:00
Non tutto quel che brilla è un diamante e non tutto quel che luccica è oro
Diamanti
I riferimenti normativi del settore preziosi
Non tutto quel che brilla è un diamante e non tutto quel che luccica è oro

La mia azienda offre, tramite questo newsblog, un canale informativo per i consumatori, siano essi nostri clienti, nuovi lettori occasionali, oppure potenziali acquirenti futuri.
In questo articolo mi pongo l’obiettivo di spiegare quali siano gli accorgimenti principali per non incappare in cattive sorprese nel mio settore, quello dei diamanti, e più in generale in quello dei preziosi.
I diamanti non devono obbligatoriamente essere certificati per legge, ma un cliente attento, per essere tutelato al meglio, dovrebbe sempre chiedere al proprio venditore di riferimento un certificato riconosciuto e indipendente, almeno per i diamanti di caratura superiore a 30 punti.
Gli unici certificati riconosciuti uniformemente a livello internazionale sono GIA, IGI e HRD: nessuna gioielleria per quanto blasonata è in grado di certificare in proprio le pietre, producendo un documento con reale peso commerciale a livello globale.
Lo stesso sistema deve essere applicato alle pietre di piccola caratura e per i gioielli montati. Mi rivolgo sempre ad un certificatore esterno, poiché sarebbe ridicolo emettere in proprio un certificato completamente autoreferenziale, che attesti quello che viene venduto dalla mia stessa azienda.
Per principio non ritiro mai gioielli, né sono interessato a comprare diamanti, considerati beni rifugio, se non corredati da un certificato tra i 3 sopra citati. Nel caso l’oggetto in questione ne sia sguarnito, i passi da eseguire sono tre: per prima cosa, spedisco l’oggetto all’ente di certificazione, una volta che sono certo della natura del prodotto che sto trattando, ne discuto il prezzo e solo alla fine, se la mia offerta incontra le esigenze del venditore, procedo all’acquisto.
Questo metodo di lavoro aiuta i consumatori a capire bene in cosa stanno spendendo o investendo, e li rende sufficientemente edotti in materia affinché possano essere abili nel fare confronti in termini di prezzo e qualità con i miei colleghi.
I diamanti certificati da GIA sono normalmente laserati: in pratica il numero di riferimento del certificato è serigrafato sulla cintura del diamante stesso.
Il modus operandi di IGI e HRD invece è sempre stato quello di sigillare in blister le pietre da loro certificate. Negli ultimi anni hanno deciso di implementare il sistema aggiungendo allo stesso modo l’iscrizione laser sul diamante.
Consiglio di rivolgervi sempre a commercianti di professione, con sede stabile, dei quali non ho motivo di dubitare.
Per un acquisto da privato invece raccomando di richiedere l’intervento di un perito prima di concludere.
Un venditore privato sicuro e onesto non avrà nulla da obiettare a riguardo.

La Normativa
È giunto ora il momento di trattare l’argomento delle basi legali su cui si fonda in Svizzera il commercio di oggetti in metallo prezioso (ad es. oro, argento, platino). Queste norme disciplinano il mercato dei semilavorati, delle montature per gioielli, prodotti vari di oreficeria, i lingotti in metallo prezioso e gli orologi completamente in oro, platino o con parti composte dai suddetti metalli.
Ad oggi il controllo dei metalli preziosi è basato sulla figura del saggiatore giurato, che opera presso l’Ufficio del controllo dei metalli preziosi che fa capo all’Amministrazione federale delle dogane (AFD).
I funzionari degli uffici di controllo a cui spetta eseguire la verifica ufficiale dei lavori di metalli preziosi, dei lavori plurimetallici destinati alla marchiatura ufficiale e deputati a determinare il titolo dei prodotti della fusione, devono possedere un diploma federale di saggiatore giurato.
Questo diploma è rilasciato dall’Ufficio centrale di controllo dei metalli preziosi in seguito ad un esame. Il saggiatore diplomato giura o promette all’Ufficio centrale di adempiere fedelmente le sue funzioni.
La legge e l’ordinanza sul controllo dei metalli preziosi, disciplinano il commercio dei lavori in oro, argento, platino e palladio nonché dei lavori ricoperti di metalli preziosi.
Le casse degli orologi in metallo prezioso, oltre all’indicazione del titolo legale in millesimi e di un marchio d’artefice, devono essere designate con il marchio ufficiale svizzero, la testa del cane San Bernardo, facoltativo sui lavori in metallo prezioso con titoli legali.
La Svizzera è membro della Convenzione di Vienna: il suo marchio, la bilancia, è apposto contemporaneamente al punzone ufficiale sulle casse degli orologi in metallo prezioso, ma anche facoltativamente sui lavori in oro, argento, platino e palladio o leghe di metalli preziosi con titolo legale; questo facilita l'esportazione verso gli altri paesi che hanno sottoscritto l’accordo.
All’atto dell’importazione in Svizzera, il Controllo dei metalli preziosi può fare delle verifiche proporzionate al rischio di abusi, ma sorveglia anche il mercato interno, verificando direttamente le attività commerciali del settore che utilizzano metalli preziosi sul territorio.
Per verificare genuinità e marchiatura dei prodotti in metallo prezioso in Ticino potete rivolgervi all’Ufficio di controllo dei metalli preziosi di Chiasso.
Troverete professionisti capaci di valutare ogni aspetto normativo e doganale. L’ufficio sottostà all’Amministrazione federale delle dogane (AFD) che fa parte del Dipartimento federale delle finanze.
Spero di aver contribuito con queste informazioni a fornire un po’ di chiarezza su questi aspetti, ancora poco noti a tanti clienti, e auguro a tutti buoni affari.

A cura di Dario Cominotti

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