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ATTUALITÀ SETTIMANALEMercato azionario Svizzera, focus sulla svolta del Credit Suisse

05.09.16 - 12:54
D. Meroni, Equity & Fund Analysis BSI
Mercato azionario Svizzera, focus sulla svolta del Credit Suisse
D. Meroni, Equity & Fund Analysis BSI

La tesi d’investimento che ci aveva convinto a proporre Credit Suisse come un investimento attrattivo nel settore finanziario elvetico si fondava sulle aspettative elevate riposte nell’avvicendamento al vertice, con l’arrivo del nuovo CEO Thiam, dopo la controversa gestione di Dougan. Di diverso parere è stato il mercato, che prima di concedere fiducia al titolo ha espresso scetticismo sui costi della nuova strategia e quindi sulla diversa allocazione del capitale, che complice il sopraggiungere del regime di tassi d’interesse negativi e la conseguente penalizzazione della redditività, si è progressivamente deteriorato necessitando il sostegno degli investitori.

Superato con successo l’aumento di capitale, l’orizzonte sembra schiarirsi con un segnale d’inconfondibile ottimismo come la dinamica del PE. In chiave prospettica, questa metrica si è storicamente sviluppata entro binari conservativi con un valore massimo inferiore a 15x, superato unicamente dalle oscillazioni anomale della crisi finanziaria del 2008. Il giro di volta è avvenuto al 2T16 con la stabilizzazione del titolo, che aveva perso oltre la metà del suo valore dall’entrata in carica di Thiam, ma soprattutto con l’inizio di un’inequivocabile crescita del PE prospettico, con il quale il mercato anticipa la probabilità di una significativa ripresa degli utili. La scalata degli ultimi 6 mesi ha portato il PE oltre il doppio della media storica.

Un altro parametro fondamentale è il P/book value, che a inizio secolo si issava attorno a 3x e che si è progressivamente ridimensionato fino a scendere sotto la parità nel settembre 2011 per rimanervi stabilmente e situarsi oggi ad un valore di 0.57x, uno tra i più bassi del panorama bancario europeo. Se nel caso del PE il mercato anticipa utili in buona crescita, il PB esprime un’estrema prudenza nella valutazione degli attivi di bilancio, quindi la sua evoluzione, stabilizzata dal 2T16 indica come con buone probabilità il titolo abbia toccato i minimi e stia creando una base di ripartenza che potrebbe coincidere con la dinamica dei tassi d’interesse negli US e quindi con un eventuale premio valutario.

Tra gli investitori che si sono mossi con un approccio e una tempistica analoghi alla nostra tesi, troviamo anche Capital Group, una società americana privata di gestione patrimoniale, che ha iniziato nel maggio 2015 ad aumentare significativamente la sua partecipazione dal 3% fino a superare il 5% la scorsa settimana, quota che per regolamento borsistico implica un annuncio ufficiale e che ne fa ormai il principale azionista.

L’inizio degli acquisti è coinciso con il minimo del titolo, che nel frattempo ha già fruttato un utile del 20%. Dopo una prima fase di recupero, anche il mercato ha iniziato a credere nelle reali prospettive di rilancio e in termini relativi sull’indice elvetico, Credit Suisse ha realizzato una performance MOM superiore del 7%, la terza migliore dei titoli dell’SMI. Si torna quindi finalmente a parlare con interesse del settore finanziario.

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