La deputata Ue Mady Delvaux propone di dotarli di diritti, doveri e responsabilità legale
BRUXELLES - Davanti a un robot che pretende di avere «più emozioni di un neonato», vedi Pepper di SoftBank pronto al debutto negli Stati Uniti per esempio, non c'è neanche da sorprendersi più di tanto. Meglio mettere in anticipo le cose in chiaro: prima che ci si trovi alle prese con qualche guaio, nel bel mezzo del vuoto legislativo. Perché un automa, magari impiegato nel servizio ai tavoli di un bar, non è detto che sia davvero impeccabile: potrebbe, in teoria, procurare danni a persone e cose. Così almeno la pensa Mady Delvaux, deputata socialista del Lussemburgo che ha presentato al Parlamento Europeo la richiesta di regolamentare diritti e doveri.
Carta d'identità elettronica, responsabilità legale, agenzia che vigili sull'operato: tanto vorrebbe vedere realizzato al più presto la Delvaux, alla luce di un incremento nelle vendite di robot del 17% dal 2010 al 2014. «Esistono motivi di preoccupazione per la sicurezza delle persone», ha dichiarato: invitando a stilare un codice di condotta al quale le macchine dovranno attenersi in futuro e a introdurre un registro per agevolare la tassazione e il versamento dei contributi delle aziende che li utilizzeranno al posto dell'uomo.
Alla notizia, la rete ha presto reagito con ironia: e per questo non c'è da stupirsi. Ma anche i colleghi dell'Ue non hanno nascosto il sorriso.