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L'OSPITEIl discorso del 1° agosto a Massagno

01.08.15 - 21:29
Luca Pagani, Presidente del Gran Consiglio
Il discorso del 1° agosto a Massagno
Luca Pagani, Presidente del Gran Consiglio

Signor Sindaco,

Autorità civili e religiose,

Signor Presidente della Pro Massagno,

Cittadine e Cittadini,

 

grazie per il gradito invito a festeggiare con voi il 724° Natale della nostra Patria e un cordiale saluto anche da parte del’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio della Repubblica e Cantone del Ticino.

Quando il vostro Sindaco, con previdente largo anticipo - allora non ero infatti ancora Presidente del Gran Consiglio – mi ha contattato, ho subito accettato con grande piacere l’invito, sia perché a Massagno ho sempre trovato un’accoglienza particolarmente calorosa sia perché la partecipazione alla Festa nazionale, come la vostra presenza certamente dimostra, costituisce una preziosa testimonianza di attaccamento, di stima e di amore nei confronti della nostra nazione.

Il 1° di agosto è quindi occasione propizia per manifestare gratitudine verso la Patria e verso il Creatore che ce l’ha donata, come ci ricorda il nostro Inno nazionale, ma anche per riflettere sui valori che hanno reso grande questo piccolo Paese.

Un Paese nato dalla libera volontà di riunire popoli che parlono lingue diverse, che provengono da territori e culture diverse e che professano culti diversi pur nel solco della comune matrice cristiana.

Un Paese che è stato capace di creare e di sviluppare nei secoli una solida unità nazionale, salvaguardando nel contempo, quale fattore di ricchezza e di coesione, le diversità, così come l’autonomia dei singoli stati che lo compongono.

E’ questo il cardine della nostra nazione, basata sul federalismo, sulla democrazia diretta e sul rispetto delle libertà individuali della persona umana.

Ma queste forme organizzative, pur preziose quanto indispensabili per la nostra identità, non sarebbero di per sé sufficienti a fare della Svizzera la patria che oggi tutti conosciamo e amiamo, se non fossero sorrette da altri valori fondanti.

Per meglio evidenziarli, ho ritenuto utile andare a riscoprire i documenti che stanno alla base della nostra nazione.

A partire proprio dal quel Patto federale che, nella traduzione dal latino, inizia con le parole: “Nel nome del Signore, così sia. E’ opera onorevole ed utile confermare, nelle debite forme, i patti della sicurezza e della pace” e che termina con l’espressione: “Fatto l’anno del Signore 1291, al principio del mese di agosto.”. Ciò che ci richiama alla memoria anche il motivo di questi festeggiamenti proprio il 1° di agosto.

Un testo che, grazie alle moderne tecnologie, può essere facilmente consultato online, anche se devo dire che durante i miei studi in collegio ho avuto la fortuna di vedere, non senza emozione, il manoscritto originale conservato nell’Archivio dei Patti federali di Svitto.

Questo documento che, associato al leggendario giuramento del Grütli, è considerato ufficialmente il più antico atto costituzionale svizzero, contiene sostanzialmente, “in considerazione della malizia dei tempi”, disposizioni di pace, di sicurezza di reciproco aiuto e di indipendenza nell’unità, convenute sotto giuramento “nell’interesse e a vantaggio comune”.

Analoghe disposizioni erano inserite nella prima vera costituzione federale del 1848 e si trovano tuttora nella nuova Costituzione del 1998, che nel suo preambolo fra l’altro recita: “ In nome di Dio onnipotente, il Popolo svizzero e i Cantoni, consci della loro responsabilità di fronte al creato, risoluti a rinnovare l’alleanza confederale e a consolidarne la coesione interna, al fine di rafforzare la libertà e la democrazia, l’indipendenza e la pace, ecc.”.

Ecco allora che da questa breve analisi emergono quegli ulteriori valori fondanti che hanno fatto la prosperità del nostro Paese e sui quali mi sono soffermato anche durante il mio discorso di insediamento dello scorso 18 maggio in apertura della nuova legislatura.

Penso segnatamente a due valori che mi stanno particolarmente a cuore e che desidero porre in speciale evidenza anche in questo mio intervento: l’unità e la pace.

Unità e pace nelle nostre famiglie, nella nostre comunità, nella nostra amata Confederazione e fra tutte le persone e tutti i popoli.

In un momento particolarmente delicato della storia quale quello che stiamo vivendo, anche noi come i nostri padri fondatori in tempi difficili abbiamo grande bisogno di essere uniti e costruttori di pace, per il futuro della nostra nazione e più in generale per assicurare un avvenire alle future generazioni.

Unità e pace che sono sempre possibili, ma che vanno desiderate e ricercate a partire dal nostro piccolo.

Perché ciò possa accadere dobbiamo fare in modo che l’unità e la pace non restino confinate nelle nostre Carte fondamentali o nei discorsi del 1° di agosto, ma che siano sempre alla base del nostro agire, impegnandoci giorno dopo giorno a essere uomini e donne di pace e a promuovere una nuova cultura dell’incontro, del dialogo, della giustizia e della fratellanza.

E’ inoltre necessario che la politica, per essere portatrice di unità e pace, sappia sempre mantenere una misura alta, intesa nel suo vero significato di servizio alla persona umana, per la realizzazione di quel bene comune che già il Patto federale oltre sette secoli fa invocava.

Occorre in particolare recuperare il senso etico nel nostro pensare e nel nostro agire, superare la logica della contrapposizione e ricercare quell’unità di intenti e quella coesione indispensabili per affrontare le sfide che interpellano la nostra società in questi non facili tempi e per fornire risposte eque e concrete.

Questa è la nuova alleanza che come cittadine e cittadini di buona volontà dobbiamo sforzarci di ricercare e attuare, per amore della nostra Patria e per far sì che essa possa sempre più divenire anche a livello internazionale modello e costruttrice di pace e di unità.

Buon 1° di agosto a tutti, con l’augurio che questi buoni propositi non siano limitati a questo solo giorno di festa!

 

Luca Pagani, Presidente del Gran Consiglio

Massagno, 1° agosto 2015

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