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STATI UNITINuovo capitolo nella "guerra delle birre"

07.10.15 - 19:26
Inbev rilancia l'offerta con 104 miliardi di dollari, ma SabMiller rifiuta
Nuovo capitolo nella "guerra delle birre"
Inbev rilancia l'offerta con 104 miliardi di dollari, ma SabMiller rifiuta

WASHINGTON - SabMiller dice ancora no alle nuove 'avances' di Ab Inbev e rinvia al mittente l'offerta da 104 miliardi di dollari (circa 92,4 miliardi di euro) della concorrente. Una ennesima bocciatura dopo due precedenti proposte fatte in modo riservato: una a 38 sterline ad azione e una a 40 sterline ad azione, entrambe rigettate.

Ab Inbev punta a mettere insieme i due maggiori produttori al mondo di birra creando un colosso da 64 miliardi di dollari di ricavi e un Ebitda da 24 miliardi di dollari. Un matrimonio che non riesce, al momento, a decollare ma che non è detto non si faccia. "Non è, a nostro avviso, da intendersi come la proposta conclusiva di Ab InBev," sottolinea a Bloomberg James Edwardes Jones, analista di RBC Capital Markets. "Ma è probabile che intenda fare pressione sul management di Sab" per metterlo di fronte al fatto che "ora c'è una proposta formale da discutere".

L'offerta su SabMiller, che tra i suoi marchi include l'italiana Peroni, è del 44% superiore alla chiusura di Borsa del 14 settembre scorso (prima che si diffondessero le indiscrezioni sull'interesse di Ab InBev) e prevede la possibilità di un'alternativa con una parte in azioni riservata al 41% del capitale di SabMiller.

La multinazionale - nata nel 2008 dalla fusione tra il gigante belga InBev e quello americano Anheuser-Busch - definisce la sua offerta "altamente attraente" per gli azionisti. Peraltro Altria Group, principale azionista di SabMiller, si è già schierata a favore di Ab Inbev invitando il board ad aderire a un'offerta che "creerebbe significativo valore per gli azionisti di SabMiller".

Un consiglio che, per il momento il presidente di SabMiller non ha voluto seguire. Jan du Plessis definisce la proposta come "opportunistica", "altamente condizionata" e che "sta sottovalutando in modo sostanziale" il gruppo nato in Sud Africa e acquisito negli anni duemila dall'americana Miller.

Posizione diversa quella InBev che già possiede tramite le sue controllate oltre 200 marchi di birra, tra cui Budweiser, Beck's, Corona e Stella Artois. "Crediamo che la combinazione delle due società - rileva il Ceo, Carlos Brito - costruirebbe il primo gruppo della birra veramente globale".

Nel frattempo Heineken rafforza la propria quota nel segmento della birra di Diageo. Il gruppo olandese ha assunto il controllo di due joint venture (tra i marchi prodotti c'è Red Stripe) rilevando da Diageo il 57,9% per 781 milioni di dollari e salendo così al 73,3 per cento.

ats

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