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SVIZZERA5G: Swisscom preme per accelerare i tempi

02.12.20 - 12:22
Il responsabile finanze: «Siamo fiduciosi che nel primo trimestre del 2021 il Datec darà istruzioni ai Cantoni».
Keystone
Fonte Ats
5G: Swisscom preme per accelerare i tempi
Il responsabile finanze: «Siamo fiduciosi che nel primo trimestre del 2021 il Datec darà istruzioni ai Cantoni».

BERNA - I vertici di Swisscom premono per accelerare i tempi del 5G, attualmente rallentati dalle resistenze emerse in diverse regioni. L'auspicio è quello di un rapido intervento della Confederazione.

Il 2020 non è stato un anno sprecato per l'espansione della telefonia mobile di nuova tecnologia, ma il settore non ha fatto i progressi previsti, afferma il responsabile delle finanze di Swisscom, Mario Rossi, in un'intervista all'agenzia finanziaria Awp. All'estero, fa notare, il 5G è promosso dai governi: «Invece nel nostro Paese alcuni cantoni stanno imponendo moratorie illegali o hanno inasprito unilateralmente le regole. Le richieste di costruzione non vengono trattate o ritardate. Questo ostacola l'intero comparto», si lamenta il manager, secondo cui spetta alla Confederazione dare ai Cantoni direttive chiare.

Dopo l'incontro con la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga, numero uno del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (Datec), si nota però movimento nel dossier. «Siamo fiduciosi che nel primo trimestre del 2021 il Datec darà istruzioni ai Cantoni su come gestire le domande di costruzione per le antenne: dopo di che il nostro settore potrà tornare a funzionare in modo ragionevole», dice Rossi.

Il problema non riguarda solo il 5G, ma l'espansione delle comunicazioni mobili in generale: «Nelle aree urbane, le nostre antenne sono già utilizzate al 90-95% della loro capacità; senza una rapida estensione potremmo presto trovarci di fronte a problemi nella trasmissione dei dati», sostiene il 60enne.

Finora Swisscom non ha intentato alcuna azione legale contro i cantoni e i comuni che hanno deciso una moratoria 5G. «Tuttavia, sono pendenti ricorsi per quanto riguarda i singoli siti di antenne», osserva il dirigente con diploma di revisore. «Ora speriamo di poterci muovere nel primo trimestre del 2021. Non ha senso che le aziende di telecomunicazione intraprendano azioni legali contro le moratorie imposte dai cantoni: bisogna trovare altre soluzioni».

Un altro problema è posto a Swisscom dall'intenzione, espressa dal Consiglio nazionale, di aumentare la velocità minima di accesso a internet dagli attuali 10 a 80 megabit al secondo, nell'ambito del mandato di servizio universale. L'impresa sostiene che dovrebbe investire 2 miliardi di franchi in 400'000 collegamenti non redditizi e situati in luoghi poco richiesti.

«Il fatto è che abbiamo un servizio universale a 10 Mbit/s, che è di gran lunga la velocità minima più alta d'Europa», osserva il manager in forza a Swisscom dal 1998. A suo avviso il servizio universale non è l'ambito giusto per promuovere la politica regionale. «Bisogna trovare altre modalità», dice il direttore finanziario.

Se l'oggetto dovesse essere approvato anche dal Consiglio degli Stati l'impresa dovrebbe esaminare le modalità di attuazione: sarebbe impossibile rispettare i tempi previsti a causa delle limitate capacità di costruzione. Dovrebbero inoltre essere trovate anche nuove forme di finanziamento. «Il servizio di base è in deficit e Swisscom non ha mai preteso un franco per questo», spiega Rossi, che non ha voluto specificare a quanto ammonti il rosso in tal senso.

Riguardo alla panne tecniche che hanno interessato quest'anno la rete Swisscom - vi sono stati momenti in cui gli stessi servizi di emergenza come i pompieri o l'ambulanza non erano più raggiungibili - l'azienda è convinta di aver fatto passi avanti. «Siamo partiti male nel 2020, con cinque grossi guasti. Abbiamo esaminato la questione con molta attenzione. Queste panne non aveano nulla a che vedere l'una con l'altra».

«Abbiamo affrontato i problemi con le organizzazioni di soccorso in modo molto rapido e completo», prosegue il CFO dell'impresa quotata in borsa, ma a maggioranza pubblica (è controllata nella misura del 51% dalla Confederazione). «In poco tempo abbiamo avuto di nuovo reti molto stabili. Lo si è visto nel mese di marzo durante il semiconfinamento, quando abbiamo registrato il 70% di chiamate in più rispetto al mese precedente e anche i volumi di dati sono aumentati».

Il nuovo anno rappresenterà anche l'inizio di un nuovo capitolo per Rossi che, come comunicato un mese fa, lascerà l'impresa per concentrarsi su mandati nell'economia. Dal primo marzo sarà sostituito da Eugen Stermetz, dirigente attivo dal 2012 presso l'operatore di telecomunicazioni.

Swisscom è nata nel 1998 come società anonima di diritto speciale - in seguito all'entrata in vigore della Legge federale sull'organizzazione dell'azienda delle telecomunicazioni della Confederazione (LATC) - nell'ambito della riorganizzazione delle poste e dei telefoni. Lo stesso anno è entrata in borsa. Alla fine di settembre 2020 il gruppo - che comprende anche l'italiana Fastweb, acquistata nel 2007 - aveva in organico 19'000 impieghi a tempo pieno, di cui 16'100 in Svizzera.

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COMMENTI
 

seo56 3 anni fa su tio
Bene, ogni tanto una bella notizia
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