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SVIZZERAFinma: aumentano i casi di corruzione e riciclaggio

04.04.17 - 11:05
Dal rapporto risulta che nel 2016 la FINMA ha condotto 625 accertamenti, contro i 794 di un anno prima e concluso 38 procedimenti di "enforcement", contro i 55 nel 2015
Ti-Press
Finma: aumentano i casi di corruzione e riciclaggio
Dal rapporto risulta che nel 2016 la FINMA ha condotto 625 accertamenti, contro i 794 di un anno prima e concluso 38 procedimenti di "enforcement", contro i 55 nel 2015

BERNA - L'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) ha trattato l'anno scorso un numero notevolmente maggiore di casi di violazione degli obblighi di diligenza in materia di riciclaggio di denaro. Essi sono stati 22 nel 2016, contro i 9 di un anno prima, secondo il bilancio annuale presentato oggi a Berna.

Queste procedure rientrano soprattutto nell'ambito dei casi di corruzione internazionali, precisa oggi la Finma. Il rischio di riciclaggio di denaro è aumentato in seguito all'afflusso in Svizzera di fondi provenienti dall'estero, in particolare dai paesi emergenti. Gli scandali Petrobras in Brasile e 1MDB in Malaysia, che hanno molto occupato l'autorità l'anno scorso, ne sono una buona illustrazione.

D'altronde, nuove rivelazioni dovrebbero intervenire in futuro nel vasto caso di corruzione 1MDB, per il quale tre banche svizzere sono ancora oggetto di una procedura per corruzione e riciclaggio di denaro sporco. I nomi degli istituti è mantenuto segreto. La Finma ha archiviato recentemente la procedura contro UBS, come ha precisato l'autorità di vigilanza dopo la conferenza stampa. Presso la banca non sono state rilevate infrazioni sistematiche e gravi.

Poiché però a Singapore non tutto è stato chiarito , la banca ha ricevuto un ammonimento scritto. L'autorità di Singapore aveva rilevato nella sua indagine infrazioni a regole locali relative alla lotta di riciclaggio di denaro sporco. I casi di BSI, Falcon Private Bank e Coutts sono definitivamente regolati.

Interrogato sul recente caso del Credit Suisse, il direttore Mark Branson ha spiegato che le autorità olandesi non dovevano avvisare la Finma delle recenti perquisizioni nei locali della grande banca all'estero. Dal canto suo Credit Suisse ha rispettato il suo obbligo di notifica, avvisando la Finma. "Siamo in contatto", ha affermato Branson durante la conferenza stampa, senza commentare ulteriormente la vicenda.

L'istituzione ha fatto il punto sulle sue attività di sorveglianza e applicazione del diritto (enforcement). Dal rapporto risulta che nel 2016 la FINMA ha condotto 625 accertamenti, contro i 794 di un anno prima e concluso 38 procedimenti, contro i 55 nel 2015.

I casi di manipolazione del mercato diventano sempre più importanti soprattutto nel settore delle negoziazioni fuori borsa, secondo il direttore. Branson si è detto favorevole all'applicazione in Svizzera di varie misure di "autoregolamentazione ragionevole" applicate all'estero, tra cui il codice di condotta globale sul mercato dei cambi della Banca dei regolamenti internazionale.

La Finma non considera le manipolazione del mercato e l'insider trading come reati minori. "Hanno un impatto negativo sul piano delle fiducia nel mercato e, in ultima analisi, sulla prosperità economica generale", ha aggiunto.

Per quanto riguarda i costi, nel consuntivo annuale della FINMA le spese per il 2016 risultano essere pari a 121 milioni di franchi, in calo di circa tre milioni rispetto all'anno precedente. I costi dell'Autorità di vigilanza sono pertanto diminuiti per il secondo anno consecutivo, precisa una nota. L'effettivo è stabile dal 2013.

L'anno scorso, l'autorità ha definito le priorità strategiche per il periodo 2017-2020. Ha in particolare introdotto un meccanismo di identificazione online nel momento in cui viene avviata una nuova relazione d'affari con una banca.

La Finma invita a non cedere alle sirene della deregolamentazione e a non dimenticare troppo presto gli errori del passato. "Da alcune settimane si potrebbe pensare che tutto ruoti ormai solo intorno alla deregolamentazione del settore finanziario", ha sottolineato il suo presidente Thomas Bauer

"Ridurre è meglio" è uno degli slogan diffusi, soprattutto dopo l'arrivo al potere di Donald Trump. Un concetto che di primo acchito può sembrare allettante, ma in realtà è ben poco incisivo, ha rilevato Bauer.

Il presidente della Finma ha difeso l'azione dell'autorità di sorveglianza e i principi che applica. Uno di questo è di orientare le sue attività in funzione dei rischi, intensificando la vigilanza e inasprendo la regolamentazione dove sussistono considerevoli rischi per il sistema o per i clienti dei mercati finanziari.

La Finma viene criticata di vedere i dettagli, ma non un "elefante", vale a dire i grandi rischi. Bauer ha contestato questa critica rilevando che ogni azione mira appunto a identificare gli "elefanti", vale a dire gli errori grossolani, i casi problematici e i grandi rischi e a farvi fronte in modo adeguato, ha concluso.

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