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AvanTIIl nuovo sistema di propulsione della NASA

06.02.23 - 11:43
La Nasa ha selezionato e finanziato il progetto di un razzo nucleare in grado di portare l’uomo su Marte in 45 giorni
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Il nuovo sistema di propulsione della NASA
La Nasa ha selezionato e finanziato il progetto di un razzo nucleare in grado di portare l’uomo su Marte in 45 giorni

Attraverso il suo programma NIAC (Innovative Advanced Concepts), volto ad esaminare concetti nel settore aerospaziale che potrebbero stravolgere il futuro delle missioni nello spazio, la NASA ha selezionato il progetto di un rivoluzionario razzo nucleare che potrebbe permettere di raggiungere Marte in soli 45 giorni. Il “Bimodal NTP/NEP with a Wave Rotor Topping Cycle”, infatti, è stato scelto insieme ad altre 13 idee per passare alla Fase 1 della sperimentazione.

L’innovativo progetto del razzo nucleare, basato su una combinazione di propulsione nucleare termica e nucleare elettrica (NTP/NEP), è stato proposto dal professor Ryan Gosse, a capo del programma “Hypersonics” dell’Università della Florida e ricercatore presso il Florida Applied Research in Engineering (FLARE). L’utilizzo di energia nucleare piuttosto che di reazioni chimiche per ottenere una propulsione porterebbe enormi vantaggi per i viaggi spaziali, partendo dalla riduzione del carico di carburante. Una propulsione nucleare termica (NTP) potrebbe infatti riscaldare un propellente come l’idrogeno finché non si trasforma in plasma, espellendolo e permettendo al razzo di decollare. La propulsione nucleare elettrica (NEP), invece, sfrutterebbe l’energia del reattore per alimentare un propulsore a ioni.

L’idea del professor Gosse non è di usare uno di questi due metodi, bensì di combinarli entrambi in un unico reattore. In effetti, il termine bimodale indica che il razzo si baserebbe su una duplice tecnologia, appunto la propulsione termo-nucleare e la nucleare elettrica. Ciascuna di esse ha vantaggi e svantaggi e questa è la ragione per cui gli ingegneri aerospaziali ritengono che la migliore soluzione sia un razzo bimodale che le impieghi entrambe per riscaldare il propellente a idrogeno liquido, ma anche per fornire energia al veicolo spaziale e alla strumentazione scientifica di bordo, il tutto rilasciando pochissima radiazione.

Come ha spiegato il professor Gosse in un comunicato stampa, un sistema bimodale è quindi necessario per compensare gli svantaggi delle due tecniche. Da una parte c’è la NTP, basata sulla tecnologia di classe NERVA (Nuclear Engine for Rocket Vehicle Application) a nucleo solido, che è in grado di raddoppiare le prestazioni di un razzo a propulsione chimica ma i progetti presentati finora “hanno ancora problemi a fornire frazioni di massa iniziali e finali adeguate” per determinate missioni spaziali. Dall’altra vi è la NEP, che ha problemi di dissipazione del calore nello spazio. Grazie al nuovo sistema proposto da Gosse, basato su uno specifico “Wave Rotor (WR)”, è invece possibile trovare un compromesso tra le due tecnologie e ottenere prestazioni significative.

Secondo i primi studi, il propulsore sarebbe in grado di generare 1.800-4.000 secondi di impulso specifico (Isp, unità di misura per l’efficienza di un razzo). A confronto, un normale razzo a propulsione chimica genera circa 450 secondi di Isp. Se fattibile, dunque, il progetto del professor Gosse sarebbe davvero rivoluzionario. “Questo design bimodale consente il transito veloce per le missioni con equipaggio e rivoluziona l’esplorazione dello spazio profondo del nostro sistema solare”, ha concluso Gosse.

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