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SVIZZERAImpiego over 55, bene la Svizzera

23.10.14 - 11:05
Ma i datori di lavoro devono gestire meglio la problematica dell'età
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Impiego over 55, bene la Svizzera
Ma i datori di lavoro devono gestire meglio la problematica dell'età

BERNA - I lavoratori di oltre 55 anni d'età conoscono poca disoccupazione in Svizzera rispetto agli altri Paesi dell'OCSE. La Confederazione ha comunque margini di miglioramento per quel che riguarda il tasso d'occupazione e la discriminazione legata all'età, si legge in un rapporto presentato oggi a Berna dall'organismo internazionale.

Quest'ultimo elemento rappresenta "la più grossa lacuna da colmare" in Svizzera, stima l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). "La Confederazione è sulla buona strada, ma si può migliorare", ha dichiarato il direttore dello studio Mark Keese, riferendosi in particolare alle donne e alle persone poco formate.

I datori di lavoro devono gestire meglio la problematica dell'età, favorendo ad esempio la formazione professionale continua e basando la remunerazione sulla produttività e non sugli anni di servizio, auspica l'organizzazione.

Anche le autorità hanno comunque un ruolo nella questione. Secondo l'OCSE, devono coinvolgere le imprese in "iniziative volte a combattere la penuria di personale qualificato". Misure in questo senso sono lanciate nel 2011 dal dipartimento del ministro dell'economia Johann Schneider-Ammann. Esse mirano a incoraggiare il ricorso a manodopera indigena.

Inoltre, la Svizzera dovrà creare una vera e propria strategia d'insieme basata su tre punti principale: rafforza gli incentivi per prolungare la vita lavorativa, abbattere le barriere all'assunzione dei lavoratori più anziani e migliorare l'occupabilità delle persone oltre i 55 anni d'età.

Al quinto posto

L'OCSE sottolinea comunque i progressi della Svizzera nel corso degli ultimi dieci anni. Per continuare questa tendenza, consiglia di mettere in pratica le disposizioni previste dal progetto di riforma del Consiglio federale "Previdenza vecchiaia 2020".

Il tasso di impiego delle persone fra i 55 e i 64 anni nel 2012 si attestava al 70,5%, ricorda l'Organizzazione. Il dato piazza la Confederazione al quinto posto fra i Paesi membri.

Il buon risultato è attribuibile in particolare alle persone con un alto titolo di studio e a uomini, che raggiungono quote di impiego rispettivamente dell'85% e del 79,5%. Più bassi i dati che riguardano le donne (61,5%), in particolare se scarsamente formate (49%).

Le persone più "mature" sono piuttosto sicure del loro impiego. Ma se il lavoro viene perso, trovarne uno nuovo è difficile. Quasi il 60% dei disoccupati over 55 rimane senza attività per almeno un anno. Dieci anni fa questa quota era del 40%, e l'attuale media OCSE è del 47%.

SECO fondamentalmente soddisfatta

Boris Zürcher, capo della direzione del lavoro presso la Segreteria di Stato dell'economia (SECO), si è dichiarato fondamentalmente soddisfatto del rapporto. Viene infatti mostrato come la Svizzera stia andando nella direzione giusta, con tanto di citazione per il nuovo programma "Previdenza vecchiaia 2020", ha affermato.

La Confederazione non smetterà comunque di lavorare per migliorare la situazione degli over 55, ci ha tenuto a sottolineare. Prima di tutto perché la popolazione continua a invecchiare, e secondariamente perché l'approvazione dell'iniziativa UDC sull'immigrazione di massa aumenterà la pressione. "Se vengono inseriti dei contingenti è ancora più necessario sfruttare il potenziale indigeno", ha detto.

Zürcher non concorda però con con tutte le correzioni suggerite. Una legge contro la discriminazione in base all'età è ad esempio da scartare. Molto più senso avrebbe invece sensibilizzare le imprese sulla problematica. Il dirigente SECO non vede di buon occhio nemmeno la proposta di adeguare i salari alla produttività e non agli anni di servizio: gli stipendi sono di competenza dei partner sociali, e non dello Stato.

 

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