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SVIZZERALe aziende sono pronte, ma ancora vulnerabili

23.10.20 - 14:32
È la situazione in Svizzera di fronte alla seconda ondata di coronavirus: un lockdown avrebbe conseguenze drammatiche
Archivio Keystone
Fonte ATS
Le aziende sono pronte, ma ancora vulnerabili
È la situazione in Svizzera di fronte alla seconda ondata di coronavirus: un lockdown avrebbe conseguenze drammatiche

BERNA - Le aziende svizzere hanno tratto insegnamenti dalla pandemia e sono meglio preparate in vista della seconda ondata, ma molte rimangono vulnerabili in termini di liquidità e vogliono evitare a tutti i costi qualsiasi nuova forma di confinamento, le cui conseguenze potrebbero essere drammatiche.

Interpellato dall'agenzia AWP, Rudolph Minsch, capo economista di Economiesuisse, ritiene che la situazione attuale non sia paragonabile a quella di marzo, poiché le aziende hanno implementato concetti di protezione funzionali e sono quindi ben preparate. In particolare, sanno cosa possono fare per contenere la diffusione del coronavirus.

Non solo telelavoro - Il telelavoro è diventato una pratica comune. Molte imprese hanno adeguato i loro processi in modo che i dipendenti siano produttivi e collegati in rete. Allo stesso tempo è essenziale che le scuole, in particolare gli asili e le elementari, rimangano aperte. Il telelavoro e lo studio da casa si ostacolano a vicenda e rappresentano un'ulteriore difficoltà per molte famiglie.

I cambiamenti rispetto a marzo però non riguardano solo il telelavoro. «Abbiamo visto che diverse aziende si sono adattate molto rapidamente, hanno perfezionato i loro processi, hanno sviluppato nuovi canali di vendita e lanciato nuovi prodotti», prosegue Minsch.

Le cattive notizie - Ma con l'arrivo della seconda ondata pandemica, in tutta Europa si moltiplicheranno le cattive notizie, avverte Martin Neff, capo economista di Raiffeisen. «La performance economica della Svizzera nel quarto trimestre dovrebbe registrare una nuova contrazione. Il recupero sta richiedendo molto più tempo di quanto molti esperti avessero previsto», ha spiegato al quotidiano Blick.

Mentre durante la prima ondata molte imprese si trovavano ad affrontare problemi di liquidità a breve termine, ora si devono superare difficoltà di pagamento a più lungo termine. I prestiti di emergenza sono spesso già esauriti e il credito privato è più difficile da ottenere, soprattutto nei settori con bassi margini di profitto. Il capitale proprio delle imprese diminuisce ogni giorno, il che a volte fa rima con problemi di solvibilità.

Le aziende con costi fissi elevati sono particolarmente colpite, poiché possono cambiare il loro modello di business solo lentamente, deplora Economiesuisse, che calcola che questo rischio incida mediamente su quasi il 5% delle società. Il dato è molto più alto nel settore della ristorazione, alberghiero e del catering, così come nell'industria delle macchine (dal 5% al 15%).

Eventi e viaggi - Non sono disponibili dati per i rami degli eventi e dei viaggi, ma è probabile che il problema sia significativo. «Il nostro settore si è già trovato in una situazione straordinaria dallo scoppio della pandemia a marzo e si è preparato di conseguenza», ha precisato il portavoce di Ticketcorner ad AWP. «Il nostro modello di business non è in discussione. In alcuni ambiti, come i biglietti per lo sci, ci aspettiamo addirittura un aumento sostanziale delle vendite online», ha proseguito.

Dal canto suo, Hotelplan ha dovuto cancellare viaggi per oltre un miliardo di franchi. Una portavoce interpellata da AWP ha sottolineato che il gruppo perderà diverse centinaia di milioni di franchi di fatturato. Il tour operator, di proprietà della Migros, ha pubblicato un nuovo regolamento più flessibile per il telelavoro. Per la concorrente, TUI Svizzera, il telelavoro faceva parte della cultura aziendale già prima della crisi, ha dichiarato una portavoce.

Secondo l'ultimo studio della società di consulenza e di ricerca Deloitte, le difficoltà di pagamento e di credito compaiono per la prima volta nel sondaggio trimestrale delle principali preoccupazioni dei responsabili finanziari (CFO) delle aziende in Svizzera. La paura principale rimane la pandemia in quanto tale, seguita dall'erosione della domanda che essa provoca e dai problemi interni all'azienda.

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