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GRECIATsipras da Itaca: «La moderna Odissea greca è finita»

21.08.18 - 16:30
Il premier greco ha spiegato che dopo «i salvataggi, l'austerità e la desertificazione sociale» il Paese «riconquista il suo futuro»
Keystone
Tsipras da Itaca: «La moderna Odissea greca è finita»
Il premier greco ha spiegato che dopo «i salvataggi, l'austerità e la desertificazione sociale» il Paese «riconquista il suo futuro»

VATI - Il passaggio è sicuramente di importanza cruciale per il futuro della Grecia, forse storico, e forse per questo il premier Alexis Tsipras non lesina citazioni dalla mitologia e dalla letteratura classica nel salutare oggi la fine dei programmi di assistenza internazionali che se da una parte hanno evitato la bancarotta, dall'altra hanno devastato la società ellenica con riforme durissime. Parlando simbolicamente da Itaca - in camicia davanti al golfo della piccola isola ionica - Tsipras si è rivolto in video ai greci affermando che il Paese ha superato la sua "Odissea moderna" iniziata nel 2010, e la fine dei piani di aiuti internazionali segna "un giorno nuovo, un giorno di redenzione, ma anche l'alba di una nuova era".

In oltre sette minuti carichi di riferimenti omerici ed evocando viaggi su mari tempestosi, il premier ha spiegato che "i salvataggi dalla recessione, l'austerità e la desertificazione sociale sono finalmente finiti. Il nostro paese riconquista il suo diritto a disegnare il proprio futuro". "Abbiamo lasciato le Simplegadi alle nostre spalle", ha aggiunto, in riferimento alle mitiche rocce del Bosforo che, cozzando tra di loro, impedivano il passaggio delle navi.

Il premier greco ha quindi rivendicato l'opera del suo esecutivo, che a suo avviso ha compiuto la missione che si era prefisso nel 2015, "portare il paese fuori dalle restrizioni dei memorandum e dall'austerità senza fine". Ricordando i drammi economici e sociali di questi anni ("Un viaggio che non è mai stato facile, ma ha sempre avuto una destinazione, anche nei giorni più bui, nelle tempeste più forti"), Tsipras ha detto che "abbiamo sentito le Sirene del 'tutto inutile' molte volte: che le cose in Grecia non cambieranno, che i memorandum saranno qui per sempre, che non ha senso resistere contro Lestrigoni e Ciclopi, bestie contro le quali la piccola e debole Grecia non avrebbe mai potuto vincere".

Oggi, ha ammonito, "in questo punto di partenza, non commetteremo l'hybris (l'insolenza, la tracotanza) di ignorare le lezioni dei memorandum. Non ci faremo trascinare dall'oblio, non diventeremo lotofagi. Non dimenticheremo mai le cause e le persone che hanno portato il paese ai memorandum. La protezione della grande ricchezza dalle tasse, l'intreccio di interessi e la corruzione diffusa, l'impunità di una serie di gruppi di affari e dell'editoria che per anni credevano il paese gli appartenesse, il cinismo e il disprezzo di un'élite politica che credeva la Grecia fosse un feudo e i greci i loro docili soggetti". E, ha aggiunto, non ci dimenticheremo chi all'estero ci dileggiava e chi ci ha sostenuti.

Il premier ha poi concluso ricorrendo di nuovo all'Odissea: "Adesso abbiamo nuove battaglie davanti a noi. I proci contemporanei sono qui e ci sono davanti. Sono quelli che vorrebbero vedere di nuovo la barca verso il mare e la gente di nuovo nella stiva. Quelli che hanno costruito 'a loro immagine, e somiglianza' la Grecia della corruzione, degli interessi e del potere dei pochi. Coloro che vogliono poter indisturbati evadere le tasse, fare i parassiti a scapito dell'interesse pubblico, avere i propri off-shore e depositi all'estero. Coloro che si considerano al di sopra di qualsiasi legge e norma. E tremano all'idea di una giustizia indipendente. Non lasceremo Itaca nelle loro mani. Ora che abbiamo raggiunto la nostra meta desiderata, abbiamo la forza di rendere la nostra terra come essa merita. Perché Itaca è solo l'inizio".
 
 

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