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CANTONEI giovani non sanno risparmiare: «Scusate, risparmiare cosa?»

29.01.18 - 07:16
Hanno troppo pochi soldi fin per vivere, a causa del diffondersi di forme di lavoro precario che, paradosso, renderebbero indispensabile mettere da parte risparmi
I giovani non sanno risparmiare: «Scusate, risparmiare cosa?»
Hanno troppo pochi soldi fin per vivere, a causa del diffondersi di forme di lavoro precario che, paradosso, renderebbero indispensabile mettere da parte risparmi

MANNO - Non c'è da stupirsi a sentire che i ragazzi già presenti e attivi sul mercato del lavoro, 18-24 anni, sono quelli che meno pensano al loro futuro più lontano. Perché è ancora "troppo" lontano, appunto; inconsistente, nelle aspettative e nel pensiero. Così, neanche uno su 5 investe nel terzo pilastro e sulla sua vecchiaia, a fronte di tre su cinque media generale.

Sempre più "atipici", rispetto a chi li ha preceduti - C'è da preoccuparsi, però: perché sono loro che più si trovano alle prese con le forme atipiche e precarie d'occupazione che si fanno largo in Svizzera e in Ticino, privi dunque di quel secondo pilastro che fino a qualche anno fa garantiva una pensione ai dipendenti. Gli esperti sembrano concordi: la colpa non è, o non tutta, di entrate troppo scarse e impossibilità di mettere qualcosa da parte. «Manca una visione a lungo termine», osserva Samuele Vorpe, responsabile del Centro competenze tributarie Supsi.

Tra 20/30 anni la resa dei conti - Il rischio, però, è che «rimangano senza copertura. Così come stanno oggi le cose, tra venti o trent'anni le assicurazioni sociali non riusciranno più a erogare le rendite: è urgente una riforma». Come riuscire a garantire prestazioni medesime, o analoghe, a quelle attuali?

Per fortuna l'Iva è ancora bassa - «La misura più probabile è quella di un aumento dell'Iva, che è fra le più basse al confronto con il resto dell'Europa e dunque lascia più margine a manovre utili a finanziare la previdenza, che oggi è basata su un sistema troppo vecchio, non più attuale. L'Iva è un'imposta indiretta, che non segue il principio della capacità contributiva, dunque potrebbe essere l'ideale. In alternativa, si potrebbe ragionare sulle imposte indirette. Sono tutte ipotesi degne di essere esaminate. L'importante poi è trovare il consenso».

Lavoreranno dopo la pensione - Berna starebbe intanto pensando all'introduzione di ulteriori incentivi al lavoro dopo l'età pensionabile, che «potrebbe inoltre essere alzata o resa più flessibile», continua Vorpe. Atteso per questo febbraio l'annuncio di proposte concrete da parte del Consiglio federale. «È un problema nazionale e va affrontato in tempi che non siano biblici. I rischi sono alti, i salariati sono sempre meno, il sistema potrebbe non reggere a lungo».

Ticinesi "peggio" degli svizzero-tedeschi - In Ticino la situazione è anche più grave, dice il buon senso e confermano i numeri: versano nel terzo pilastro, per esempio, solo due su cinque. «Gli stipendi sono notoriamente più bassi rispetto a quelli in Svizzera tedesca - osserva Vorpe - e i redditi sono un fattore preponderante per spiegare lo scarso ricorso al terzo pilastro. Non bastassero, le spese sono incrementate. I premi della cassa malati sono sotto gli occhi di tutti. La gente è costretta a ridurre le uscite  e probabilmente una delle prime a essere considerata superflua, e alla quale si rinuncia di conseguenza, è il terzo pilastro». 

Nei guai "per definizione" - Così, tira le somme Jenny Assi, docente-ricercatrice alla Supsi, si arriva al paradosso per cui «le persone che avrebbero più necessità di avere il terzo pilastro sono quelle che non ce l'hanno per definizione. A preoccuparmi sono però ancora di più coloro che non hanno neppure il secondo: secondo i miei studi, nel 2012 erano ben il 22% della popolazione».

La prima colpa: la disinformazione - La questione economica, riflette però, «è fondamentale ma non spiega tutto. Le ragioni finanziarie riguardano solo il 46%. C'è anche mancanza di fiducia nel sistema, oppure scarsa conoscenza, o ancora il bisogno di immaginarsi altrove che in Svizzera a godersi la pensione». Fatto sta che, «se continua così, arriveremo ad avere solo un grande primo pilastro, nel senso che anche il secondo, che fa sempre più fatica a coprire il rischio vecchiaia, si trasformerà in un sistema a ripartizione».

La seconda: pensare solo a spendere, anche quel poco - Quale via d'uscita, oltre a quella che potrà indicarci la politica? «Serve più coraggio: il coraggio di ripensare le responsabilità individuali - conclude Assi - Non possiamo più permetterci di dare per scontato che la nostra vecchiaia è garantita. Viviamo in una società consumistica che non favorisce il risparmio: dobbiamo prenderne atto e cominciare a consumare di meno, a risparmiare di più. Almeno chi può».  

 

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COMMENTI
 

francox 6 anni fa su tio
Pensare di dover lavorare dopo i 65 anni quando a 50 non trovi più assolutamente nulla è utopico e quindi è un discorso che fa girare le bagole. Inutile far finta di trovare una soluzione quando si sa benissimo che è una fesseria!

lo spiaggiato 6 anni fa su tio
Mah, il terzo pilastro !o trovo pericoloso... Un mucchio di soldi dato in mano ad assicurazioni che magari fra 10 o 20 anni sono fallite... Meglio mettere questi soldi da parte e/o gestirli con oculatezza (anche se non è sempre facile)...

Thor61 6 anni fa su tio
Risposta a lo spiaggiato
Altrimenti a cosa dovrebbe servire il 3° pilastro? Lo scopo è arricchire la assicurazioni. Tra alcuni anni quando queste assicurazioni DOVRANNO pagare gli assicurati avranno ancora il denaro versato? Esisteranno ancora queste assicurazioni? E non ultimo lo stato se ne laverà le mani affermando che era una questione "Privata". Sicuramente come dici sarebbe meglio il classico "Materasso".

Zico 6 anni fa su tio
Risposta a lo spiaggiato
sai quante assicurazioni sono fallite dal 1900 ad oggi? informati

lo spiaggiato 6 anni fa su tio
Risposta a Zico
Nessuna idea... ma a me preoccupa che ne fallisce solo una, quella che ha in mano i miei soldi... :-)))))

Zico 6 anni fa su tio
Risposta a lo spiaggiato
informati e poi metti soldi in banca se ti senti più sicuro... ahahahahahhahahhhahhahhhahhahhahhah. il tuo motto è sparare nel mucchio senza sapere cosa scrivi. da noi li chiamano nocc.

lo spiaggiato 6 anni fa su tio
Risposta a Zico
Cioè, per te esistono solo assicurazioni e banche... uhhh devi essere una eminenza in economia... e poi sarei io quello che non sa che cosa scrive... ti risparmio come li chiamo io... :-)))))

Zico 6 anni fa su tio
Risposta a lo spiaggiato
ho risposto al tuo blog dove parlavi di assicurazioni. se soffri di mancanza di memoria non è colpa mia. perfettamente inutile sviare il discorso nion sai quello che scrivi. informati. se non li vuoi mettere in banca e non nelle assicurazioni mettili pure sotto il materasso che li gestisci con criterio... ma va va va va va scienziato economico

Mattiatr 6 anni fa su tio
Io sono giovane, sto ancora facendo l'apprendistato ma ho comunque una somma ridotta da gestire. A contrario di praticamente tutti i miei compagni le mie spese le pago io. L'abbonamento del telefono, l'abbonamento del bus, la benzina per la moto e da quest'anno pagherò anche la cassa malati. Quando abbiamo introdotto il discorso in uno dei tragitti casa-scuola tutti mi guardavano male. ''ma i tuoi non ti pagano gli abbonamenti? ma i tuoi non ti pagano i pranzi?''. A contrario dei miei amici io ho molte più spese, abitando in alta Vallemaggia impiegherei ore a raggiungere il posto dove lavoro nel Gambarogno (ora che non ci sono i battelli 3) mentre in moto ne impiego una. Ciò comporta la benzina e l'olio per circa 200 franchi mensili. Essendo ancora una moto piccola fa più fatica e quindi più volte dal meccanico (solo così ho calcolato 150-200 franchi mensili). 50 franchi di abbonamento del telefono e 600 franchi di arcobaleno ripartiti su un'anno (circa 50 al mese). A parità di stipendio riesco ad arrivare a fine mese malgrado uscendo tutti i weekend assieme a loro senza troppi problemi mentre loro fanno comunque fatica. Alla lezione di economia abbiamo parlato del fatto che molte famiglie se fanno fatica ad arrivare a fine mese tenderanno a ridurre la qualità dell'alimentazione, ero l'unico che vedeva questa situazione come normale, tutti portavano esempi tipo ''settimana scorsa ho fatto una grigliata e ho preso la carne dal macellaio''. In settimana io mi porto il pranzo da casa (spesso panini) mentre loro li vedo sempre ordinare da asporto. Io per avere quei 10-20 franchi in più per uscire il weekend sono disposto a risparmiare mentre loro non si fanno problemi perché tanto il pranzo lo paga il papi. La differenza fra la gioventù di adesso e quella di 20/30 anni fa (+ casi sempre più isolati come il mio) è che prima veniva insegnato a gestire i costi tramite entrate che potevano essere stipendi o lavori estivi mentre oggi tutte le uscite sono ripagate dai genitori. Non sono i soldi a mancare ma un entrata improvvisa delle spese che ogni adulti ha. I genitori de XXI secolo cullano i figli evitandogli fatiche come pagarsi le serate al cinema ecc. Basterebbe capire questo. Tutti sono capaci di gestire i soldi quando ce ne sono in abbondanza ma solo chi è in grado di gestire una somma limitata è sicuro di avere qualche possibilità. Buona settimana

fapio 6 anni fa su tio
Risposta a Mattiatr
Complimenti! Sei un ragazzo con la testa davvero sulle spalle. E complimenti anche all’educazione che ti han dato i tuoi genitori. Chapeau!

siska 6 anni fa su tio
Qui ci stanno dilapidando quel poco che abbiamo (parlo soprattutto verso chi fa fatica ad arrivare a fine mese e continua a togliersi il vivere quotidiano) attraverso premi esorbitanti che aumentano di anno in anno a favore di chi??? Affitti che non poi così accessibili etc. etc. E con questo basterebbe ad interrompere questa spirale diabolica che ci porterà al collasso. Francamente basterebbe che ogni cittadino paghi Frs. 150.- al mese per la cassa malati, i ricchi, i benestanti e i milionari che vogliono il surplus? Se lo paghino loro di tasca propria con un'assicurazione apposita per loro. Sono stufa da povera di pagare come se fossi ricca.

Bär 6 anni fa su tio
Cavoli loro. Non si fanno mai mancare niente, macchine e natel nuovi, vestiti griffati... che si arrangino ... hanno il cervello che lo usino!

limortaccituoi 6 anni fa su tio
Risposta a Bär
Cavoli loro....evidentemente non hai la minima idea del ruolo che hanno i risparmi nel funzionamento di un economia come la nostra tenuta in piedi dalle banche. Ahah cavoli TUOI bambela!

gabola 6 anni fa su tio
Risposta a Bär
Credo siamo stati giovani tutti,ci si arrangiava con quello che c'era,forse una volta si usava un po di piu l'oggetto nella tua frase,anche se a volte ti vengono i dubbi che l'abbiano,le mie asinate le ho fatte,pagandone il conto ma sempre con le misere paghe che giravano,se ne avevi uscivi se no in casa;)

Pepperos 6 anni fa su tio
Fa due anni ho ridotto il carico del lavoro! 50% ; in contropiede meno tasse:) Naturalmente Delle scelte: appartamento più piccolo, macchina venduta.... Questione di scelte e cosa si vuole rinunciare; nessuno ti obbliga a non andare contro corrente.

elvicity 6 anni fa su tio
risparmiare... cosa da tempi passati ... a malapena si riesce a 'sopravvivere'
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