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ATEDIl game designer umanista

28.11.22 - 08:41
Fabio Viola è una delle menti più brillanti nell’industria dei videogiochi.
SimonaMiele
Il game designer umanista

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Fabio Viola è una delle menti più brillanti nell’industria dei videogiochi.
Ha unito alcune sue passioni, alcune insospettabili come l’archeologia, per creare giochi e percorsi di enorme successo.

Ho incontrato Fabio Viola, ospite di Digital Night, un’iniziativa organizzata in occasione del corso in Digital Collaboration Strategist e promossa da FormaTi Academy e ated-ICT Ticino, in collaborazione con Acronis. Viola è uno dei 50 dei videogame designer e producer più importanti al mondo, ma nel corso della serata ha rivelato tratti di sé davvero originali. Ammetto di essere partita un po’ prevenuta nei suoi riguardi e sfrutto questo articolo per fare pubblica ammenda. Credevo di trovarmi di fronte un “nerd” quarantenne, solo centrato sul gaming e disposto a ragionare delle “magnifiche sorti e progressive” legate alla gamification. Anche se già ascoltando alcune interviste e un TEDx tenuto a Napoli alcuni anni fa, e poi scorrendo la sua biografia mi si è svelato un talento unico, che è riuscito a unire alcune sue passioni, come l’archeologia e l’innovazione più estrema, con una grande originalità.

Fabio si presenta sulle prime timido e silenzioso, ti ascolta con grande rispetto e attenzione. È quasi incurante delle domande che gli farai e ti dà la sensazione di voler spaziare su qualunque tema senza remore o resistenze. E infatti, dinanzi al pubblico si rivela brillante e acutissimo, perché nelle risposte non è mai scontato, ma calamita l’attenzione di tutti con un ottimo ritmo narrativo. Come ho modo di osservare dal tavolo dei relatori, nelle quasi due ore di chiacchierata, vedo davvero poche persone prendere in mano il cellulare e osservo che al massimo qualcuno fa qualche foto per diffonderla poi nelle stories o sui social.

Nel flusso della chiacchierata e serata, che si prolunga molto, perché Fabio parla con tutti gli ospiti, dice: “Nella mia vita ho avuto una fortuna enorme, perché ho lavorato a videogiochi memorabili, come FIFA, Sims, SimCity, Harry Potter, The Simpsons, Need for Speed, Tetris. Ero una tessera nell’ingranaggio, spesso composto da team di centinaia di sviluppatori e creativi, ma ho potuto misurami e collaborare con realtà che sarebbero state impensabili per un ragazzo che viveva in un paesino in Puglia. Ho poi fondato società, che spesso dopo un anno ho lasciato gestire a persone più abili di me, perché io mi accendo a trovare la linea creativa del primo progetto, poi odio replicare e ripetere. E questa mia indole non si sposa benissimo con i business plan e la profittabilità di un’azienda”. Va, però, detto che Fabio è Founder di Mobile Idea, società in cui lavorano più di venti persone, ha un incarico curatoriale per la Reggia di Venaria. È Game Designer e Producer di Lucca Crea, Direttore della Pianificazione Strategica e Game Designer della città di Alghero e si illumina per ogni nuova attività o iniziativa a cui partecipa con passione.

Le cifre di Fabio Viola rimangono nel corso della serata e di ogni domanda la modestia e l’umiltà. Anche quando con Luca Mauriello, il regista dell’incontro, alla guida di Formati Academy e vice Presidente di ated-ICT Ticino che da alcuni anni propone i libri di Fabio nei suoi corsi (come ad esempio, “L’arte del coinvolgimento”), racconta che: “A inizio dicembre riceverò in Senato il premio speciale Franco Cuomo alla carriera, appena varcata la soglia dei 40 anni. Tutto è nato in adolescenza, quando frequentavo il Liceo Classico, ma collaboravo con riviste di videogiochi, scrivendo le recensioni. Proprio i videogame mi hanno letteralmente salvato la vita. Quel giorno ho iniziato a sognare di regalare alcune ore di felicità ed emozioni a milioni di persone intrappolate in una vita non loro, attraverso i giochi che sarei andato a creare da grande. Sono stato un bipede dannatamente fortunato, il sogno è diventato realtà! Non è stato facile, quel sogno talvolta è diventato una ossessione, ho dato tutto ai miei giocatori ma ho anche perso per strada tante persone ed esperienze”.

L’intervista con Fabio procede con il passo spedito e leggero, anche quando si affrontano aspetti complessi, legati al gioco come elemento facilitatore per superare deficit cognitivi, o per creare meccanismi formativi per studenti nelle diverse fasi di apprendimento, strutturare piattaforme per coinvolgere in progetti di empowerment lavoratori di aziende sparse nel mondo. O anche quando ci racconta di alcune sue produzioni, come quelle realizzate per il Museo Nazionale Archeologico di Napoli, che ha fatto registrare record su record di download (e si chiama Father and Son), oppure la mostra lanciata a Venaria Reale in questi giorni, o ancora il progetto didattico che vede al centro il parco e gli orti urbani dentro la Reggia di Caserta.

Ma quale sarà la prossima sfida che ti vede impegnato? “Ho molti progetti in via di realizzazione, uno dei prossimi mi impegnerà per qualche tempo fuori Italia, perché ho la fortuna di poter abbracciare solo le iniziative che mi appassionano e che mi ispirano creativamente a fare qualcosa di nuovo, di mai tentato. Anche perché ogni lavoro che ho seguito, alla fine, non è stato un lavoro vero e proprio, dato che nella mia vita ho potuto e posso sempre sperimentare e inventare. Questa è la mia vera dimensione, per cui mi sento vivo. Parallelamente, sono un “animale sociale” e la mia curiosità si alimenta viaggiando, conoscendo persone, rimanendo sempre nell’intersezione tra gaming e vita fisica reale”.

Per chi volesse conoscere meglio Fabio Viola, oltre ai video su YouTube, ci sono i libri, ma soprattutto le sue partecipazioni a presentazioni e lanci di progetti… Dai suoi account social c’è davvero modo di seguirlo e magari incrociarlo anche dal vivo, sui campi di Padel, a Pisa nei pochi giorni in cui si ferma, o nelle sfide online!

Di Simona Miele – ated-ICT Ticino



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