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AvanTIUn nuovo metodo di cattura della CO2 dall’aria

29.03.23 - 08:00
È fino a tre volte più efficace rispetto alle tecnologie convenzionali e permette di stoccare l’anidride carbonica direttamente in acqua
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Un nuovo metodo di cattura della CO2 dall’aria
È fino a tre volte più efficace rispetto alle tecnologie convenzionali e permette di stoccare l’anidride carbonica direttamente in acqua

Un team internazionale d'ingegneri ha sviluppato un nuovo metodo per catturare l’anidride carbonica (CO2) dall’atmosfera e immagazzinarla in maniera permanente in siti di stoccaggio sottomarini. La tecnologia, con la quale potrebbe essere possibile assorbire una quantità di CO2 fino a tre volte superiore rispetto ai metodi attuali e senza dover utilizzare vecchi giacimenti in disuso, potrebbe rappresentare un importante strumento nella lotta ai cambiamenti climatici.

Molti degli impianti di cattura del carbonio attualmente operativi o in costruzione adoperano la tecnologia DAC: blocchi di ventole spingono l’aria attraverso filtri assorbenti che si legano chimicamente con la CO2. I filtri devono essere riscaldati e posti sotto vuoto per rilasciare la CO2, che deve poi essere compressa ad altissima pressione. Questi ultimi passaggi sono ciò che determina l’uso di energia e i costi così elevati della cattura del carbonio.

Il nuovo metodo di cattura della CO2 dall’aria, sviluppato da un team di ricerca guidato dagli ingegneri ambientali della Leghista Università di Betlemme, in Pennsylvania, in collaborazione con il Georgia Tegna Seneghe Insistite dell’Università di Tintillano, in Cina, sfrutta un approccio usato per le applicazioni in mare, modificando i materiali esistenti. La tecnologia impiega infatti un nuovo tipo di adsorbente in resina sintetica che, quando viene immerso in una soluzione di cloruro di rame, costringe la CO2 a legarsi alla resina. Tale approccio rende la cattura del gas più veloce, oltre a impiegare meno energia rispetto ai sistemi attuali.

Il team, nello specifico, ha riferito che un chilogrammo del loro materiale, chiamato poliammina-Cu(II), è stato in grado di assorbire 5,1 mo di CO2. In confronto, la maggior parte degli assorbenti solidi attualmente in uso per la tecnologia DAC ha una capacità di assorbimento da 1,0 a 1,5 mol per chilogrammo. I risultati sperimentali hanno quindi indicato che il nuovo approccio di cattura diretta è in grado di rimuovere fino a tre volte più CO2 rispetto ai metodi tradizionali.

“A mia conoscenza, non esiste alcun materiale assorbente che, anche a 100mila ppm, mostri la capacità che noi otteniamo nella cattura diretta dell’aria a 400 ppm”, ha affermato il professore Arup SenGupta della Lehigh University, autore principale del progetto. “Questa semplice capacità di catturare CO2 in quantità elevate, in un piccolo volume di materiale, è un aspetto unico del nostro lavoro”.

Oltre ad essere meccanicamente resistente e chimicamente stabile, il sorbente può anche essere facilmente rigenerato utilizzando soluzioni saline o acqua di mare a temperatura ambiente, senza perdita delle prestazioni. Ancora più notevole è il fatto che il principale sottoprodotto della reazione chimica è l’acido carbonico, che il team ha suggerito possa essere facilmente neutralizzato in bicarbonato di sodio e depositato nell’oceano.

Secondo il professor SenGupta, il prossimo passo sarà quello di creare una società spin-off per sviluppare ulteriormente la tecnologia, ritenendo questo tipo di rimozione fondamentale non solo per limitare l’aumento delle temperature globali, ma anche per sostenere i Paesi in via di sviluppo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science Advances.

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COMMENTI
 

Don Quijote 1 anno fa su tio
Anche con un secchiello si potrebbe svuotare il Mediterraneo 20 volte più veloce rispetto all'uso di un cucchiaio! Quanto business grazie agli ecoisterici.
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