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CANTONE«Siamo un paese senza regole»

01.05.16 - 13:23
Dalle Officine al'Espocentro, ecco il corteo del primo Maggio
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«Siamo un paese senza regole»
Dalle Officine al'Espocentro, ecco il corteo del primo Maggio

BELLINZONA - Anche quest'anno, nonostante la pioggia, i lavoratori sono scesi in strada per manifestare. Eccezionalmente a Bellinzona, invece che a Lugano, il corteo del primo Maggio è partito dalla sede delle Officine fino all'Espocentro.

Diversi i discorsi in programma che puntano sui temi caldi, in primis "un’AVS forte!" in vista dell’iniziativa «AVSplus», lanciata dai sindacati, sulla quale ci si dovrà esprimere in settembre. Ma sono stati anche altri i temi caldi, come la parità salariale tra uomo e donna o l’inasprimento delle misure di accompagnamento. E infine, la politica monetaria della banca nazionale che, secondo i sindacati, «rischia di condurre la Svizzera verso la deindustrializzazione».

«Ci opporremo alla libera circolazione» - Se non vengono adottate «misure efficaci a salvaguardia dei diritti e delle condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori saremo costretti ad opporci alla libera circolazione delle persone». A pochi giorni dalla decisione del Consiglio nazionale di estendere alla Croazia l’attuale accordo in materia tra la Svizzera e l’Unione europea, il presidente dell’Unione Sindacale Svizzera (USS) Ticino e Moesa Graziano Pestoni ha ribadito con forza questo concetto intervenendo poco fa all’Espocentro di Bellinzona davanti alle oltre 1000 persone che in mattinata hanno dato vita al tradizionale corteo per la Festa dei Lavoratori, uno degli ultimi atti del Festival del 1° Maggio in corso da giovedì che l’USS ha dedicato al “bene comune”. A partire da quello dei lavoratori, di tutti i lavoratori, senza alcuna distinzione, è stato ripetutamente sottolineato durante la quattro giorni.

«Un paese senza regole» - «Viviamo in un paese senza regole. Da noi si possono versare salari da fame senza incorrere in nessuna sanzione, si può licenziare qualsiasi dipendente anche senza ragione e dopo decenni di lavoro, si può sostituire liberamente personale stabile con precari senza diritti forniti dalla agenzie di collocamento. E nei settori in cui esiste qualche regola, esse vengono spesso violate da padroni avidi e senza scrupoli», ha denunciato Graziano Pestoni, sottolineando l’importanza dell’unità di tutti i lavoratori, senza creare divisioni, tra Svizzeri e stranieri, residenti e frontalieri, giovani e anziani, donne e uomini. «Per evitare l'afflusso eccessivo di lavoratori non residenti e salari da fame, ci vogliono regole, contratti collettivi in tutti i settori, salari chiaramente definiti per ogni categoria professionale. Ci vogliono controlli e sanzioni», ha affermato il presidente dei sindacati ticinesi.

No al “patto di paese” unilaterale - «Gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori, ossia della stragrande maggioranza della popolazione, non possono figurare all'ultimo posto della graduatoria», ha poi affermato Pestoni riferendosi al “patto di paese” presentato settimana scorsa dal ministro dell’economia Christian Vitta.

Pestoni ha infine denunciato un «tentativo di distruggere il servizio pubblico», riferendosi alle privatizzazioni e alla nuova Legge sull’Ente ospedaliero cantonale in votazione il prossimo 5 giugno, che ha definito «incredibile e scellerata», un «immenso regalo» di «una cordata di speculatori capeggiati dal presidente del Governo Paolo Beltraminelli a coloro che vogliono realizzare lauti profitti sulla salute della popolazione».

Salvare l’Ente ospedaliero dagli appetiti privati - Un tema, quello degli ospedali, su cui è intervento durante il corteo anche Roberto Martinotti del sindacato dei servizi pubblici Vpod: «quella che viene presentata dai fautori come una “fruttuosa collaborazione con il privato”, costituisce in realtà una vera e propria privatizzazione dell’EOC. Se la popolazione dovesse accettare la modifica di legge, le strutture miste pubblico-privato verrebbero progressivamente sottratte al controllo pubblico e sarebbero obbligate a privilegiare gli interessi finanziari degli azionisti privati a scopo di lucro, anche se ciò fosse in contrasto con gli interessi dei pazienti e della politica ospedaliera pubblica. Sarebbe l’inizio della fine dell’EOC», ha ammonito.

No ad una scuola a due velocità - Sempre in materia di servizio pubblico, si è espresso Adriano Merlini, insegnante e presidente del Gruppo docenti della Vpod, che ha parlato di docenti che subiscono «un’erosione salariale da oltre vent’anni» e che sempre più spesso sono chiamati a fare «volontariato».

Asili nido, Officine FFS, Bata, Alice Allison - Sulla necessità di porre fine alla «situazione scandalosa in cui versano numerosi asili nido privati in Ticino» si è invece espresso il segretario cantonale della Vpod Raoul Ghisletta, il quale ha invitato a sostenere un migliore finanziamento pubblico di queste strutture, oggetto di un’iniziativa popolare attualmente al vaglio del Parlamento.

Tra i protagonisti del colorato e rumoroso corteo c’erano anche le dipendenti e i dipendenti dei negozi di scarpe Bata e della Alice Allison di Grono. Le prime per denunciare la decisione della proprietà di chiudere per fine luglio tutti i negozi in Svizzera. I secondi confrontati con la decisione della proprietà di chiudere lo stabilimento entro fine anno e di licenziare 33 persone.

I partecipanti alla manifestazione di stamane si trovano ancora all’Espocentro dove tra poco si esibiranno il cabarettista Vincenzo Emanuello - che racconterà in modo comico la vita di un lavoratore italiano in Svizzera - e i ragazzi della Casa del vento. Alle 16.30 si chiuderà ufficialmente il Festival del 1° maggio 2016, che sull’arco di quattro giorni ha offerto ai numerosi visitatori convegni, dibattiti, concerti, film, teatro e attività per bambini.

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COMMENTI
 

MIM 7 anni fa su tio
Sempre in ritardo sti sindacati, sempre.

OCP 7 anni fa su tio
Ricordo male o i sindacati sono quelli che hanno sostenuto e sostengono ancora la libera circolazione delle persone, l'UE, ecc ecc? Tutte cose che anche un bimbo sapeva che avrebbero provocato problemi nel mondo del lavoro e la compressione dei salari (pare che dire "dumping" non sia politically correct perché non esiste dumping, l'è tüt a post). Poi però fanno sfilate e rivendicano perché i lavoratori sono in difficoltà. Mah... non è che per caso, forse, magari... c'è un conflitto di interessi? Sbaglierò anche ma uno che la sapeva lunga diceva che "a pensare male si fa peccato ma spesso si indovina".

bm51 7 anni fa su tio
Risposta a OCP
E' proprio così. Hai ragione.

OCP 7 anni fa su tio
Risposta a bm51
Eh già... e mi piacerebbe sapere quanto è lo stipendio medio di un sindacalista, pagato anche con le quote associative versate dai lavoratori in difficoltà che dicono di difendere.

bm51 7 anni fa su tio
Risposta a OCP
Infatti è difficile poterlo sapere, io li vedo come dei papponi che guadagnano benissimo sfruttando gli altri.

bm51 7 anni fa su tio
Ne abbiamo troppe che ci limitano la libertà.
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