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AlimenTIamoci correttamenteTrigliceridi alti: cause, sintomi e rimedi

27.06.22 - 08:00
I trigliceridi sono i lipidi maggiormente presente nel nostro sangue e costituiscono il 90% dei grassi totali.
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Trigliceridi alti: cause, sintomi e rimedi
I trigliceridi sono i lipidi maggiormente presente nel nostro sangue e costituiscono il 90% dei grassi totali.

Cosa sono i trigliceridi?

I trigliceridi sono formati da 3 molecole di acidi grassi e una di glicerolo. Gli acidi grassi derivano dalla digestione dei grassi alimentari ed il glicerolo invece dal metabolismo degli zuccheri.

Si può quindi dire che il livello dei trigliceridi nel sangue è condizionato dall’alimentazione.

I trigliceridi infatti, vengono prodotti solo in piccola parte dal fegato, mentre la maggior parte deriva dalla dieta.

I trigliceridi svolgono sostanzialmente due funzioni: da un lato sono una riserva di energia per l’organismo e dall'altro sono un ottimo isolante termico in quanto costituiscono il tessuto adiposo sottocutaneo.

Il processo di digestione dei grassi alimentari avviene attraverso la lipasi salivare, la bile e le lipasi pancreatiche che trasformano i grassi degli alimenti in acidi grassi. Con il termine lipasi si indica il processo di elaborazione dei grassi.

Gli acidi grassi che vengono assorbiti a livello intestinale, vengono trasformati in trigliceridi e stoccati all’interno del tessuto adiposo.

I trigliceridi presenti nel sangue, se non vengono utilizzati, vengono in parte prelevati dall’insulina, prodotta dal pancreas, e immagazzinati tra gli strati adiposi.

Una parte di trigliceridi, chiamate lipoproteine, rimane in circolo nel sangue, con la funzione di trasportare i trigliceridi ai tessuti muscolari e adiposi.

 

Quali sono i corretti valori di trigliceridi nel sangue?

Il livello di trigliceridi nel sangue viene misurato attraverso un prelievo ematico.

Un livello nella norma di trigliceridi nel sangue, dovrebbe avere un valore compreso tra 70 e 150 mg/dl.

Se si dovesse riscontrare un valore compreso tra 150 e 200 mg/dl si è in una situazione di borderline ed è opportuno intervenire il prima possibile per ristabilire la situazione di salute attraverso l’adozione di una dieta prescritta da un medico o da un nutrizionista.

Se i valori superano i 200 mg/dl si deve intervenire immediatamente contattando il medico che prescriverà il consumo di alcuni farmaci e cambiando le proprie abitudini alimentari.

 

Per questo motivo abbiamo ideato il metodo IMMUNE SYSTEM DIET. Il metodo permette di dimagrire, alleviare problematiche gastrointestinali e ripristinare corretti valori ematici tramite la scelta degli alimenti corretti al proprio sistema immunitario.

Abbiamo scritto un eBook che tratta in maniera approfondita la tematica dell’ ipertrigliceridemia. È possibile scaricarlo gratuitamente cliccando QUI

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Quali sono i sintomi dell’ipertrigliceridemia?

L’ipertrigliceridemia è asintomatica, proprio come l’ipercolesterolemia.

Tuttavia livelli elevati di trigliceridi nel sangue, soprattutto se non trattati per tempo possono causare malattie cardiovascolari sintomatiche, come coronopatie, ictus, infarti e arteropatie.

trigliceridi alti possono portare alla pancratite acuta, all’ingrossamento di fegato e milza, al formicolio agli arti, alla perdita della sensibilità, alle difficoltà respiratorie e alla confusione.

Nei casi più gravi si possono anche presentare gli xantomi, che sono accumuli di grasso sottocutaneo, che si presentano sul busto, sui gomiti, sulle ginocchia, sui glutei, sulle mani e sui piedi.

 

Quali sono le cause dell’ipetrigliceridemia?

Molte volte all’ipertrigliceridemia si associano valori di colesterolo LDL elevati.

Le cause principali sono:

    • Abitudini alimentari scorrette
    • Abitudini comportamentali scorrette (come la sedentarietà)
    • Obesità
    • Diabete di tipo 2
    • Alcol
    • Abuso di farmaci (es. betabloccanti, cortisonici, diuretici, estrogeni)
    • Ipotiroidismo
    • Patologie a carico del fegato come la cirrosi biliare
    • fumo

 

Quali sono i rimedi?

Quando si è in una situazione di borderline con i valori dei trigliceridi, il primo cambiamento da apportare è una modifica dell’abitudine alimentare e comportamentale.

Attraverso una dieta equilibrata in cui si ridurranno gli zuccheri e i grassi saturi e praticando una regolare attività fisica.

Nei casi più gravi, quando si superano i 200 mg/dl è richiesto un intervento medico e al cambiamento alimentare verrà affiancata una terapia farmacologica.

 

Come intervenire con l’alimentazione?

Dal punto di vista alimentare bisognerà ridurre l’apporto di zuccheri, come il classico saccarosio, fruttosio, ma anche tutti i dolcificanti artificiali a zero calorie che danneggiano il fegato e il pancreas.

Successivamente, bisognerà ridurre il consumo di grassi saturi e idrogenati, salumi e formaggi.

Adottando queste piccole modifiche della dieta si ridurranno i grassi nel sangue, il colesterolo LDL, la pressione sanguigna e si potrà perdere anche qualche chilo qualora si fosse in soprappeso.

Bisognerà integrare nella dieta i cereali integrali e la verdura che terranno sotto controllo i grassi e gli zuccheri nel sangue.

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L’attività fisica è importante?

Si, poiché i trigliceridi rappresentano il carburante per il corpo. Quindi fare regolarmente attività fisica è fondamentale per consumare le riserve di trigliceridi stoccate nel tessuto adiposo, evitando così ulteriori accumuli di trigliceridi nel sangue e nei tessuti e la formazione di ulteriori strati adiposi.

 

Articolo a cura FN Project – Nutrition Centre

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