Trentenne o quarantenne e già "out"? A quanto pare sì, e un gruppo di ex-dipendenti ha fatto causa a Hp
SAN FRANCISCO - Si sono uniti per fare fronte comune nei confronti di Hp un gruppo di ex-dipendenti 40enni "lasciati andare" in modi più o meno civili dal colosso hi-tech. L'accusa è quella di "ageismo", ovvero di «discriminazione nei confronti di una persona in base alla sua età».
Stando ai quattro promotori della causa, che sperano di riuscire a tramutare il loro caso in una class-action, l'azienda agirebbe in maniera sistematica rimuovendo gli over 40 (e a volte anche gli over 30) sostituendoli con 20enni freschi di college e non per forza di cose più competenti. Il motivo? Non solo si accontentano di una retribuzione inferiore ma sforano spesso e volentieri le 40 ore settimanali senza colpo ferire. Stando a diversi la pratica non sarebbe limitata ad Hp ma bensì diffusa in praticamente tutte le grandi aziende e non solo quelle giovani e "in fase di lancio".
Gancio alla quale gli ex-impiegati si appigliano per far valere la loro tesi è una dichiarazione della Ceo di Hp Meg Whitman che, nel 2012, aveva pubblicamente dichiarato di voler «riformare e ricalibrare l'attuale piramide aziendale» assumendo forza-lavoro più giovane. Un'abbozzo di strategia che però il marchio avrebbe «spinto troppo in là».
L'opinione diffusa è che se questa causa avrà buon esito, potrebbe innestarne diverse altre nei confronti di altri colossi della Silicon Valley.