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LUGANONon solo scienza al 19esimo Dies academicus dell’USI

18.04.15 - 12:56
La storia dell'universo e mondo universitario, ma anche musica e riconoscimenti, oggi a Lugano
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Non solo scienza al 19esimo Dies academicus dell’USI
La storia dell'universo e mondo universitario, ma anche musica e riconoscimenti, oggi a Lugano

LUGANO - Si è svolto questa mattina sul campus di Lugano il 19esimo Dies academicus dell’Università della Svizzera italiana. La cerimonia ha offerto l’opportunità di ascoltare gli interventi di Stéphane Rossini, Presidente del Consiglio nazionale, e di Fabiola Gianotti, il noto fisico italiano a capo di uno dei due progetti che hanno portato alla scoperta del bosone di Higgs e prossimo Direttore generale del CERN. La riflessione è quindi passata dalle frontiere dell’universo a quelle dell’università, soffermandosi sulla riorganizzazione del sistema accademico svizzero e sull’importanza – in questo contesto – di non perdere di vista il valore della ricerca fondamentale e dell’anima umanistica delle università.

La storia dell’universo – ha indicato il Presidente dell’USI Piero Martinoli – mostra che gli spazi di frontiera si rivelano sovente un fertile terreno di scoperta. Una frontiera, infatti, è al contempo un limite e la tensione al suo superamento e in questo senso esprime bene l’essenza di un’università, luogo di sfida e di energia al confine tra l’oggi e il domani, soglia aperta verso l’ignoto. Davanti alla riorganizzazione del mondo accademico svizzero con swissuniversities ( università, SUP e ASP riunite sotto lo stesso “tetto”) e a fronte della pressione sulle università per una ricerca sempre più spendibile nell’immediato, è dunque importante che le università ribadiscano la legittimità di una ricerca libera e imprevedibile e mantengano salda la propria vocazione a essere fronte di resistenza di quei valori che ci chiamano a inseguire non il profitto, ma l’aspirazione al vero e al bello.

Frontiera significa anche incontro e scambio. In quest’ottica, ha ricordato il Presidente dell’USI, è fondamentale che il mondo universitario si adoperi per evitare che dall’applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa consegua un isolamento della “Svizzera della ricerca”. La frontiera, per la Svizzera e per il Ticino in particolare, è un destino che deve essere interpretato al meglio: occorre da un lato permettere il passaggio e il confronto, dall’altro restare consapevoli della propria identità, mantenendosi lontani dai falsi dogmi sia dell’isolazionismo a oltranza sia dell’internazionalismo che appiattisce.

La frontiera, infine, è opportunità di pionierismo e intraprendenza, ed è proprio questo lo spirito con cui l’USI sta investendo in nuovi campi della conoscenza, come la “scienza dei dati” (con il neonato Istituto Interdisciplinare di Data Science), e sta costruendo la sua Facoltà di scienze biomediche secondo uno schema originale nel panorama svizzero, grazie alla collaborazione con il Politecnico federale di Zurigo (ETH).

La relazione del Presidente dell’USI è stata preceduta dagli interventi del Presidente del Consiglio nazionale Stéphane Rossini (Science, société et intérêt général), del Direttore generale designato del CERN di Ginevra Fabiola Gianotti (Il bosone di Higgs e la nostra vita) e del Decano della Facoltà di scienze informatiche dell’USI Michele Lanza (Poesia informatica).

Stéphane Rossini ha ringraziato l’USI, “uno dei fiori all’occhiello della Svizzera della scienza”, per un invito che omaggia tutto il Consiglio nazionale e contribuisce a rafforzare la coesione nazionale. Il Presidente della Camera del popolo ha quindi sottolineato come la missione delle università sia nutrire di intelligenza, spirito critico e innovazione la società, mettendo in guardia da una ricerca che si chiuda in una sterile autoreferenzialità e non guardi all’interesse generale. Alla luce dell’importanza della conoscenza quale motore di cambiamento del vivere insieme, Stéphane Rossini ha ricordato la condizione precaria di molti ricercatori ed espresso l’auspicio che venga creato in Svizzera un vero e proprio “statuto di ricercatore”.

Fabiola Gianotti ha raccontato al pubblico la strada che ha portato ATLAS, l’esperimento internazionale del CERN di cui è stata coordinatrice, a scoprire una nuova particella compatibile con il bosone di Higgs e a scrivere così – congiuntamente all’esperimento CMS – una pagina fondamentale nella comprensione della struttura ed evoluzione dell’universo. Oltre al significato di questa scoperta per la fisica, Fabiola Gianotti si è soffermata sulle sue implicazioni per la nostra vita di tutti i giorni.

Michele Lanza ha spiegato come nell’informatica, a dispetto delle apparenze, si nasconda molta “poesia”: i programmatori di software, più ancora che ingegneri, sono da considerare infatti dei creativi architetti. Questo è l’approccio che ispira la Facoltà di scienze informatiche dell’USI e che ne guida la ricerca nell’ambito del software, una ricerca che mira a sviluppare – anche grazie al sostegno del Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica – nuovi modelli di concezione del software che ne rendano più agile la progettazione, più efficiente la gestione e più poetico l’aspetto.

A chiusura della cerimonia nell’Aula magna del campus di Lugano si è tenuta la consegna delle onorificenze. Tre Facoltà hanno attribuito il dottorato honoris causa ad altrettanti esponenti di primo piano della comunità scientifica internazionale: l’Accademia di architettura al geografo Franco Farinelli, professore all’Università di Bologna, «per i suoi magistrali studi dedicati alla teoria e alla storia del pensiero geografico, ai fondamenti spaziali della cultura occidentale e alla genesi del concetto moderno di paesaggio»; la Facoltà di scienze economiche a Jean-Pierre Danthine, professore all’Università di Losanna e attuale vicepresidente della Banca nazionale svizzera, «per il suo importante contributo allo studio delle interazioni tra macroeconomia e finanza»; infine, la Facoltà di scienze informatiche a Gilles Brassard, professore all’Università di Montréal, «per il suo importante contributo nell’ambito della crittografia, in particolare per il suo ruolo pionieristico nello sviluppo della crittografia quantistica».

Insieme ai dottorati honoris causa è stato assegnato, come da tradizione, il riconoscimento al merito didattico: ad aggiudicarsi il Credit Suisse Award for Best Teaching è stato Franz Graf, professore ordinario di Costruzione e Tecnologia all’Accademia di architettura dell’USI, «per la qualità dell’insegnamento offerto, riconosciuta nell’ambito della valutazione dei corsi nell’anno accademico 2013/2014».

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