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CANTONE«Diamo una chance a chi ha perso tutto»

22.08.16 - 09:14
La Franklin University avvia un progetto per garantire il diritto allo studio dei giovani rifugiati
«Diamo una chance a chi ha perso tutto»
La Franklin University avvia un progetto per garantire il diritto allo studio dei giovani rifugiati

SORENGO - Lasciare tutt'un tratto casa, affetti, tradizioni: magari nella notte, via dalla guerra, le persecuzioni, la mancanza di prospettive.

Scappare come si può dal Paese dove si è cresciuti: con la voglia di tornarci, un giorno; renderlo migliore, più accogliente almeno per le generazioni a venire. È il sogno di molti profughi, che la Svizzera offre oggi l'opportunità di realizzare: aiutando chi ha dovuto interrompere gli studi a riprenderli, attraverso un progetto di cui il Ticino può andare orgoglioso. «Abbiamo trovato grande sostegno, dal Cantone come da istituzioni private e ottima collaborazione da Sos Ticino, organizzazione umanitaria no profit che si occupa della selezione degli studenti», confermano le professoresse Johanna Fassl e Caroline Wiedmer, cofondatrici del progetto Scholarships Without Borders della Franklin University Switzerland di Sorengo: che lo scorso anno ha già aiutato una ragazza siriana e adesso si appresta a sostenere la formazione accademica di altri rifugiati, con oltre venti programmi di studio che spaziano fra le più disparate discipline. 

Senza remore, terrore del prossimo. «I tempi non sono facili: ma per noi le parole chiave sono integrazione e sensibilizzazione. Abbiamo ricevuto molti incoraggiamenti e progettiamo di ampliare il programma per accogliere più studenti». Perché è doveroso «dare una seconda chance alle persone che hanno perso tutto»: così che possano poi ripagare l'ausilio ricevuto magari «contribuendo alla crescita economica del Paese che li ha accolti», magari «tornando nei luoghi d'origine per ricostruirli. Anche questo risponde al nostro impegno per la giusizia e l'equità sociale».

Formazione accademica, ma non solo: anche un supporto personale continuo, con tutor ed eventuale sostegno psicologico: per il primo progetto elvetico che, per una volta, non guarda allo straniero con diffidenza. 

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