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LUGANO«Rapinatori? No, criminali falliti senza un vero piano»

28.09.16 - 17:29
Nel processo di Castelrotto i difensori hanno fatto leva sulla mancata organizzazione del gruppo: «Erano convinti che fosse un colpo facile»
Polizia cantonale
«Rapinatori? No, criminali falliti senza un vero piano»
Nel processo di Castelrotto i difensori hanno fatto leva sulla mancata organizzazione del gruppo: «Erano convinti che fosse un colpo facile»

LUGANO – «Stiamo parlando di balordi allo sbaraglio». Così l’avvocato Riccardo Balmelli, patrocinatore del 26enne Fulvio Bondio, che questo pomeriggio ha preso la parola per primo nella fase finale del processo per la tentata rapina al portavalori. Davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, ha sostenuto che «la pericolosità della loro operazione va ampiamente ridimensionata». Il legale ha infatti spiegato che nell’agire degli imputati c’erano lacune organizzative, che non avrebbero mai permesso di assaltare e portare via l’intero furgone portavalori. E per quanto riguarda il suo assistito – nei confronti del quale ha chiesto una massiccia riduzione della pena, parzialmente sospesa se superiore ai due anni – ha sottolineato che il 26enne aveva un ruolo secondario, «non è un ingegnoso criminale».

Spinto dal dramma familiare - Anche il legale Giacomo Maggetti, difensore del 43enne Salvatore La Spesa, ha insistito sul grado d’organizzazione del gruppo. «Erano convinti che fosse un lavoro facile, non avevano pianificato tutto nei minimi dettagli». E il suo cliente, in particolare, sarebbe stato spinto da una difficile situazione familiare, caratterizzata da debiti e soprattutto da una figlia invalida al cento per cento. Per La Spesa ha allora chiesto una pena detentiva da espiare di un anno al massimo.

«Aspiranti rapinatori» - Secondo l’avvocato Fabiola Malnati, che assiste Fedele D’Amato (51 anni), si dovrebbe parlare di «aspiranti rapinatori: quei rapinatori con le idee confuse, che a grandi linee sanno come agire ma che poi non hanno un piano particolareggiato». In poche parole: «Sono quelli che si definirebbero criminali falliti». Malnati ritiene allora che la pena nei confronti del 51enne si debba contenere nei tre anni.

I consumatori di stupefacenti - Così come i difensori intervenuti prima di lui, pure Massimiliano Parli – legale del 48enne Giorgio Carletti – ha parlato della «presunta pericolosità» dell’operazione e della «disorganizzazione del gruppo». Considerando che all’epoca dei fatti il suo assistito era un «consumatore incallito» di sostanze stupefacenti, Parli ha chiesto per lui una scemata imputabilità, «almeno di grado lieve». E una pena di 24 mesi al massimo. Pure l’avvocato Maurizio Pagliuca ha parlato, per il suo cliente Remo Rizzo (47 anni), di scemata imputabilità da riconoscere a causa del suo consumo di droghe. La pena richiesta: 20 mesi.

Il complice disinteressato - «Mai e poi mai si sarebbe immaginato una rapina». L’ultimo intervento è stato quello di Walter Zandrini, il legale del 37enne Mirko Concas. Al suo cliente era stato chiesto un favore con un compenso di 100-200 euro, ma non sapeva cosa stesse realmente accadendo, ha spiegato. «Le sue colpe sono di aver sottovalutato la situazione e di essersene disinteressato».

Nel corso della mattinata, lo ricordiamo, il procuratore pubblico Nicola Respini aveva chiesto pene detentive comprese tra i 24 mesi e i 4 anni e 3 mesi. La parola passa quindi alla Corte, che comunicherà la sentenza domani a partire dalle 15.

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