Cerca e trova immobili

L'INTERVISTA«Attenti: così perdiamo la capacità di divertirci»

21.07.16 - 06:04
Lorenzo Cantoni, professore all'Usi, mette in guardia: comprare l'account di un gioco significa uscire dalla dimensione ludica ed entrare in quella della dipendenza
«Attenti: così perdiamo la capacità di divertirci»
Lorenzo Cantoni, professore all'Usi, mette in guardia: comprare l'account di un gioco significa uscire dalla dimensione ludica ed entrare in quella della dipendenza

LUGANO - Account in vendita a prezzi proibitivi: a neanche venti giorni dal lancio di Pokémon Go, gli annunci sono già centinaia e da poche decine di dollari si è già arrivati a migliaia. Necessarie per comprare qualcosa di impalpabile: virtuale, come il mondo che pretende di mescolare a quello reale.

Professor Lorenzo Cantoni, come si compra-vende un account? 

«È molto facile. L’accesso a un account Pokémon Go è fatto tramite un account di Google: Gmail e altri servizi. Chi intende vendere un account comunica nome utente e password dell’account Gmail all’acquirente, e il gioco è fatto».

Il rischio truffa non è alto? Più di un bene concreto?

«Direi che è simile. Certamente prima di acquistare è bene verificare con attenzione che le caratteristiche dell’account siano quelle indicate dal venditore».

Account così costosi possono avere un mercato?

«Ci troviamo qui di fronte a un caso interessante di mercato simbolico: il costo di ciò che viene scambiato non dipende dal valore intrinseco degli oggetti – sono solo dei bit – ma da quello che il mercato dei giocatori gli attribuisce. Per rimanere nell’ambito dei Pokémon, possiamo fare un paragone con il mercato delle figurine e degli album. Nel collezionismo ciò che detta il prezzo è la passione dei collezionisti, cioè la loro motivazione ad acquisire gli oggetti che collezionano, e la rarità degli oggetti. Oggi, per esempio, su tutti.ch in Ticino 350 carte Pokémon sono vendute a 350 franchi, ma 15 carte delle prime edizioni sono vendute a 35 franchi».

In questo caso si tratta di realtà virtuale: è davvero così ambita?

«Ci troviamo qui di fronte a una situazione simile: un account Pokémon Go è una raccolta, virtuale, di Pokémon catturati e di altre attività ed esperienze, che danno titolo a uno status particolare agli occhi degli altri giocatori. Su eBay troviamo account all’asta. Uno, di livello 24, anche a partire da 2mila sterline, invero senza alcuna offerta, almeno per ora… Nella legge del mercato, l’offerta può essere a prezzi molto elevati, ma se non c’è una domanda corrispondente o il prezzo scende, oppure la compravendita non ha luogo».

Professore, dov'è finito il piacere del gioco?

«È difficile da dire. Naturalmente il gioco ha una dimensione di gratuità, di libertà, come ci ha insegnato Johan Huizinga nel suo straordinario libro “Homo Ludens” del 1938. È anzi un’attività tale da identificare la natura umana: l’homo sapiens è sempre, anche, homo ludens. Il gioco può avere anche delle dimensioni economiche, legate per esempio agli strumenti di gioco - per sciare ho bisogno di sci, per i giochi elettronici di una console -, al collezionismo o all’azzardo, come nel caso di certi giochi di carte. Quando la dimensione economica prevale sulle altre, allora il gioco si perde in favore di altro».

A che cosa allude?

«Se uno gioca a Pokémon Go per passare alcuni minuti all’aria aperta e intrigarsi con i vari tipi di animaletti da catturare, siamo nella dimensione del gioco e del divertimento. Se pensa invece che sia il caso di spendere molti soldi per l’acquisto di un account "giocato" da altri, e che senza di questo il gioco non valga, siamo usciti dalla dimensione del gioco, ludica, per entrare in una dimensione economica, o di dipendenza. Credo che il caso Pokémon Go, che giustamente occupa la cronaca, possa aiutarci a una riflessione sulla nostra capacità di giocare in modo libero e sul rischio che da anni, decenni, corriamo: perdere la capacità di giocare perché troppo interessati a giochi sempre più costosi».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE