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SPECIALE BENTLEYLa Bentley dallo spirito ribelle

01.09.17 - 06:00
Oltre settecento cavalli, più di mille Newtonmetri: la Continental Supersports è la Bentley più potente mai realizzata. E quella che, più di tutte, ti invoglia ad andare forte. Ma forte davvero.
La Bentley dallo spirito ribelle
Oltre settecento cavalli, più di mille Newtonmetri: la Continental Supersports è la Bentley più potente mai realizzata. E quella che, più di tutte, ti invoglia ad andare forte. Ma forte davvero.

Ero fermo ad un semaforo collocato ad un incrocio proprio nel centro di un piccolo paesino da qualche parte non troppo lontano dal circuito di Spa-Francorchamps. Poco più avanti, dall’altro lato del strada, i tavoli esterni dei due bar erano gremiti di gente che stava sorseggiando una birra godendosi gli ultimi raggi di sole di una bella serata estiva. Ero abbastanza sicuro del fatto che non mi avessero visto arrivare, perché anche se verniciata nei colori più discreti una Bentley qualche sguardo lo attira sempre. Quando la luce del semaforo passa da rossa ad arancione e infine a verde premo leggermente l’acceleratore (lo giuro: leggermente!) e in un secondo scarso tutte le teste si sono voltate nella mia direzione. Certo il W12 ha sempre avuto un bel timbro e su questa Continental GT è un po’ più baritonale del solito, ma se a una minima pressione sull’acceleratore (ripeto: minima) il risultato è una migrazione collettiva di sguardi, allora deve fare davvero un bel baccano. Qualcuno si sarà sicuramente chiesto come mai un’auto di lusso inglese faccia la voce grossa, ed altri probabilmente si saranno interrogati sulla presenza di quel vistoso alettone sulla coda.

Tutte le risposte sono racchiuse in una parola: Supersports. Una versione ricercata, esotica, a prima vista un po’ fuori dagli schemi per i canoni del marchio, la quale tutto sommato è una sorta di canto del cigno per l’attuale Bentley Continental GT dato che il nuovo modello è stato svelato proprio negli scorsi giorni. Una versione che vuol essere anche l’apoteosi in chiave sportiva delle Continental equipaggiate con il classico W12 e che per l’occasione sfoggia un aspetto particolarmente estroverso, come se stufa delle serate di gala voglia imbucarsi ad un concerto Punk. Sia all’anteriore che al posteriore troviamo nuovi paraurti particolarmente scolpiti i quali integrano rispettivamente uno splitter ed un diffusore entrambi in fibra di carbonio, nonché codolini sottoporta e prese d’aria sul cofano anch’essi in fibra di carbonio, senza dimenticare la calandra con finitura nera lucida e i gruppi ottici anteriori e posteriori in tinta scura. E poi c’è l’opzionale combinazione di spoiler posteriore e splitter anteriore che in realtà diventano obbligatori tanto quanto lo scarico in titano, che oltre ad incattivire ulteriormente la colonna sonora fa risparmiare anche 5 kg. I cerchi in lega forgiati da 21 pollici riducono invece le masse non sospese di ulteriori 20 kg. Nell’abitacolo la caratterizzazione è più velata, sebbene i pannelli del cruscotto in fibra di carbonio con design a scacchi e i dettagli in Alacantara su volante e pomello del cambio siano un chiaro indice delle sue ambizioni sportive, le quali hanno ovviamente coinvolto anche il propulsore. Questo è stato dotato di nuovi turbocompressori e di un sistema di raffreddamento dell’aria di sovralimentazione riprogettato, grazie a cui riesce a erogare ben 68 cavalli e addirittura 197 Newtonmetri in più rispetto all’attuale Continental GT Speed. Il W12 biturbo da sei litri scarica quindi al suolo 710 cv e 1'017 Nm, valori impressionanti che abbinati ad una riduzione complessiva della massa di 40 kg le permette di accelerare da 0 a 100 km/h in appena 3,5 secondi (0,7 secondi in meno della citata ‘Speed’) e di toccare una velocità massima di 336 chilometri orari.

Numeri impressionanti che di fatto di riflettono nella veemenza con cui ti incolla il sedile dal regime minimo fino al limitatore, in particolare una volta superati i 2’500-3'000 giri al minuto quando i turbo iniziano a soffiare a dovere accompagnati dal celebre “effetto motoscafo” in cui il muso sembra voler puntare al cielo. Il fatto che ciò avvenga anche in uscita di curva inizialmente non ti trasmette particolare fiducia, in quanto uno sterzo con già poco carico diventa ancora più leggero tra le tue mani sebbene conservi una buona precisione anche ai piccoli angoli e ti consenta a grandi linee di sentire cosa scorre sotto i pneumatici. Ma è tutta una questione di tempo e, appunto, fiducia. Perché una volta sparita l’esitazione nel premere l’acceleratore scopri che, grazie all’eccellente lavoro della trazione integrale, quando “tieni giù” l’anteriore trova una motricità ancora maggiore stabilizzando l’intera vettura – e strappandoti letteralmente fuori dalle curve. Diverso invece il discorso quando in curva ci si deve entrare dato che in inserimento non sfoggia le reazioni più fulminee del mondo; non tanto per il rollio che è comunque contenuto quanto per lo sterzo che tra il suo azionamento e l’effettiva risposta richiede un battito di ciglia in più rispetto ad altre sportive. Ma alla fine è giusto così, poiché questa “Conti” è già sufficientemente impressionante così com’è.

Ancora sconvolto per le prestazioni brutali, decido di giocare con la regolazione della rigidità delle sospensioni scoprendo che nell’impostazione più rigida la Supersports diventa squisitamente neutrale lasciandosi alle spalle quel velato sottosterzo che emergeva invece nel settaggio più morbido. Ma anche utilizzando quest’ultimo è chiaro sin dai primi metri che questa non è una Continental GT come tutte le altre. Le sospensioni svolgono infatti un buon lavoro negli avvallamenti lunghi, risultando però notevolmente più ferme sulle sconnessioni brevi. Sei molto più connesso con la strada e anche al rumore di rotolamento dei pneumatici è concesso di penetrare nell’abitacolo. Senza parlare delle tonalità di scarico aggressive da cui fanno capolino degli scoppietti in rilascio che è impossibile non definire pirotecnici. Una Bentley di un’altra stoffa, che nelle decelerazioni più intense non cede al beccheggio come le altre e il cui cambio è stato reso ancora più veloce facendo sempre e con celerità ciò che gli chiedi.

La principale differenza tra lei e un’altra Continental è che generalmente tutte le Bentley sono particolarmente gradevoli da guidare anche ad andature da passeggio nonostante la massiccia cavalleria, mentre la Supersports ti stuzzica e ti invoglia ad andare forte, ad insistere con l’acceleratore per spremerla il più possibile. Ed è in assoluto la prima volta che una vettura prodotta a Crewe sembra volerti portare sulla “cattiva strada”, dato che semplicemente non ti accontenti di superare di slancio i duecento all’ora con un filo di gas: qui le prestazioni le vuoi vivere dall’inizio alla fine e con la maggiore intensità possibile.  Una Bentley dalla colonna sonora incazzata e dallo spirito ribelle, che a vederla potrebbe sembrare qualcosa di simile ad un incrocio tra la classe di Lady Diana e lo stile di Gianna Nannini, mentre a guidarla pare Hulk vestito con un completo su misura ma con la camicia rigorosamente sbottonata fino allo sterno. Una versione così politicamente scorretta per i canoni Bentley che è impossibile non amarla almeno un po’.

 

SCHEDA TECNICA

Modello, versioneBentley Continental Supersports
MotoreW12, 6 litri, biturbo, benzina, 710 cv, 1'017 Nm
TrasmissioneCambio automatico a 8 rapporti, trazione integrale
Massa a voto2'280 kg
Accelerazione 0-100 km/h3,5 secondi
Velocità massima336 km/h
Consumo medio15,7 l/100 km
Prezzo286'500 CHF
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