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TEST DRIVEVW Golf GTI Clubsport S: la nostra prova tra i cordoli

03.01.18 - 14:20
Spogli l’abitacolo di ciò che è superfluo, la equipaggi con quattro penumatici tosti e metti a punto l’assetto con molta cura. Ed eco che anche una Golf GTI ritorna ad emozionare!
VW Golf GTI Clubsport S: la nostra prova tra i cordoli
Spogli l’abitacolo di ciò che è superfluo, la equipaggi con quattro penumatici tosti e metti a punto l’assetto con molta cura. Ed eco che anche una Golf GTI ritorna ad emozionare!

Volkswagen ha dimostrato per l’ennesima volta che il segreto per rendere emozionante e appetibile per gli appassionati veri anche la più banale tra le automobili è davvero molto semplice. Basta infatti prendere una versione dal piglio sportiveggiante di pressoché qualsiasi modello, rimuovi tutto ciò che non è strettamente necessario per andare forte, metti a punto un assetto che sappia regalarti soddisfazioni anche sui circuiti più tosti, aggiungi quattro pneumatici che abbiano tanto di quel grip da farti avere l’impressione di essere al volante di un’auto da corsa e, se proprio devi, aggiungi pure qualche cavallo.

E il risultato qual è?
Una vettura che, non fosse per l’assenza del roll-bar, sembrerebbe pronta per scendere in pista nel prossimo campionato monomarca. In pratica, una sorta di Porsche 911 GT3 del mondo reale. E non sto esagerando. Fuori non è molto diversa da una normale Clubsport, che già di per se resta tutto sommato discreta: ad esclusione delle appendici aerodinamiche e dei cerchi da 19 pollici è difficile intuire il potenziale che vi si cela. Alcuni la vorrebbero più estroversa, ad altri va bene così. Fatto sta che appena apri la portiera capisci di che pasta è fatta. Ci sono due enormi sedili a guscio, un volante in alcantara, il solo cambio manuale. Nella sezione posteriore, invece, il nulla più totale: i sedili sono stati rimossi e al loro posto troviamo una barra a duomi con una rete di separazione,  è sparito il piano di carico variabile del bagagliaio come pure il bracciolo centrale e i tappetini – persino gran parte del materiale isolante è stato eliminato. Di fatto hanno preso la faccenda talmente sul serio che pure la batteria è diventata più piccola e leggera. Anche se in realtà i chili rimossi non sono poi così tanti (appena una trentina) il peso a vuoto (normativa DIN, senza conducente) è di 1'285 kg. Che sono comunque pochi.

Quindi non si tratta di una mera questione di leggerezza?
In realtà no, perché già solo circolare per strada con una Golf allestita così amplifica tutta l’esperienza di guida facendo penetrare nell’abitacolo la rumorosità della strada, del motore, dei pneumatici. Affrontando le prime volte su strada capisci subito che tra i cordoli andrà un gran bene. Si trova infatti a suo agio sulle curve ampie con carreggiate larghe, dove può stare serenamente in appoggio, mentre nel misto stretto diventa un po’ riluttante. Rispetto alla Clubsport “normale” dimostra di avere da subito una maggiore aderenza al suolo grazie ai pneumatici (i Michelin Pilot CUP 2 qui sono proposti di serie anziché in opzione) ma soprattutto reazioni più veloci, specialmente nei trasferimenti di carico. Lo sterzo lavora peraltro in perfetta sintonia con il differenziale autobloccante meccanico cosicché si riesce sempre a scaricare al suolo senza drammi tutti e 310 i cavalli.

Bene. E come si muove tra i cordoli?
Oltre alla straordinaria aderenza, a lasciare a bocca aperta è la maturità con cui affronta anche i percorsi più tosti. Avendo un carico aerodinamico maggiore sul retrotreno che sull’avantreno, in qualsiasi situazione è esternamente neutra e stabile, con un assetto capace di minimizzare il rollio ma al tempo stesso di permettere un discreto assorbimento verticale, cosicché imperfezioni dell’asfalto e/o cordoli vengono ‘sorvolati’ senza alcunché. Non bisogna insomma preoccuparsi né di come gestire l’avantreno per evitare l’incombere del sottosterzo (che praticamente non esiste) né di come tenere a bada il retrotreno, che tanto non vi tradisce. Un’affidabilità che contrariamente a quanto si possa pensare non è sinonimo di poche emozioni, ma che semplicemente ti invita ad andare forte (ma forte davvero!) con spensieratezza, restando a bocca aperta ogni qual volta stacchi le quattro ruote da terra su un dosso o affronti una compressione in quarta piena.

È abbastanza potente?
Così esaltati da come si comporta a ruote sterzate ci eravamo in effetti dimenticati del motore, che di fatto è il ‘solito’ 2 litri TSI che in questo caso eroga 310 cavalli e 380 Nm. L’erogazione è rotonda ma energica, anche più di una Golf R, ed è capace di allungare fino a 7'000 giri/min. con vigore. Il sound è corposo e ricco di scoppietti allo scarico, mentre il cambio manuale piace per gli innesti precisi e leveraggi piuttosto corti, risultando in ogni caso più consistente rispetto a quello di una normale GTI. Scatta da 0 a 100 km/h in 5,8 secondi e le prestazioni sono sicuramente commisurate al suo potenziale dinamico ma, cosa più in portante, non mettono in difficoltà le due sole ruote motrici.

Ne devo comprare una?
Dipende. In maniera sorprendente la Clubsport S non risulta mai tremendamente rude o insopportabilmente rigida. Consuma molto di più di una normale Golf GTI e nella vita quotidiana ti rendi conto che sia purista perché va accesa facendo ruotare la chiave nel blocchetto d’accensione e mancano diverse dotazioni tra cui i sistemi di assistenza alla guida e il regolatore di velocità. Ma a parte ciò è sorprendente come, nel complesso, resti piuttosto civilizzata, specie considerando che è stata sviluppata con l’unico obiettivo di battere il record per le vetture a trazione anteriore sulla Nordschleife. Per la cronaca ci era riuscita con un tempo di 7:49:21, nel frattempo già nuovamente battuto. E anche volendo tutti e 400 gli esemplari sono già stati venduti. Ci dispiace.

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