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SVIZZERAUBS rinviata a giudizio in Francia per frode fiscale

20.03.17 - 12:17
Le accuse sono di "illecito reclutamento di clienti" e "riciclaggio aggravato del provento di fronde fiscale"
Keystone
UBS rinviata a giudizio in Francia per frode fiscale
Le accuse sono di "illecito reclutamento di clienti" e "riciclaggio aggravato del provento di fronde fiscale"

BERNA - Nuova grana giudiziaria per UBS: la banca è stata rinviata a giudizio in Francia per aver instaurato nell'Esagono un vasto sistema di frode fiscale. Lo afferma oggi l'agenzia France Presse (AFP) citando fonti concordanti.

Nell'ordinanza di rinvio a giudizio, datata 17 marzo, i giudici istruttori responsabili del dossier indicano che UBS va giudicata per "illecito reclutamento di clienti" e "riciclaggio aggravato del provento di fronde fiscale". La sue sede francese - UBS France - è accusata di "complicità".

I magistrati hanno anche disposto il rinvio a giudizio per cinque alti responsabili della banca in Francia e in Svizzera. Tra loro figura Raoul Weil, ex numero tre del gruppo bancario già giudicato e poi assolto negli USA.

Secondo gli inquirenti, UBS fra il 2004 e il 2012 ha messo in atto un meccanismo volto a incitare facoltosi clienti francesi ad aprire conti in Svizzera all'insaputa del fisco del loro paese. Per nascondere il movimento illecito di capitali tra i due Paesi, la banca avrebbe instaurato una doppia contabilità.

In base a documenti consegnati dalla Germania, i giudici francesi hanno valutato in circa 13 miliardi di franchi il patrimonio complessivo dei circa 38'000 clienti francesi della banca nel 2008, ha indicato all'AFP una fonte vicina al dossier. Non tutti sono di origine illecita.

Il rinvio a giudizio sancisce di fatto il fallimento delle trattative avviate da UBS con la magistratura francese per evitare un processo nell'ambito di una "convenzione giudiziaria di interesse pubblico (CJIP)". Secondo notizie pubblicate ieri dai media dell'Esagono, la banca avrebbe rifiutato di pagare 1,1 miliardi di euro, come proposto dalla giustizia francese per lasciar cadere le accuse, ovvero l'ammontare esatto versato da UBS come cauzione.

Secondo fonti vicine al dossier, tuttavia, la somma richiesta dai magistrati sarebbe "di gran lunga superiore" a 1,1 miliardi. Citato dal "Journal du Dimanche", il responsabile degli affari giuridici di UBS Markus Diethel ha dichiarato che "quanto ci è stato proposto non è ragionevole". "Una tale somma è impensabile per rispetto dei nostri azionisti e delle altre giustizie con le quali abbiamo già raggiunto accordi", ha precisato: "non è assolutamente il prezzo del mercato".

UBS ha sempre respinto le accuse. Dopo aver inutilmente ricorso in Francia contro la cauzione, giudicata di entità esagerata, la banca il 12 giugno 2015 si era rivolta a Strasburgo, facendo valere una violazione del principio di presunzione di innocenza. Il 12 gennaio di quest'anno è giunto il no unanime dei giudici all'esposto presentato dai legali dell'istituto.

Oggi la banca ha nuovamente contestato le accuse e i suoi termini. Un portavoce di UBS France, interrogato dall'AFP, ha detto che ora la banca avrà la possibilità di spiegarsi davanti a un tribunale e di "sperare di poter beneficiare di un processo equo".

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