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LUGANO«Si fa con quel che si ha, non con quel che manca!»

24.05.17 - 07:00
Tommaso Mainardi si racconta all’interno dell’esposizione Tu! «Non ci è permesso fare errori. È questo che, alla fine, rende handicappati»
Foto di Sharon Scimé
«Si fa con quel che si ha, non con quel che manca!»
Tommaso Mainardi si racconta all’interno dell’esposizione Tu! «Non ci è permesso fare errori. È questo che, alla fine, rende handicappati»

LUGANO - Che cosa ho? Molto. Mia moglie, un lavoro, le relazioni, gli interessi. Sono animatore radiofonico, musicoterapeuta, compongo testi e musica per il gruppo reggae ZonaSun, dove canto e suono la tastiera da più di un decennio. Che cosa mi manca? Manca sempre molto, si vuole sempre di più, ma poi a me manca anche la vista. Alla mia nascita mi è stato diagnosticato un tumore maligno alla retina. Oggi non vedo quasi più nulla.

La mia infanzia è stata spensierata, anche con tutte le difficoltà che ci sono state. Certo, da ragazzo, essere inserito in una scuola dove tutti vedono è bello ma non sempre facile: fa emergere il fatto che sei diverso, sei quello con i fondi di bottiglia o l’unico che ha bisogno di un computer. Questi e tanti altri elementi possono diventare limiti, a volte sofferenze. Fatiche che ho dovuto vivere, fatiche che mi vengono sempre riproposte nel mio percorso di tutti i giorni. Ho però imparato che molto dipende dal contesto e altrettanto da me. La gente mi vede, ma vede innanzitutto la mia disabilità, un bastone bianco, degli occhiali scuri. Sono quindi io che devo andare verso gli altri, per evitare di alimentare quello sguardo prefabbricato che esiste sulle persone con disabilità. 

Ma poi dipende anche molto dal contesto: se gli altri e l’ambiente, ti vengono incontro la disabilità non c’è più, l’handicap svanisce. Ed è giusto ricordarlo: disabile può essere chiunque, in alcuni momenti della vita, in alcune situazioni. In realtà, credo che l’inghippo stia altrove. In qualche modo cresciamo con l’idea che non ci è permesso sbagliare, non possiamo permettere a noi stessi di fare errori ed è questo che alla fine “rende handicappati”. Ma io sono un combattente e ho anche imparato a prendere la vita come viene, quindi, quel che arriva, ben venga! Perché bisogna fare con quel che c’è, non con quel che manca.

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