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LE OPINIONILa retrocamera di posteggio? Utile, ma…

24.04.13 - 09:19
Prima accessorio per vetture d'alta gamma, ora disponibile presso quasi tutti i costruttori. Aumenta la sicurezza in posteggio, certo, ma da sola serve a ben poco
Hyundai
La retrocamera di posteggio? Utile, ma…
Prima accessorio per vetture d'alta gamma, ora disponibile presso quasi tutti i costruttori. Aumenta la sicurezza in posteggio, certo, ma da sola serve a ben poco

L’INVENZIONE ORIGINALE - Come molte innovazioni tecniche, il primo sensore di parcheggio compare su un’auto tedesca. Correva la primavera del 1995 quando sulla Mercedes Classe S (W140) debuttò quello che chiamarono “Parktronic”. Si trattava di un dispositivo che è arrivato quasi senza mutazioni di rilievo nel suo funzionamento fino ai giorni nostri, caratterizzato da segnali acustici i quali si intensificano man mano che ci si avvicina ad un oggetto per evitare il contatto. Molto utile sull’ammiraglia Mercedes lunga allora più di cinque metri e apprezzato da un tal numero di persone da essere stato man mano trasferito anche su modelli più popolari. Solo i carrozzieri non avranno particolarmente apprezzato la novità, con la previsione di vedersi drasticamente diminuire il lavoro. Salvo chi, in particolare il pubblico femminile, non si è mai stufato di grattugiare i cerchioni lungo i bordi del marciapiede.

ARRIVA LA TELECAMERA - Torniamo ai sensori di posteggio. Nel corso degli anni questo accessorio utile anche su vetture più piccole si è evoluto, dai dispositivi che grazie ad esso riescono a posteggiare l’auto senza che il conducente alzi un dito (il volante funziona autonomamente, chi guida deve solo occuparsi di acceleratore e freno) sino a quelli dotati di telecamera. Quest’ultima lascia ancora oggi particolarmente a bocca aperta chi salendo su un’automobile lo vede per la prima volta, sebbene sia offerto da pressoché tutte le case automobilistiche, dalla più costosa delle Bentley alla più economica delle Hyundai. Un elemento che in fase di parcheggio offre un’ulteriore sicurezza rispetto ai sensori  tradizionali in quanto, specie uscendo dai posteggi in parallelo, permette di avere una visione dei dintorni potendo identificare subito qualche pericolo come bambini o animali. C’è un però, che mi lascia molto perplesso…

MEGLIO POCO, MA BUONO - Personalmente anche in presenza di una telecamera di posteggio sono solito a posteggiare alla vecchia maniera, usando gli specchietti, la vista e la buona tecnica di parcheggio imparata con il maestro di scuola guida. Dal momento che la telecamera posteriore è stata introdotta una decina d’anni più tardi rispetto ai sensori acustici, si da per scontato che quando vi sia la prima vi debbano per forza esserci anche i secondi. È pura logica. Recentemente mi è invece capitato di guidare diverse automobili in cui la telecamera non includeva, nemmeno a richiesta, i sensori acustici. Il che significa che oltre al fattore sicurezza spiegato qualche riga sopra il tutto serviva ben poco, e questo poiché il riferimento ottico è unicamente valido per verificare che il posteriore dell’auto sia all’interno delle linee che delimitano il posteggio. Ora direte che serve anche per aiutarsi a capire quanto spazio vi separi dall’auto o dal muro alle vostre spalle. La mia riposta? Provateci: non è impossibile, certo, ma dato che l’immagine proiettata con lo schermo non offre una prospettiva corretta il rischio è di appartenere molto presto a quel club di persone che hanno avuto il piacere di toccare l’auto a tergo nonostante il tanto osannato accessorio da mostrare alle amiche. Si mormora inoltre che, queste persone che per comodità chiameremo “mamme col SUV”, successivamente abbiano fatto finta di niente mettendosi alla ricerca di un altro spazio più ampio per posteggiare.

LA PRATICA È LA MIGLIOR COMPAGNA - Questo per dire che se i sensori acustici siano un buon aiuto che implica però sempre ancora l’utilizzo di tecniche di posteggio apprese alla scuola guida, la sola telecamera ha la stessa utilità di un telegrafo nel mondo della telefonia mobile. Se ne farete a meno otterrete comunque lo stesso risultato e risparmierete un bel po’ tempo, oltre a non rendervi protagonisti di scene spesso tragicomiche. Anzi, più tragiche che comiche.

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