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MONDOLa crescita è robusta, ma ci sono rischi da non sottovalutare

24.06.18 - 17:25
La Banca dei regolamenti internazionali invita i governi a essere vigili
Keystone / AP
La crescita è robusta, ma ci sono rischi da non sottovalutare
La Banca dei regolamenti internazionali invita i governi a essere vigili

BASILEA - Una crescita globale che prosegue robusta dopo anni, tanto da evocare «uno scenario insolito» nell'economia del dopoguerra. Eppure la Banca dei regolamenti internazionali (Bri), la 'banca centrale delle banche centrali', snocciola una serie di rischi invitando i governi a non prenderli sottogamba. E in un'intervista all'Ft il suo direttore generale Agustin Carstens, cita l'impennata dello spread italiano quale esempio in cui i mercati, nervosi e stressati, hanno agito come 'forza di disciplina' di fronte all'idea, poi accantonata, di cancellare il debito italiano con la Bce.

Una proposta che ha mandato «segnali negativi». Gli investitori, dice, lasciano così sempre meno spazio ai governi nell'intraprendere «passi avventurosi» per stimolare la crescita.

E così la Bri nel suo 'Annual Economic Report' diffuso a Basilea, invita più in generale tutti i paesi a «cogliere l'attimo», a raddoppiare gli sforzi di riforma per consolidare un quadro benevolo che potrebbe essere guastato da un momento all'altro: il protezionismo già sta indebolendo gli investimenti e un'escalation potrebbe scompaginare qualsiasi previsione.

Nonostante il rallentamento nel primo trimestre di quest'anno, specie nell'Eurozona, le prospettive rimangono «complessivamente positive» secondo gli economisti della Bri, che stimano una crescita globale del 3,9% quest'anno e del 3,8% il prossimo. L'annuncio dei tagli alle tasse e di aumento della spesa da parte dell'amministrazione Trump ha fatto migliorare la crescita attesa per gli Usa al 2,8% nel 2018 e al 2,6% nel 2019", da 2,3% del 2017. La crescita dell'Eurozona è ora prevista al 2,3% quest'anno, come nel 2017, e all'1,9% nel 2019, dopo una revisione al ribasso agli inizi di quest'anno.

Ma da Basilea arriva la segnalazione dei rischi all'orizzonte. Rimbalzo dei tassi, fuga degli investitori dal rischio. E il protezionismo: un'escalation verso 'guerre commerciali' potrebbe avere un impatto «molto significativo», e i rischi per la crescita «sono concreti».

Dopo tanti anni di crescita, l'economia globale può riuscire a «navigare le acque agitate» dei rischi ma «anche in questo caso, quasi inevitabilmente», con il sostegno di condizioni finanziarie favorevoli, gli squilibri e soprattutto il debito pubblico «potrebbero salire ulteriormente» dopo aver raggiunto oggi «i massimi dal dopoguerra». Una situazione che «renderebbe l'aggiustamento successivo più doloroso», portando a una «contrazione economica più costosa più avanti».

L'invito ai policymakers del direttore generale, il messicano Carstens, è: «dobbiamo cogliere l'attimo», ossia «affrontare le vulnerabilità». Il principio è guardare a un'orizzonte più ampio, perché sia la politica monetaria, che ha davanti a se un «sentiero stretto» di normalizzazione dopo l'espansione senza precedenti degli ultimi 10 anni, che quella fiscale coi suoi vincoli «funzionano in maniera considerevole prendendo a prestito domanda dal futuro. E quando il futuro diverrà l'oggi, c'è inevitabilmente un prezzo da pagare».

L'invito è a «raddoppiare gli sforzi per le riforme strutturali», migliorare la solidità del sistema finanziario, assicurare «la sostenibilità del settore pubblico evitando espansioni di bilancio pro-cicliche». Ed è «essenziale» una normalizzazione della politica monetaria per riguadagnare spazio di manovra in futuro, con uno spazio di manovra ristretto perché, da una parte, le banche centrali «muovendosi troppo lentamente potrebbero far sorgere un surriscaldamento e rischi per la stabilità finanziaria». Dall'altra, «muovendosi troppo veloce potrebbe innescare reazioni distruttive sui mercati e danneggiare la ripresa economica».

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