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SPECIALE BENTLEYQuando una Bentley combatte tra i cordoli

28.08.17 - 06:00
Inizia così un viaggio di tre capitoli alla scoperta di Bentley ed il Motorsport. Due mondi all’apparenza lontani ma in realtà legati da una lunga tradizione.
Quando una Bentley combatte tra i cordoli
Inizia così un viaggio di tre capitoli alla scoperta di Bentley ed il Motorsport. Due mondi all’apparenza lontani ma in realtà legati da una lunga tradizione.

Il viaggio è andato bene. Certo qualche ora di sonno in più non sarebbe stata malvagia, ma il rombo delle auto da corsa che riecheggia tra l’Eau Rouge e Stavelot stanno facendo il loro dovere, assieme a qualche caffè di troppo, per rimettere in circolo un po’ dell’adrenalina e della tensione che si percepisce nel paddock prima dell’avvio di una gara di durata. Pur avendo già seguito sul posto la 24 ore di Le Mans e partecipato di persona alla 24 ore del Nürburgring non ero ancora mai stato alla 24 ore di Spa-Francorchamps, che tra i costruttori impegnati nella categoria GT3 sembra essere diventata una tra le più importanti, se non la più importante. Lo è sicuramente per Bentley che qui ha allestito un’enorme struttura per ospitare i numerosi clienti accorsi per seguire in diretta la gara, incontrare i piloti e scoprire cosa avviene dietro le quinte e nei box durante una competizione di questo genere. Certo la storia sportiva di Bentley ha conosciuto momenti importanti tra i due conflitti mondiali e poi nel 2003 con la vittoria della Speed8 alla 24 ore di Le Mans, ma perché si è sentita la necessità di ritornare tra i cordoli con una vettura conosciuta più che altro per il lusso sfrenato?

Fortuna vuole che sul posto vi fosse pure Wolfgang Dürheimer, l’amministratore delegato, che fatta eccezione per una breve pausa è al timone del nobile marchio inglese da oltre sei anni. “Quando arrivai alla guida di Bentley nel 2011 studiai approfonditamente la storia del marchio e la filosofia del suo fondatore W.O. Bentley, il quale era dell’idea che fosse necessario mettere alla prova la tecnica delle proprie vetture in ambito competitivo. Le Bentley di allora erano pesanti ma veloci e soprattutto robuste, spinte da motori grossi con un regime di rotazione basso, e fu proprio grazie a queste caratteristiche che divennero rivali temibili nelle gare di durata. Essere attivi nel Motorsport era quindi una questione di Heritage,  e quando decidemmo di ritornarvi abbiamo analizzato tutte le categorie e le discipline possibili scegliendo quella che era più indicata a noi. Da qui la scelta di sviluppare una vettura del gruppo GT3: sono ben presenti in competizioni che si svolgono in mercati per noi interessanti quali USA e Cina, sono protagoniste in molte gare di durata, da un punto di vista tecnico presentano un interessante parallelismo con le vetture di serie e sono ben equilibrate con le concorrenti grazie al “Balance of Performance”.

Giunta nel suo terzo anno di attività, la divisione Bentley di Motorsport partecipa con la Continental GT3 in sei campionati diversi con quattro team correndo in più di 20 nazioni. A sviluppare questa Continental spinta da un V8 di 4 litri che senza restrizioni potrebbe erogare anche 600 cavalli è stata la inglese M-Sport, la quale gestisce pure il team ufficiale. Ma come detto la vettura può esser anche acquistata da team privati: ad oggi ne sono già state vendute 27 tra Europa, Australia, Nord America e Asia. E a proposito di vendita è doveroso chiedere a Dürheimer quale influenza questa attività abbia sulle vetture di serie.

“Al debutto della nostra attività competitiva abbiamo presentato la Continental GT3-R, un’edizione limitata sviluppata e messa a punto da coloro che hanno sviluppato anche l’auto da corsa, la quale è peraltro basata sull’auto di serie. Ma oltre al parallelismo con la serie citato poc’anzi trovo sempre interessante notare come i clienti e le persone siano affascinati dal mondo delle competizioni. Quando per esempio a Crewe mi capita di accompagnare dei clienti per una visita, nel 20% dei casi questi vogliono visitare il museo, mentre il restante 80% mi chiede di poter scoprire la sezione Motorsport. Più in generale trovo che le competizioni siano un ottimo rafforzativo per il nostro marchio, il quale è sempre stato e sarà sempre un insieme di lusso e prestazioni. Se il lusso è provato dal fatto che la regina d’Inghilterra utilizzi una Bentley durante le occasioni ufficiali, le prestazioni sono rafforzate dal nostro impegno agonistico.”

Impegno agonistico che qui a Spa li ha visti correre a tavoletta per 24 ore percorrendo oltre 3'800 chilometri sempre ai vertici della classifica, tanto da essere stati per lungo tempo in testa alla gara durante la notte. Una gara serrata che è diventata particolarmente intensa proprio nelle fasi finali, dato che dopo una sosta ai box il belga Soulet è rientrato in pista al secondo posto con un distacco di appena dieci secondi dal primo. Posizione che ha poi mantenuto centrando un ottimo secondo al termine di 546 giri di gara. Un risultato che ha dimostrato il forte potenziale di Bentley proprio nella sua cinquecentesima gara, giungendo dopo 24 ore a poche decine di secondi dal primo. Un risultato che per la squadra ha il sapore di una vittoria dopo aver mancato il podio lo scorso anno. E di fatto non è mancata qualche lacrima di gioia.

 

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