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La malattia di un proprio caro può lasciare senza parole, e a volte sarebbe anche meglio
Fino ad ora nessuno aveva mai osato affrontare l’argomento anche perché, oltre che ad essere delicato e doloroso, le frasi dette in situazioni di malattia sono spesso protette da una sorta di amorevole omertà. A volte però, quel silenzio impregnato da parole che non si hanno il coraggio di pronunciare, viene confuso per gratitudine.
A dar voce a questi spazi ci ha pensato una giornalista del Guardian, Deborah Orr, la quale ha appena pubblicato un articolo in proposito. Malata di cancro ha affrontato interventi e terapie senza perdere il suo ruolo di giornalista, focalizzandosi sulle frasi e i commenti detti da amici e familiari che involontariamente possono far male. Come ad esempio consiglia di non esternare il proprio dispiacere per la situazione in quanto fa sentire l’interessato oggetto di pietà, oppure di non cercare di rassicurare l’ammalato con frasi tipo «se qualcuno può combattere questa malattia sei proprio tu», perché in quei momenti ci si sente tutto fuorché forti.
Altra uscita incriminata consiste nel «qualunque cosa posso fare per te, chiedi pure», ma consiglia piuttosto di tramutarla in fatti concreti come passare a prendere i bambini a scuola o andare a fare la spesa. La troppa sincerità o l’esagerata menzogna sull’aspetto di un ammalato sono da evitare, dunque niente «ti trovo proprio bene» oppure «hai un pessimo aspetto».
Deborah Orr consiglia soprattutto a parenti e amici dell’ammalato di rimanere sereni e positivi, e di regalare fiori e sorrisi piuttosto che lacrime e dolore.
E a voi? Quali sono le frasi che durante una situazione di malattia vi hanno dato fastidio o che avete capito di aver sbagliato pronunciare?
Fateci sapere!
