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INTERVISTAQuale futuro per Volkswagen?

09.03.16 - 06:00
A colloquio con il CEO del marchio tedesco sulla strategia del dopo Dieselgate.
Quale futuro per Volkswagen?
A colloquio con il CEO del marchio tedesco sulla strategia del dopo Dieselgate.

Passano i mesi e passano le settimane ma quello del Dieselgate è un argomento che continua ad essere d’attualità. Presto o tardi Volkswagen potrà finalmente lasciarsi alle spalle anche questo capitolo. Al Salone di Ginevra abbiamo incontrato il Dr. Herbert Diess, amministratore delegato del marchio Volkswagen, per capire in che direzione punta il futuro del marchio.

“Innanzitutto il 2016 è l’anno in cui prevediamo di risolvere definitivamente e quindi chiudere il capitolo Dieselgate” esordisce Diess. “Nelle ultime due settimane in Europa 10'000 delle nostre automobili sono state sottoposte con successo alle operazioni di adeguamento tecnico e tra pochissimo partiremo con i modelli di massa tra cui la Passat. Oltre all’Europa speriamo di concludere nel migliore dei modi la faccenda anche oltreoceano.”

Il Dieselgate ha coinvolto principalmente dei propulsori che oggi non sono più in commercio sui modelli attuali. Ciononostante crede che il consumatore abbia perso fiducia nei vostri TDI?

“I numeri di vendita degli ultimi mesi dicono il contrario. Il Diesel secondo noi ha ancora un enorme potenziale ed infatti stiamo continuando a svilupparlo, certamente facendo tesoro degli errori commessi in passato. Anche negli USA continuiamo a commercializzarlo, perciò… “

Parlando di altre tipologie di propulsori, l’elettrificazione dei vostri modelli procede spedito tanto che le varianti Plug-In ibride stanno aumentando anno dopo anno, a chiara testimonianza della vostra strategia per ciò che concerne i propulsori. Toyota ha recentemente introdotto sui mercati europei una berlina a idrogeno. Voi credete in questa tecnologia?

“Sicuramente si, anche se rispetto all’elettrico è proiettata decisamente più avanti negli anni. Le automobili elettriche e quelle a idrogeno vengono sviluppato su binari paralleli, ma a velocità diverse. Questo perché per le une esiste già un mercato che crescerà sempre di più, per le altre invece questo mercato non c’è ancora. Lo sviluppo delle vetture a idrogeno, per quanto ci riguarda, è attualmente concentrata su modelli di grandi dimensioni e di alta gamma.”

Cosa sarà in grado determinare il successo o l’insuccesso dei vari propulsori alternativi?

“È un insieme di fattori. Per quanto concerne l’auto elettrica non serve solo l’aiuto dello Stato: è la collettività che deve volerla. Ora non è così perché il consumatore è molto pigro, sa che con un’automobile tradizionale può rifornirsi anche all’ultimo momento in qualunque angolo della nazione; per questo ora stiamo puntando sulle ibride Plug-In: così il consumatore ha sempre una garanzia di mobilità. Il fattore determinante resta sempre e comunque il prezzo: in Europa abbiamo dei mercati in cui il 90% delle nostre automobili viene venduta con motore a gasolio, altri in cui il 90% è dotata di un motore a benzina. Questo dipende unicamente dal costo del carburante e da come un tipo di propulsione viene tassato rispettivamente incentivato. In ogni caso prevediamo che attorno al 2030 le auto elettriche avranno grossomodo lo stesso prezzo di quelle a benzina.”

La vicenda del Dieselgate ha in un certo senso influenzato la strategia relativa alle tecnologie o ai modelli da sviluppare?

“Assolutamente no. Ciò che vedete ora e ciò a cui stiamo lavorando era nei nostri progetti già da prima della vicenda del Dieselgate. Chiaramente abbiamo dovuto concentrare gran parte delle risorse per risolvere la questione e cercare di essere più efficienti in tutti gli ambiti, ma ora che vediamo la luce in fondo al tunnel stiamo di nuovo lavorando a pieno ritmo e con ancora più determinazione per mostrare che i consumatori possono ancora avere fiducia in noi e che continueremo ad essere dei pionieri in ambito tecnologico. La digitalizzazione dell’automobile e la guida autonomia sono due grandi sfide nelle quali non vogliamo arrivare secondi!”

 

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