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GIUBIASCOIl Ticino crede nei suoi orologi «Ridiamo fascino al mestiere»

23.05.16 - 09:21
L’industria locale inaugura a gennaio il suo centro di formazione: più agile e flessibile, è il primo del genere sul territorio.
Il Ticino crede nei suoi orologi «Ridiamo fascino al mestiere»
L’industria locale inaugura a gennaio il suo centro di formazione: più agile e flessibile, è il primo del genere sul territorio.

GIUBIASCO - Succede di aver bisogno proprio di chi ti lucidi per bene la cassa, posi il quadrante o posizioni a perfezione le lancette. Per una commessa urgente, l’avvio di una nuova branca di attività in azienda: ma personale con abilità specifica, senza necessità di formazione completa, il Ticino oggi non ne sa praticamente offrire.

Per questo l’associazione ticinese industria orologiera (Atio) ha deciso di aprire la sua scuola, prima del genere nel cantone: su modello della Svizzera romanda, dove le realtà che forniscono competenze ma non at-testati di capacità sono già «cinque e di grosso successo». Parola del vice presidente Matteo Veronelli, responsabile del progetto del centro: che sarà inaugurato a gennaio, per corsi a partire da moduli di 40 ore e fino a 358, da aggiornare sulla base delle specifiche esigenze della trentina di operatori locali del setto-re. Finora costretti a istruire i dipendenti da soli: a fronte anche di un numero esiguo, appena 13 attualmente, di allievi Spai. «Alla quale non vogliamo fare concorrenza: per questo accetteremo iscrizioni solo da chi avrà almeno 18 anni».

Dipendenti chiamati ad acquisire ulteriore perizia, privati che vogliano provare a cambiare, casalinghe in cerca di un nuovo corso, disoccupati «ma non a pioggia: solo sulla base dei bisogni effettivi. E anche persone con incapacità lavorativa». Tre aule nell’ex spazio espositivo concesso dalla ditta Forbo, quasi 300 metri quadrati per venti studenti e tre formatori. «Partiamo in piccolo, anche a causa della crisi del settore: per correggere poi il tiro, crescere ed essere pronti quando ci sarà la ripresa del mercato».

 

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