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SVIZZERAScoppia l'eSport mania: «Cerchiamo il nostro Roger Federer»

19.07.18 - 07:15
Professionisti del videogioco: un'attività di nicchia che nel resto del mondo è già un grosso business, ora fiutato da PostFinance che ha deciso di finanziare cinque giocatori
Scoppia l'eSport mania: «Cerchiamo il nostro Roger Federer»
Professionisti del videogioco: un'attività di nicchia che nel resto del mondo è già un grosso business, ora fiutato da PostFinance che ha deciso di finanziare cinque giocatori

BERNA - Un giro d'affari che ha superato i 700 milioni di dollari (+41,3% nel 2017), e promette di arrivare a un miliardo e mezzo entro il 2020. "Fifa", per chi vuole sfidarsi sui campi di calcio; "Call of Duty" per gli appassionati di guerra; "Warcraft" per chi predilige il fantasy. E che dire di "League of Legends", 57 milioni di persone che l'anno scorso ne hanno seguito la finale: game con il quale la Svizzera oggi prova a entrare in pompa magna nel mercato dei cosiddetti eSport.

Coca Cola, MasterCard, Samsung: che sponsor - Lo sport di chi sta davanti ai videogiochi, allenandosi e partecipando a gare alla stregua di un atleta, probabile prossima disciplina olimpica. Un grosso business, fatto di sponsor di lusso e diritti per le trasmissioni dei match, dentro il quale PostFinance ha deciso di lanciarsi, fondando la sua squadra personale. Cinque giocatori in tutto, selezionati e finanziati fra coloro che entro il 20 agosto si candideranno su www.esportsexperiment.ch, con l'intento di avviarli verso il professionismo.

Pagati (2'500 franchi al mese) per giocare - Nulla a che vedere con gli importi d'oltre oceano, dove si sguazza fra milioni di dollari; ma 2'500 franchi saranno garantiti ogni mese a chi, per un anno, avrà un solo compito: esercitarsi ogni giorno, assimilare i consigli dei coach, partecipare ai tornei in Europa e conquistare posizioni e lustro, come accade agli sport che si praticano all'aperto. Un progetto seguito da MYI Entertainment, fra le principali agenzie elvetiche di sport elettronici, che a malincuore ammette come si tratti ancora di un'attività di nicchia.

Guadagni scarsi: e in Svizzera è più dura (per ora) - «E questo soprattutto per due motivi - spiega a tio.ch/20minuti il fondatore e direttore operativo Manuel Oberholzer - I prezzi in Svizzera sono fra i più alti al mondo e impediscono agli atleti di eSport di iniziare una carriera fulltime, viste le scarse entrate garantite attraverso premi in denaro e salari insufficienti. Per questa ragione abbiamo pochi professionisti. Di conseguenza, non ci sono abbastanza "modelli" di riferimento a spingere verso gli eSport. Ci manca un Roger Federer e stiamo combattendo contro stereotipi che i giocatori internazionali hanno sconfitto dieci anni fa. Speriamo ora di riuscire a interrompere questo circolo vizioso».

Solo 5mila «semi-professionisti del tempo libero»... - Nessun numero preciso: «Non esistono statistiche reali sul numero di giocatori, solo stime. Ma ogni settimana diversi tornei hanno luogo anche da queste parti». Privo di carattere scientifico, il suo conteggio personale parla comunque di «circa 5mila player che in Svizzera operano a livello competitivo, cioè giocano in una squadra dove si allenano e per conto della quale gareggiano. Ma la maggior parte di loro sono semi-professionisti del tempo libero».

...ma un milione di player potenziali - Esiste poi «un milione di "giocatori occasionali", che si dedicano ai videogame come hobby e non come sport. Molte generazioni sono cresciute con i videogame e quasi tutti sanno giocare su Nintendo o Smartphone. Non c'è bisogno di essere giocatori seri da pc, anche i giocatori di Candycrush sono "giocatori"». I più diffusi? League of Legends, ovviamente, ma anche «Counter-Strike: Global Offensive, Overwatch, Heartshtone e Rocket League. E sono in crescita Fortnite and PUBG».

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