In Svizzera il tasso di occupazione scende: si fa più ricorso a cure ambulatoriali e alloggi assistiti
LUGANO - Tanti letti vuoti nelle case di cura elvetiche. Il numero di anziani cresce, ma il ricorso alle residenze per anziani diminuisce: non è un paradosso, ma l'esito di un cambiamento culturale e di un investimento in strutture e opportunità alternative, come servizi ambulatoriali e alloggi assistiti.
A dirlo è uno studio pubblicato poco fa da Credit Suisse, che segnala anche come il Ticino sia però in controtendenza. Mentre nella Svizzera tedesca il tasso di occupazione dei posti di lungodegenza è sceso al 94% in media, e in alcuni casi addirittura sotto il 90%, qui resta superiore al 98%.
Il fabbisogno di posti letto in Ticino resta dunque elevato. Gli economisti che hanno elaborato i dati forniti dall'ufficio federale della sanità pubblica ritengono però che di qui al 2040 - quando gli over 80 passeranno da 430mila attuali a 870mila - anche nel resto della Svizzera tornerà a crescere. Si stimano, secondo uno scenario prudente, circa 30mila posti di cui si avrà bisogno in vent'anni.
Diminuiranno cioè i pazienti che necessitano di cure leggere, in grado dunque di farsi bastare un supporto esterno. Ciò detto, aumenteranno anche gli alloggi con assistenza, che nelle previsioni dovrebbero quasi raddoppiare: dagli attuali 25mila a 45mila.