Unia ammette una «tendenza alla crescita» degli iscritti, alimentata da un mercato del lavoro che cambia «e in modo pessimo»
BELLINZONA - È un sindacato che cresce assieme al dolore e le sventure della gente. «Siamo confrontati giornalmente con situazioni che rasentano la disperazione», ammette Dario Cadenazzi, Unia. Persone che, soprattutto in questa fase sociale e storica, «ci vedono come l'ultimo baluardo». Non c'è modo più facile, e preoccupante, per spiegare la «tendenza alla crescita» registrata dal sindacato negli ultimi mesi. «Questa condizione aumenta il numero degli associati».
Duemila nuovi iscritti all'anno - Tremila iscritti in più in dieci anni, per un totale di 20'500 oggi. Non serve la conferma dei numeri; bastano le parole: l'incremento è stato molto più netto negli ultimi tempi, rispetto agli inizi. Purtroppo «non disponiamo di dati precisi sui singoli anni», osserva il portavoce Claudio Carrer, aggiungendo che «mediamente ci sono circa 2'000 nuovi iscritti ogni anno. Il dato dei 3'000 in più tiene conto anche delle dimissioni, dei decessi e delle partenze all’estero».
Oltre un terzo sono frontalieri - Parecchio viene da oltreconfine: 7'500, cioè oltre un terzo del totale. Se mai lo sono stati agli albori, i frontalieri non sono più un'anomalia. «Non facciamo differenze - dice Cadenazzi - La nostra priorità è l'organizzazione collettiva dei lavoratori, ovunque abbiano dimora. E i frontalieri, come i residenti, hanno un urgente bisogno del sindacato, davanti a un mercato del lavoro che vedono cambiare e in modo pessimo».
Un 2017 «intenso», un 2018 «anche peggio» - Lavoro gratuito, lavoro precario, sicurezza, tutela della salute, fallimenti, blacklist. I temi si rincorrono, in un 2017 che «è stato un anno intenso» e un 2018 che «lo sarà ancora di più. In questo senso vogliamo essere la Casa dei salariati. Oggi serve un sindacato dei tempi difficili, un sindacato di lotta, per resistere all'arroganza del padronato e dell'economia».
Dumping salariale, dal 2011 a oggi: un problema «trasversale» - Ecco dunque che il dumping salariale è definizione sempre attuale, sempre più urgente e grave. «È al centro delle nostre preoccupazioni, anche per questo 2018 - ribadisce Cadenazzi - È una parola che abbiamo sdoganato nel 2011 con l'edilizia: ora è diventata trasversale. Promuoveremo campagne salariali a difesa della popolazione, mettendoci tutto il nostro peso».
«Serve una sezione del lavoro in Procura» - In un momento sempre più difficile, in una situazione sempre più complessa, si cerca anche la collaborazione della magistratura, che «auspichiamo possa dotarsi di una sezione dedicata al mondo del lavoro». Un sostegno in una realtà dove «l'atomizzazione delle tipologie contrattuali» rende faticoso «il nostro intervento e la solidarietà comune. Ma, quando c'è bisogno, i lavoratori poi si avvicinano l'un l'altro».