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INTERVISTAClaudio Zali, il ministro che ama le automobili

09.11.15 - 22:01
Non solo un amante della guida ma anche della meccanica: spesso e volentieri è lui stesso a sistemare le sue automobili. Che, dice, devono unire passione e pragmatismo.
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Claudio Zali, il ministro che ama le automobili
Non solo un amante della guida ma anche della meccanica: spesso e volentieri è lui stesso a sistemare le sue automobili. Che, dice, devono unire passione e pragmatismo.

A fare da capolino tra le varie scartoffie sul mobile dietro la sua scrivania v’é una copia dell’Automobile Revue. All’estremità della scrivania il modellino di un’Alfa GTV6 da competizione. Della sua passione per l’automobile Claudio Zali, direttore del Dipartimento del Territorio, non ha mai fatto mistero.

Dove è nata questa passione?

L’automobile è nel DNA della famiglia. Non necessariamente in quello di mio padre quanto più in quello di mio zio e mio nonno, i quali sono entrambi stati meccanici di Alfa Romeo. All’epoca le Alfa erano vetture che sapevano suscitare emozioni; la GTV6 è stata l’auto dei sogni quando ero ventenne. Come prima macchina - per ovvie questioni di budget - ho però acquistato un’Alfasud dell’83.

Le Alfa Romeo l'hanno inoltre accompagnata nei suoi impegni agonistici. Ci racconti qualcosa delle sue corse…

Ho partecipato a diversi campionati svizzeri, che poi ovviamente si svolgevano in circuiti all’estero: Salisburgo, Digione e i soliti noti. Quasi sempre con la mia Alfa 75 Gruppo A, una vera auto da corsa! Ho poi scoperto la Scuderia Alfa Classico i quali si sono uniti all’Alfa Romeo Challenge olandese, dando vita ad un campionato che una volta ho addirittura vinto. Si correva su circuiti tedeschi, belgi e olandesi. La cosa che più mi piace delle mie esperienze in pista è poter dire di aver guidato nei principali circuiti d’Europa: Assen, Zandvoort, Salzburgring, Hockenheim, Nürburgring, Lausitzring, Oschersleben, Magny-Cours, Digione, LeMans, Monza.

Ma oltre ai circuiti stessi, sicuramente sarà stata la competitività l’aspetto più entusiasmante, no?

Assolutamente! L’adrenalina delle gare è impareggiabile. Steve McQueen l’ha riassunto benissimo: “La vita è correre, tutto il resto è attesa”.

Dai circuiti è poi passato ai Rally.

Non parlerei di un passaggio, semmai della realizzazione di un sogno. Qualsiasi appassionato di auto ticinese sogna una volta nella vita di poter partecipare al rally di casa propria, così mi ci sono cimentato pure io. Oltretutto è stata anche un’ottima occasione per presentarmi in modo inconsueto, che può piacere o meno, ma che rispecchia me stesso, la mia persona.

Molti, infatti, si sono chiesti a suo tempo se non fosse un autogol elettorale…

La realtà è che non ho mai cercato di essere chi non sono, o di negare chi sono. Non ho speso nemmeno un secondo a pensare cosa potessi perdere o cosa potessi guadagnare nel sedermi dentro un’auto da corsa. Quindi l’ho fatto con grande piacere e con grande rispetto, in quanto è un approccio totalmente diverso rispetto alle esperienze che avevo accumulato negli passati.

Proprio in ragione di tutto ciò, quella dell’automobile potrebbe essere vista come una passione negativa?

Purtroppo si perché innanzitutto non è ecologica. Non dobbiamo però dimenticarci che l’automobile è un settore economico centrale che perciò è sbagliato rinnegare: non possiamo sostituirla totalmente con i mezzi pubblici, non viviamo (ancora) nell’era delle automobili che viaggiano totalmente da sole. La mia passione ha però il vantaggio che mi porta ad apprezzare e poter comprendere il futuro dell’industria. Per esempio come vettura di servizio ho una VW e-Golf, ho provato con parecchio senso critico e conoscenza tecnica molte vetture ad energie alternative.

E proprio a proposito della guida autonoma, questa la vede di buon occhio anche un amante della guida?

Dato che il fattore umano è la principale causa di incidenti sicuramente porterà maggiore sicurezza. Se sarà in grado di migliorare la vita dell’uomo ben venga, ma io probabilmente non farò in tempo a vederla. Anche con il motore elettrico ci è stato promesso che avrebbe sostituito i motori a scoppio, ma sebbene faccia dei progressi il percorso da fare è ancora lungo.

Come fa un purista dell’automobile ad apprezzare un futuro del genere?

La realtà è che si può mantenere il piacere di guida anche senza motore a scoppio. Certamente non è lo stessa cosa… Io stesso sono nato con il carburatore, non c’erano i controllo elettronici, la trazione era posteriore e al massimo gestita da un differenziale autobloccante meccanico, però capisco che c’è un futuro in arrivo in cui comunque sarà possibile un approccio diverso a quello del semplice prodotto o elettrodomestico che mi porta da A a B. Sarà sempre di più un’unione tra pragmatismo e passione. La Formula E per esempio dimostra che l’agonismo a quattro ruote si può fare anche con un motore elettrico.

Nelle auto stradali, da cosa è data l’emozione che si prova alla guida? Dalle prestazioni? Dal rombo? Dal modo in cui un’auto affronta una curva?

Da un insieme di tutto ciò. Si tratta di un feeling, di sensazioni complessive che un’auto deve riuscire a trasmetterti. La consapevolezza che hai delle prestazioni importanti, la tenuta di strada, i freni pronti, il sound certamente, ma anche un sedile contenitivo o un bel volante da stringere aiutano a “costruire” questo insieme.

In tutto ciò vi sono marchi o modelli che hanno svettato le altre nella lista delle preferenze?

Ho dovuto unire passione e pragmatismo. La passione è per l’automobile dei miei vent’anni ma ovviamente hai dei limiti nell’uso quotidiano perché è superata, inquinante e via dicendo. Sono quindi passato ad Honda sulla scia del mito di Ayrton Senna in Formula 1 e per i fantastici motori aspirati che ha prodotto - tra i migliori quattro cilindri del mondo - tanto che ancora oggi guido una Integra Type-R del 1999. E poi, ovviamente, c’è la Porsche 911…

Ecco: la Porsche 911. Parliamone…

Dal mio punto di vista si tratta di un capitolo importantissimo nella storia dell’automobile, una sintesi di tutte le qualità che un’automobile può avere. Ne ho possedute diverse per epoca e scopi: da esemplari pronti per la pista alla leggendaria 930 passando per modelli aspirati più tranquilli. Oggi, invece, mi sono fermato alle 997 Carrera S. Trovo che sia un’automobile eccezionale perché al di la delle oggettive qualità dinamiche e prestazionali unisce una fruibilità quotidiana pari a quella di tante automobili “normali” e non è nemmeno particolarmente onerosa nella gestione, oltre ad essere parca nei consumi. La adoro anche perché ha saputo innovarsi e stare al passo coi tempi restando fedele alla tradizione. Anche se oggi il motore ad aria non c’è più, l’abitacolo e alcuni elementi tecnici ti permettono di tracciare un grande nesso con il passato. Aggiungerei inoltre che si tratta di un’automobile accettata socialmente: per esempio non mi vedrei a girare per le strade con una Ferrari o una Lamborghini proprio per quell’immagine di ostentazione che portano con se, nonostante siano automobili che di sicuro molti appassionati sognano di possedere.

Oltre alle automobili potenti a Claudio Zali piacciono anche quelle leggere. Come la Lotus Elise, per esempio.

Si, esatto. Come sai bene anche tu in pista i cavalli non sono tutto. Il baricentro basso, un buon assetto e la leggerezza sono altrettanto importanti. Da questo punto di vista automobili come la Elise ti trasmettono sensazioni eccezionali. Ha una lista di difetti infinita: è scomoda, scalda, si rompe sempre. Però quando funziona è davvero come un guidare un go-kart in scala.

Splende il sole, in agenda non ci sono impegni. Dove preferirebbe guidare?

In realtà non guido per andare a fare un giro un’automobile. Non faccio questo genere di cose. Percorro già tanti chilometri in auto per lavoro, quindi se proprio voglio godermi qualche strada salto in sella alla moto. Occupandomi di traffico e di trasporti so benissimo che il piacere di fare un giro in macchina è in realtà un piacere anacronistico. L’ho vissuto quando ero giovane, oggi non è più così. Per questo cerco di viverlo nel quotidiano. E dal mio osservatorio privilegiato, proprio da automobilista, ho la possibilità di suggerire alcuni cambiamenti ai miei funzionari all’interno del dipartimento per migliorare o fluidificare il traffico. Anche se, ovviamente, gestire il traffico è tutt’altro che un impresa semplice.

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