Cerca e trova immobili

ITALIAMonte Paschi: piccoli azionisti delusi

24.11.16 - 21:07
Monte Paschi: piccoli azionisti delusi

SIENA - I piccoli azionisti della Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps) non hanno nascosto la delusione, in alcuni casi la rabbia, per la situazione in cui si trovano, costretti a scelte che avrebbero evitato volentieri. Quasi tra l'incudine e il martello, ad esempio, per la conversione dei bond, o ad aprire ancora il portafoglio per aderire all'aumento di capitale votato oggi dall'assemblea e non trovarsi in mano carta straccia al posto delle azioni possedute. E non è la prima volta.

A sostenerli, almeno sulla carta, ora non c'è più neppure la Fondazione Mps. L'ente, sceso allo 0,7% del capitale nella conferitaria, ha un presidente, Marcello Clarich, che proprio ieri ha indicato un suo 'collega' della Luiss, Massimo Egidi, per il consiglio di amministrazione (cda) e oggi, al sindaco Bruno Valentini e ad altri amministratori che si sono lamentati anche sui social per la scelta, ha risposto spiegando che la prima scelta "della Fondazione era un senese ma ci ha detto di non essere disponibile".

Certo a Siena non ci sono state le proteste registrate in passato: all'ingresso un piccola delegazione di lavoratori di Fruendo, dove sono confluiti 1064 ex dipendenti di Mps, ha provato a far sentire la loro protesta (400 hanno fatto ricorso al giudice e ora aspettano di capire se rientreranno in Mps). Non si è visto Beppe Grillo né altri personaggi che in passato erano capaci di attirare l'attenzione dei giornalisti.

Durante oltre nove ore di assemblea, con la sospensione (un'ora) decisa dal presidente uscente Massimo Tononi, alcuni degli interventi dei soci (una quarantina) sono stati anche 'coloriti'. È venuta fuori la rabbia ma anche molta stanchezza e disillusione. Qualcuno ha detto chiaramente di essere convinto che l'operazione messa in piedi dal nuovo ad Marco Morelli non avrà successo e "la banca è destinata al bail-in". Frasi che hanno obbligato Morelli e Tononi a ribadire, più di una volta, che il bail-in non è stato preso in considerazione dalla banca. C'è chi, come Giuseppe Bivona, ha lasciato prima dell'approvazione della nomina del neo presidente Alessandro Falciai, "deluso perché questi non rispondono neppure alle domande. E non è una buona partenza".

L'incertezza su quanto succederà l'ha riassunta uno dei soci storici della banca, Mario Barni: "Comprereste un paio di mutande cinesi da un euro, pagandole venti? No, ovviamente no. È esattamente quello che vi stanno chiedendo di fare oggi con questa banca", ha detto prendendosi la sua dose di applausi. Alla fine, però, l'assemblea che aveva superato fin dal mattino lo scoglio del 20% per il quorum ha approvato tutti i punti all'ordine del giorno facendo segnare un punto importante ai nuovi vertici per presentarsi domani mattina al mercato con nuove facce e un progetto sul quale dovranno comunque lavorare.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE